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Recensione : Cameraoscura Stone Wired Paenitentia Fatality

CameraOscura: Split in cassetta per due interessanti realtà del dark ambient mondiali, l'italiano Marco Valenti fondatore della bellissima etichetta musicale Toten Schwan e qui in azione con il suo progetto dark ambient drone Camera Oscura, un'entità molto interessante e profonda.

CameraOscura \ Stone Wired \Paenitentia \ Fatality

Exabyssrecords in collaboration with Non Label Interested Tape Promotion

Split in cassetta per due interessanti realtà del dark ambient mondiali, l’italiano Marco Valenti fondatore della bellissima etichetta musicale Toten Schwan e qui in azione con il suo progetto dark ambient drone Camera Oscura, un’entità molto interessante e profonda. Il suo pezzo sviluppa in poco meno di quindici minuti una ragnatela sonora che gioca tra la luce e le tenebre, sempre sull’orlo del precipizio, guardando ora in alto ora in basso.

La traccia è divisa in tre parti, si parte dall’atto di dolore all’interno della penitenza, ovvero l’espiazione fisica e spirituale dei peccati che ci portano lontano dai nostri simili e dalla giusta via. Per fare ciò bisogna guardare qualcosa che è superiore a noi stessi e quindi guardare ciò che sta sopra di noi, per poi poter arrivare al terzo atto, che è poi quello più importante, ovvero la riconciliazione con noi stessi e con gli altri, parti differenti di un uguale.

Marco riesce a trovare le vibrazioni giuste per descrivere tutto ciò, e nel suo intento va oltre, dato che come ogni gran disco di dark ambient ci lascia una suggestione, un alito che possiamo trasformare nel vento che vogliamo. Una grande traccia per un progetto molto interessante, oscuro, a suo modo un blues delle catacombe.

La seconda ed ultima traccia dello split è di Stone Wired, americano e fautore della vecchia scuola industrial, tanto per indicare un paragone un Atrium Carceri più incisivo e corrosivo. Il suo pezzo è diviso in due, si comincia con Fatality, composta da un tappeto di suoni minimali intervallati da droni che tranciano il condotto sonoro, paura che vola radente, inversioni improvvise come fiamme fredde.

Putrid Flesh è la seconda parte del pezzo, e già il titolo è un programma, infatti la velleità e la pesantezza delle nostre carni è uno dei temi preferiti del dark ambient, che è qui per farci male, non per farci passare del tempo.
Ottimo disco condiviso tra due ottime entità di un genere che è più una cospirazione globale, la continuazione non solo sonora di un qualcosa che risale allo gnosticismo e ai catari, un lavarsi in acque tenebrose e necessarie.

Non è musica per tutti e non lo vuole essere, ma chi la ama non può farne a meno, e questa cassetta ne è la testimonianza più fervida.

 

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