“Mentre cado, ricordati di me” è un libro tosto, crudo, che a volte ti prende e ti stritola lo stomaco dalla tristezza delle storie che racconta.
I brevi romanzi sono per certi versi assurdi, come se Kyle Minor volesse distrarre il lettore dal dolore presente nel libro, portarlo altrove con la mente per proteggerlo.
In un mix di surrealismo, autobiografia e immaginazione, l’autore crea mondi dove è improbabile che Dio ascolti le preghiere, dove difficilmente ci si salva, dato che sono i personaggi stessi il primo ostacolo per la redenzione.
La semplice analisi causa-effetto viene spiegata dal modo in cui lo zio sia morto suicida (“La questione di dove cominciare”); l’amore è rappresentato dal dialogo paradossale di due amanti che non si amano (“Glossolalia”).
Ma sono diverse le bizzarrie che si incontrano nella lettura: i robot cloni umani che prendono il posto di figli morti (“La verità e tutto il suo orrore”), la sistemazione della dentiera di un nonno morente in un letto di ospedale (“Prima, i denti”).
Infine, tristezza, povertà, malattia e disagio degli locali in una Haiti affamata, portano all’epilogo brutale della rivoluzione e del massacro (“Sette storie”, “In un paese lontano”).
Non è una lettura semplice e spensierata, ma di sicuro è un libro che apre a spunti di riflessione e di analisi.
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