Il 25 Settembre di quest’anno è uscito By The Fire, il settimo album di Thurston Moore, pubblicato dopo un anno quasi netto dal precedente Spirit Counsel (a nome Thurston Moore Group). Non stupisce che ci sia un fil rouge tra i due lavori, ed infatti, guardando più in grande il percorso discografico dell’ex-Sonic Youth, sembra che la componente cosmico-krautizzante e strumentale di Spirit Counsel incontra la vena noise rock/pop di Rock ‘n’ Roll Consciousness del 2017, per dare così vita a By The Fire.
Thurston Joseph Moore ha sempre mantenuto ardente il sacro fuoco della sua grande passione, ovvero la musica, su più campi: infaticabile musicista, sempre disponibile alle molte collaborazioni, come per esempio l’improvvisazione libera Stovelit Lines, pubblicata il 2 Ottobre in digitale, in cui partecipa, John Butcher, John Edwards, Terry Day e Steve Beresford (quest’ultimo ex-collaboratore delle Slits); co-proprietario della piccola etichetta discografica indipendente Daydream Library Records, insieme a Eva Prinz, che ha fatto uscire i suoi ultimi due dischi in full-length; direttore della casa editrice Ecstatic Peace Library (di cui la label sopracitata è filiale), incentrata sull’underground sonoro; inoltre, col supporto di Pete Flanagan (proprietario di Zippo Records e a capo della music agency, specializzata nel supporto all’arte visuale in movimento, Soho Music) il figlio Jim, l’artista visivo Savage Pencil (già collaboratore con Sonic Youth e Big Black) e Eva Prinz, ha aperto a Londra (dove vive da diversi anni) un negozio di dischi e merchandise vario, in Stoke Newington, prima su Church Street e poi spostato all’indirizzo 1a Bouverie Road.
Perseveranza che Moore manifesta nello sperimentare con nuove strutture, mantenendo però il marchio indelebile dell’atonalità. Nel nuovo approccio, unione di diverse attitudini come abbiamo accennato, fa da sfondo una certa atmosfera “autunnale”, più eloquentemente malinconica e sognante, che rimanda a lavori con la storica band precedente, come A Thousand Leaves e Murray St.; dove il tutto devia attraverso viaggi interstellari verso mete oscure, con la elucubrante elettronica di Jon “Wobbly” Leidecker, già nei Negativland.
La consueta sezione ritmica, formata da Deb Googe (My Bloody Valentine) e Jem Doulton (con la collaborazione del fedele compagno Steve Shelley, che suona in Breath) dà struttura e slancio verso quella profondità cosmica, dove la chitarra scampanellante e dissonante di Moore e quella dal tratto più lisergico di James Sedwards sono punti di ancoramento in luoghi terreni durante quel viaggio sonico.
Come novità al discorso musicale proposto da Moore è la traccia Cantaloupe, dove l’attitudine psichedelica fa la sua piccola parte in quest’album; la musica diventa materia attraverso il muro sonoro prodotto dagli effetti delle chitarre e l’assolo di Sedwards dalle reminiscenze blues; musica anche come arricchimento delle parole che riproducono immagini caleidoscopiche scritte dal noiser americano.
Inoltre in By The Fire contribuisce Radieux Radio per quanto riguarda i testi e la realizzazione della cover del singolo di Hashish. Il poeta londinese collabora da molti anni nei lavori di Moore, ovvero da The Best Day del 2014; quelli dell’ultimo album, testi semplici ed evocativi, che a loro modo contemplano il desiderio di rinnovamento da questa pandemia.
Nuovi suoni e combinazioni fanno da sfondo alla poetica di Thurston Moore, stupendoci e portando avanti la sua straordinaria carriera, nel segno dell’atonalità e della sperimentazione tout court.