Partiamo dall’indietronica e dal dream pop idm dei puglieis Buckwise, passando per il post-hardcore onesto e rumoroso degli Hellgo e il rumorismo noise screamo dei LinguaSerprente per finire con lo stoner sabbathiano dei baschi Big Muff Brigade.
BUCKWISE
Nuovo disco per il quartetto pugliese Buckwise, si intitola “Neon” ed esce per Dischi Uappissimi e Bonimba Srls. Il suono dei Buckwise in questa loro seconda prova è improntato al dream pop, e si può trovare tantissima elettronica, specialmente idm.
Lo scopo del gruppo è quello di portare l’ascoltatore sulla loro nuvola lassù, dentro il blu del cielo, attraverso una musica sospesa che segue maggiormente la fisica delle emozioni più che quella sonora. La bellezza è portata qui dalla rarefazione musicale, dalla semplicità e dalla forza dei pochi elementi musicali che vengono usati per “Neon”.
L’elettronica incontra un certo tipo di sonorità forte e piena, e anche attraverso i giochi con eco della voce si crea una magia notevole, certamente non comune e che ha fatto risaltare i Buckwise come una della maggiori novità indie di questi ultimi anni.
L’originalità del gruppo e della sua proposta sonora è una peculiarità nata dal grande lavoro e dal talento del quartetto che non sceglie mai la via più facile, bensì quella più emozionante e dalla vista più ampia, anche se si fatica per salire, ma il risultato è grandioso.
Non esiste stagnazione o derivazione sonora in “Neon”, è tutto speciale e sognante, attraverso un uso dell’elettronica e del pop che è meravigliante più che meraviglioso, perché fa meravigliare l’ascoltatore in maniera attiva e mai passiva. “Neon” è un disco nel quale entrare e sognare, più che ascoltarlo ci si deve lasciare accompagnare in un sogno vigile, in una veglia sognante, dove anche i fallimenti sono scelte, e l’amore non muore mai.
HELLGO
Gli Hellgo sono un quintetto proveniente da Genova e nato dalla ceneri di Crtvtr e Naat, due notevoli gruppi dell’underground genovese. Il loro primo disco si intitola “Etiquette” ed esce per Octopus Rising, sussidiaria dell’Argonauta Records.
La definizione che gli stessi Hellgo danno del loro suono è post-hardcore, rumoroso ed onesto, ed è la migliore definizione che si possa dare sul suono del gruppo. I membri degli Hellgo provengono da due gruppi musicali molto particolari e con tantissime influenze al loro interno, e se le portano in questa nuova esperienza, sebbene sia radicalmente differente rispetto alle precedenti.
Il post-hardcore degli Hellgo è molto stimolante, ben suonato e con moltissime idee che lo arricchiscono in ogni traccia. Innanzitutto bisogna dire che il loro post-hardcore non è affatto ortodosso, è fortunatamente molto spurio, mosso da rabbia e amore, e questo lo si può ascoltare in ogni traccia.
Nel disco emerge molto questa dolorosa disillusione che porta ad una speranza differente, e questo suono sanguina ma non si arrende, lotta con il rumore per andare avanti e non fermarsi mai. La produzione di Mattia Cominotto al Greenfog Studio è, come al solito, meravigliosa nel senso che fa risaltare al meglio le caratteristiche del gruppo, ed è proprio quello che fa un grande produttore come Mattia. “Etiquette” è un disco in continuo movimento, un invito a spogliarsi delle cazzate e andare comunque avanti, perché è proprio il quotidiano il vero casino.
Esordio carico di momenti notevoli, ma soprattutto di un sentimento spigoloso e molto potente che permea tutto il lavoro, un’opera prima convincente e che lascia il segno in chi l’ascolta. Bellissime le grafiche firmate Temo.
LINGUASERPENTE
I LinguaSerpente sono nati a Treviso nel 2019 per mano di Nicola Crosato alla chitarra, Tommaso Mantelli alla voce, Roberto Olivotto alla batteria e Paolo Riscica al basso. I componenti hanno militato in diversi gruppi come Captain Mantell, Teatro degli Orrori, With Love, Bluid, Serpe in Seno e Sick Tamburo. “Fast radio burst” è il loro secondo disco e viene prodotto da quattro etichette : Shove, The Fucking Clinica, Overdrive, e Go Down. i fast radio burst sono brevi messaggi radio proveniente dallo spazio, dei quali non si conosce l’origine.
In questo disco si immagina che questi sconosciuti messaggi portino avvertimenti ai terrestri su come stanno conducendo la loro esistenza e su come trattano il loro pianeta, oltre ai pericoli portati dalle nuove tecnologie. Il suono dei Linguaserpente è un spigoloso e violento post-hardcore frammisto a screamo, con forti influenze noise ed hardcore.
La loro miscela sonora è nervosa e veloce, proprio come i fast radio burst, sinuosa e schioccante come la lingua di un serpente, e non ti lascia scampo come il destino della razza umana. I membri del gruppo sono sempre stati militanti del rumorismo, di quel fare musica al di fuori delle regole e degli schemi musicali, e qui raggiungono un notevole apice del rumorismo, che piacerà molto a chi non vuole ascoltare musica confortevole ma vuole spaccarsi la testa prima di fasciarla.
Il disco è molto potente e senza tregua, un dodici pollici intensissimo e senza un attimo di pausa, un continuo affastellarsi di rumore e paranoia, sfogo e rilascio, sempre in bilico, musicalmente densissimo e molto valido.
BIG MUFF BRIGADE
“” è il titolo del debutto discografico su Argonauta Records dei baschi Big Muff Brigade, con il loro poderoso stoner molto influenzato dagli anni settanta e dai riffs sabbathiani.
Dire stoner è coprire un’ampia porzione della musica pesante, ma in questo caso è proprio stoner stoner, nel senso che il gruppo basco fa riffs giganteschi che provengono direttamente dalla chitarra di Tony Iommi e che si espandono fumosi nell’aria, accompagnati da una ritmica granitica e da un cantato molto adeguato al contesto nel quale si trova. Nelle tracce del disco trova anche una certa importanza una psichedelia pesante che rende molto bene.
I brani sono strutturati come fossero jams in saletta, e fanno capire molto presto la bravura del gruppo nel tessere trame sonore ampie e con un grande sviluppo.
L’immaginario che scaturisce dall’ascolto del gruppo è proprio quello rappresentato nella copertina, ovvero un’epoca molto remota, foreste giganti come giganti sono i loro abitanti e uomini barbuti che cercano di sopravvivere, lottando anche contro eventi che vanno oltre il normale, in un mondo assai diverso dal nostro.
Parti più veloci si alternano a momenti maggiormente sincopati, ma il tutto è sempre molto calmo e molto anni settanta, tutto gira intorno a riffs di chitarra scritti ed eseguiti molto bene, prendendo tanto dagli anni settanta ma non essendo mai ovvi.
Un disco di stoner di alta qualità, scritto e suonato molto bene con competenza e passione, un ponte fra passato e presente.