iye-logo-light-1-250x250
Webzine dal 1999
Cerca
Close this search box.

Recensione : Calavera – Funerali Alle Hawaii

Calavera fa parte della nuova scuola cantautorale che tanto si va affermando ultimamente, sotto la direzione artistica di Carlo Barbagallo, il suo album "Funerale alle Hawaii" ha qualcosa di speciale.

Ok, quando si parla di cantautori oggi si pensa subito a qualche moderno mostro sacro: Colapesce, Dimartino, Brunori, Dente, Benvegnù e compagnia bella, come quasi per dire: “Sei un cantautore? Ah si somigli a…”: nel caso di Calavera, già arrivati alle prime due tracce, nel nostro cervello accade qualcosa di strano, la nostra voglia e prepotente smania di classificazione e di caccia al sosia si blocca un attimo, infatti ci chiediamo: “Da chi avrà scopiazzato Calavera?” e la risposta è: “Da nessuno”.

Probabilmente nel suo disco d’esordio intitolato Funerali alle Hawaii si potranno sentire certe influenze, inutile negarlo, quando cresci artisticamente ed umanamente in certi contesti è inevitabile mischiarsi e rimescolarsi a certi sound come quelli dei Froben o Colapesce, ma torniamo alla parte squisitamente tecnica: l’album d’esordio di Calavera è un funerale (ottimo modo di cominciare no?) ma alle Hawaii, dove anche i funerali sembrano allegri come il carnevale di Rio. L’album scorre e scorre pure bene senza quella preponderante moda di mettere chili e chili di elettronica e synth, è un album suonato e sentito che disseta e fa star meglio l’ascoltatore, senza ombra di dubbio. La libertà nascosta risulta essere la traccia di maggiore gradimento, uno strumentale dai ritmi serrati ed una voce d’ampio respiro, un vero e proprio pezzo di punta dell’album. L’esordio di Calavera può benissimo rappresentare una pietra miliare di questo 2016: il nuovo cantautorato sforna sempre ottimi lavori e non c’è dubbio che, in tutto questo, lo zampino di Carlo Barbagallo si sia fatto abbastanza sentire.

TRACKLIST
1) Le cose non risolte (parte uno)
2) I miei discorsi
3) La libertà nascosta
4) Le case d’inverno
5) Mentre dormi
6) Come i fiori
7) Se finisce il mare
8) Nuovi modi per capire
9) Le cose non risolte (parte due)

LINE-UP
Calavera – Voci, chitarre acustiche ed elettriche, basso, tastiere, synth, batterie elettroniche e percussioni.
Donato Stolfi – Batteria e percussioni.
Carlo Barbagallo – Cori, basso, tastiere ed elettronica.
Enrico Messina – Tastiere, Rhodes, Hammond e Mellotron.
Luca “lallo” Mangani – Basso.

CALAVERA – Facebook

Get The Latest Updates

Subscribe To Our Weekly Newsletter

No spam, notifications only about new products, updates.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

POTREBBE INTERESSARTI ANCHE

Francesco Pelosi

Francesco Pelosi: Abbiamo intervistato Francesco Pelosi in occasione dell’uscita del suo ultimo disco: “Il rito della città”. Buon…

Orson – Here

Cantautore dalla nobile penna, Cataldo Bevilacqua in arte Orson illustra un mondo acustico e pieno zeppo di sensazioni, storie e sentimenti.

Peter Piek – Plus

I brani di “+” sono dei quadri cantati, un lavoro artistico privo di esitazioni. Sound equilibrato e ogni accordo al posto giusto, la voce di Piek conduce dolcemente per mano l’ascoltatore esattamente dove vuole lui, facendolo addentrare nel suo mondo fatto di immagini e note. Piek non lesina sui colori né sui suoni, proponendo già dalla copertina, da lui stesso realizzata, uno schema fatto di tinte vivaci e sfumature che è la chiave di lettura essenziale dell’album. “+” è un energico disco pop rock attraversato da un vasto range di influenze musicali. Ritmi veloci e lenti. Tante canzoni d’amore. Con molte chitarre, molta batteria e intermezzi elettronici come nuovo elemento della musica di Peter Piek.