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Recensione : Bored! – Back For More

In questo marasma garage rock, proto-punk, punk, post-punk, garage punk e indie pop, ha agito anche un'altra formazione, meno ricordata ma altrettanto incendiaria....

BORED! - BACK FOR MORE

Si scrive “Australia” e si legge “roba buona”, da sempre, in fatto di rock ‘n’ roll rumoroso e selvaggio: dai Missing Links agli Easybeats, dai Creatures ai Black Diamond, dai Radio Birdman ai Saints, dagli Scientists ai Boys Next Door/Birthday Party (senza scomodare il Nick Cave solista, già in fase berlinese-inglese) dai Feedtime agli Stems, dai Celibate Rifles a Rowland S. Howard, dai Lipstick Killers ai Lime Spiders, dagli Screaming Tribesmen ai Cosmic Psychos ai New Christs, dai Go-Betweens ai Beasts of Bourbon, dagli Hard-Ons ai Died Pretty e tanti altri.

In questo marasma garage rock, proto-punk, punk, post-punk, garage punk e indie pop, ha agito anche un’altra formazione, meno ricordata ma altrettanto incendiaria e, col passare degli anni, assurta a band di culto del rock ‘n’ roll underground: i Bored!, gruppo originario di Geelong (Melbourne) in cui si sono avvicendati Grant Gardner al basso, Justin Munday alla batteria, John Nolan alla chitarra, Tim Hemensley alla voce, Russell Baricevic al basso e voce e Dave Thomas alla chitarra e voce. La band aussie è stata attiva tra il 1987 e il 1993, miscelando un sound grezzo e potente, in bilico tra punk, garage rock e l’alternative rock in voga a cavallo tra fine Eighties e inizio Nineties. Il progetto ha poi dato i natali, dopo la sua fine, a epigoni importanti come la punk ‘n’ roll band Powder Monkeys (fondati da John Nolan e Tim Hemensley, deceduto nel 2003) e gli alt. rockers Magic Dirt di Dave Thomas, anche lui venuto a mancare l’anno scorso a causa di un tumore.

La Agitated Records ha pensato (bene) di assemblare questa compilation intitolata “Back For More” per due nobili cause: devolvere i ricavati delle vendite alla vedova del compianto Dave Thomas e, soprattutto, recuperare e far riemergere la musica dei Bored!, che tra questi solchi esplode in tutto il suo vigore, tra inni minori come “Motherfuckin’ Motherfucker” (dedicata a GG Allin) e cavalli di battaglia come “Little Suzie” (un alt. rock con venature grungey in stile L7) e ordigni garage/hard/punk (“Shame“, “Back For More“, “Mr. 10%“, “Satisfaction“, “It’s Alright“) tanto devoti alla tradizione Saints/Radio Birdman quanto non lontani dalle sonorità proposte, nello stesso periodo, con maggiore fortuna e successo commerciale, dai Mudhoney e altre band più oscure del “Seattle Sound” dall’altro lato dell’oceano Pacifico, e a insaporire il tutto c’è anche una cover di “Borstal Breakout” degli Sham 69.

Comprate a occhi chiusi, quando si parla del rock dei canguri si va sempre sul sicuro.

TRACKLIST

1. Shame
2. Feed The Dog
3. People Say
4. Back For More
5. Borstal Breakout (Sham 69 cover)
6. Descender (Live 1992)
7. Mr 10% (Live 1991)
8. Little Suzie (1993)
9. Satisfaction
10. It’s Alright
11. Sweet Charity
12. Motherfucking Motherfucker

 

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