Quest’estate non fate i banali, rinunciate alle spiagge, le serate al Papete con Matteo Salvini e venite qui, con Tommaso Salvini (no, non sono parente, neppure alla lontana), nelle splendide campagne pisane!
Abbiamo molto da offrirvi noialtri: lame ben arrugginite da passarvi sulle carni per generare infezioni, tetano e dolore, tutto al grido di No Mankind!
Hardcore e Sludge senza compromessi, dalle forti venature Crust-Grind; urla, suoni mandati in saturazione e tupa tupa come se piovessero meteoriti dal cielo!
I Butters questo sono: una delle migliori cartoline da inviare ad amici e parenti direttamente da una corsia d’ospedale a testimonianza della vostra permanenza in queste lande!
Se ancora non vi sono apparso convincente, vi invito a dare un ascolto a questa seconda prova dei miei conterranei Butters, appunto, “No Mankind”, come già scritto. Un condensato micidiale di tutto ciò che di Hardcore, Sludge, Crust e Grind fa energia, scoramento, disillusione, potere-violenza e delirio.
Donut Land è un inizio trionfante e animalesco, mentre gli Skitsystem e i Pig Destroyer prima maniera si alternano in cabina di regia. Una voce strappata dagli inferi più profondi per un cadenzato che esplode in lancinanti fughe Grind.
Black Moon è melma nella quale impantanarsi, ferirsi, arrendersi e lasciarsi morire: un trapano puntato al cervello, con quei fraseggi dissonanti sul finale, vero colpo gobbo in fase di arrangiamento.
La farsa epica di Combat Dwarf è divertente per quanto cinica: finalmente si parte a razzo con un bel quattro quarti dritto al punto, senza sentimenti e senza pausa. Finale devastante, mosh pit, braccia che vengono amputate di colpo.
Si rallenta solo per morire e in Burden si muore davvero: lenta marcia, debitrice agli Eye Hate God quanto al Doom più bastardo del pianeta, che si trascina e nel trascinarsi si frantuma.
Odori di Metallo fuso e furioso nei fraseggi per poi concludere con una sparata Crust dritta in faccia, come è giusto che sia.
Enemy è la hit estiva che vi meritate: quelle in odore di latino americana suonata da una radio in cortocircuito e spiagge devastate da 10-100-1000 bombe atomiche.
Divertirsi mentre il mondo va in mille pezzi: è quello che facciamo da una vita ed è per questo che pagheremo tutto e lo pagheremo caro.
Long Dream inizia con forza e poi, deliziosamente, frana fra urla disumane e un basso saturo; poi riparte tra metal e dissonanze (Gli Slayer di South Of Heaven, questo fantasma che aleggia, contagia, disfa, non perdona…) e si chiude in un finale al cardiopalma.
Death Thoughts chiaramente
Death Thoughts giustamente
Death Thoughts e nient’altro
Metal, Slayer, pensieri di morte, estremismo:
un trionfo di nere visioni per dodici minuti di devastazione totale. Un finale coi fiocchi ed il disco finisce nei latrati bestiali di un film horror anni ’80 di serie b.
Ci si rilassa quindi, si prova a fare il punto, assorbire quanto finora ascoltato ma, sorpresa, c’è anche la ghost-track come negli anni ’90: addormentarsi con l’ansia per svegliarsi con l’angoscia e ripetere l’ascolto, all’infinito, senza sosta, perché questo disco fa male, nei sentimenti, ma nel fare male cura e risolve, descrive bene quello che si prova a vivere qui, nella meravigliosa provincia di Pisa, dove il nulla ti assale, ti mangia pezzi di vita e cerca, in ogni istante, di renderti un automa; un burattino da apericene e splendide location.
Qui, dove i Butters vi sfidano a venire a bruciare la vostra Estate.