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Brotherhood

Brotherhood: Intervista a Daniel Jack Bisanzio, mente, anima e cuore del brand Brotherhood ! Non uno start up, bensì...

Intervista a Daniel Jack Bisanzio, mente, anima e cuore del brand Brotherhood ! Non uno start up, bensì un progetto che nasce e si sviluppa nel giro di pochi e anni pronto a girare a velocità alterata.
Pronti ? Via !

iye Brotherhood in pillole è già raccontato nella tua webpage. A questo punto, entriamo nei dettagli e presenta a IYE e chi ci segue il “manifesto “.

Brotherhood nasce come linea d’abbigliamento streetwear accessibile a tutti, con capi di qualità completamente made in Italy. Il sogno era, ed è tutt’ora, quello di far nascere un “movimento” che potesse unire tutti gli amanti del genere in un’unica famiglia, appunto una fratellanza. E’ per questo che la Brotherhood tiene conto e tratta i suoi clienti come amici/fratelli ascoltando pareri, interagendo, creando iniziative sia sui social che tramite un numero whatsapp dedicato

iye Lo streetwear come realtà a tuo parere dove affonda radici e come si può spiegare alle generazioni a venire?

Lo streetwear nasce a inizio anni 80 a New York partendo dalla sneaker culture e dagli hipster per diventare vero e proprio tratto che contraddistingue la scena hip hop da fine ’80 inizio anni ’90. Con il tempo si è allargato inglobando in sé skater, writer e tutti quegli ambiti in cui si “viene” dalla strada. Col passare del tempo, come tutte le cose, è andato evolvendosi come stile passando dai classici cappelli da pescatore, bomber, camicie a quadri, Adidas modello Sheltoes (per rendere l’idea quelle messe dai Run DMC nel video Walk This Way con gli Aerosmith, che diventarono icona in quegli anni) fino ad arrivare a Timberland, Jordan, Snapbacks, sempre caratterizzati da un modo di vestire non aderente, poiché per fare breakdance, esibirsi su di un palco, skatare etc. ci vuole una certa libertà di movimento. Lo streetwear però è anche uno stile di vita, non solo una moda, si formano così le crew nei ghetti e nei quartieri che si contraddistiguevano dal tipo di abbigliamento, come ad esempio bandane e tatuaggi.

iye Uno sguardo al passato porta ad un riconoscimento attuale e futuro, sei d’accordo? Cosa è salvo dopo anni di esperienza e come si formula una strategia vincente?

Nel mio caso uno sguardo al passato mi porta a dire grazie alle varie peripezie e disgrazie passate perchè mi hanno dato forza nel credere nei miei sogni senza mai abbattermi. Dietro l’angolo c’è sempre qualcosa che può andare storto, vita, amore, lavoro e secondo me si è vivi solo se si crede in qualcosa altrimenti siamo solo automi che vanno verso il baratro senza godersi il panorama! Tutti abbiamo un tempo limitato e io credo che la strategia vincente per un brand come in ogni cosa nella vita sia quella di crederci, di volersi mettere in gioco sempre e di circondarsi di persone, non importa di che tipo, ognuna potrà darci nel bene e nel male il suo contributo. Così i consigli e pareri fanno crescere, le critiche migliorare se stessi cercando la perfezione che non esiste se non nell’essere soddisfatti per i risultati conquistati e i traguardi futuri

iye A quali punti cardine ti riferisci nella creazione del concept?

Non ho punti fermi, è questione di libertà mentale, di opinioni, di bozze su carta e verbali, messaggi whatsapp che possono partire da un’idea ignorante e trasformarsi in qualcosa di grande. Non mi piace etichettare o racchiudere le cose nella vita come nel lavoro. Non puoi rinchiudere la creatività dentro delle barre altrimenti non è creatività ma rimane creazione, ci vogliono giuste dosi di genio e sregolatezza, lasciare libera la mente senza paura di piacere o meno altrimenti ci si limita troppo. Si può notare infatti dalle grafiche la diversità di stili o tematiche, come ad esempio Little Red, creata come rivisitazione della fiaba di Cappuccetto Rosso, dando però il coraggio e la determinazione alla protagonista, Positive Life in stile Fallout, un manifesto post-atomico di come funziona il mondo, dove devi apparire sempre felice mentre tutto va a rotoli e, per citarne un’altr,a Music Girl, una ragazza senza volto che nella sua camera è protetta, si rilassa, evade grazie al potere della musica che la porta altrove: a quanti di noi succede o è successo di rifugiarci nel potere delle note? Questo per dire che canoni, paletti e altri tipi di punti base non sono presenti nel mondo Brotherhood, si è come si è, unici perché mentalmente liberi di esprimersi e questo lo si può vedere anche nel nome che ho sul pc della cartella con i disegni “grafiche libere”.

iye I Blocco Boyz, con Giso, Lazza, Shine, Tel Aviv, Clark P da un lato, e Alessia e Sara Ventura dall’altro. Decisamente due buone ali per volare in alto. Come sono nate queste collaborazioni? Immagino in modo spontaneo e naturale…

Si certo, sono nate da una buona dose di fortuna da un lato e di Brotherhood dall’altro. Queste collaborazioni spiegano appieno il concetto cardine del brand secondo me, cioè quello di non avere barriere ed essere una grande Fratellanza in cui ci si aiuta, collabora e ci si vuole bene. Con la Blocco Recordz abbiamo iniziato a “collaborare” perchè un suo membro, Clark P, è un mio amico di vecchia data e vedendo le creazioni è rimasto entusiasta. Da lì l’idea di farle vedere al suo manager, che è lo stesso di Emis Killa, studiando un modo di collaborare per darci una mano nel nascere e farci conoscere al pubblico. Un ringraziamento enorme perché a differenza di ciò che si dice dei personaggi famosi, la Blocco Recordz ed i Blocco Boyz sono stati veramente un gruppo di amici e fratelli con cui scambiarsi opinioni, pareri e collaborare come se ci conoscessimo da sempre. Lo stesso con Alessia e Sara, la conoscenza è più datata, cioè dalle superiori andando nello stesso liceo. Anche a loro ho fatto vedere la linea e hanno subito sposato il progetto. Tengo a precisare che li ritengo tutti amici e non testimonial poiché hanno trovato il modo, fra i loro 1000 impegni, di regalarmi il loro tempo con in cambio solo il dono della tshirt scelta da indossare. Vi anticipo che ci saranno altri personaggi in futuro fra cui qualcuno dal mondo dello sport e del ballo!

iye Come la musica e l’immagine possono giocare assieme secondo il tuo punto di vista?

Semplice, la musica è l’immagine del mondo che abbiamo in testa, libera la fantasia, scioglie le briglie dell’immaginazione passando da farti cantare in cameretta con in mano un pennarello sentendoti a un tuo concerto piuttosto che facendo arrivare la mente a creare immagini, storie sul testo che stai ascoltando o pensando di essere tu il protagonista. La musica a mio avviso è la vera droga in circolazione, ma una droga buona, di cui farne abuso è d’obbligo, ci si immedesima, non ci si sente soli, ci avvolge e ci tiene stretti in un caldo abbraccio sonoro.

iye Grafiche colorate e graffianti… a quali stilemi vi riferite?

In breve oserei dire, facendo anche un po’ il creativo pazzo visionario dotato di genio e sregolatezza che dicevo prima, che lo stilema per le grafiche lo si può racchiudere in due parole che diventano una sola: bisogna avere LIBERA la MENTE per poter creare LIBERAMENTE

iye Cosa ti senti di aggiungere, in chiusura ?

Credo che al giorno d’oggi sia importante dare un messaggio, farsi conoscere per come si è ed IYEzine, tramite i suoi followers e la sua intervista, darà la possibilità alla Brotherhood di presentarsi e dire la sua, di farsi conoscere e spero crescere diventando non solo un brand ma un vero e proprio movimento che unisca tutti abbattendo le barriere mentali. Non ci si deve lasciar chiudere dentro codici o concezioni mentali, siamo tutti liberi di sognare, di creare, di dare spazio a ciò che abbiamo dentro anche se non sembra guardandoci intorno. Ma quello che mi piacerebbe creare è uno stile non solo d’abbigliamento ma uno status, come lo street, persone che vengono “dalla strada” (non per forza strada intesa come poveri o disagiati, ma qualcuno che non crede nelle sue capacità, si sente fuori dalla massa) che guardandosi intorno possono contare sull’aiuto, consigli ed esperienza di chi gli sta intorno, proprio come una Fratellanza…un po’ utopico ma d’effetto no?!

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