Porta in alto la mano / Segui il tuo capitano / Muovi a tempo il bacino / Sono il capitano Uncino.
Sì certo Dj Francesco questa è la tua immagine del capitano, un fighetto alla Johnny Depp, ma il nostro capitano, il capitano Crunch, è differente e somiglia molto di più all’indimenticabile Superciuk l’ (anti) eroe di Max Bunker che rubava ai poveri per dare ai ricchi.
Ed è così che torna ai suoi adepti, accompagnato dal suo mucchio selvaggio, proponendoci nuove canzoni grazie alle quali si viene condotti per mano attraverso le nebbie di un tempo lontano nel quale ameremmo risvegliarci domani mattina.
Le vette del disco sono poste in apertura ed in chiusura e sono contenute nell’esaltante suono prodotto dall’armonica di Crimine Beat e dall’andamento sbarazzino di Settima Ora.
Fra queste due perle trovano spazio brani altrettanto pregnanti come la sinuosa Non Lo So, la melodia coinvolgente di Pinewood Ball, le struggenti Selmer Time Blues, Blackman e la garagistica It’s Hard; mentre, a condurci nel meraviglioso solco della tradizione beat tricolore, ci pensa la rilettura in italiano della dylaniana Like A Rolling Stone che diventa Come Una Pietra Che Rotola.
Il titolo dell’ album è in fondo una dichiarazione programmatica, di intenti, perché tutti noi di cambiare non ne abbiamo nessuna intenzione.
Lunga vita a band come questa perché il fuoco sotto la cenere continui a bruciare; a qualcuno potrà sembrare poco più che revivalismo, ma, per i veri appassionati di un suono che non morirà mai, si tratta invece di una necessaria quanto (in)salubre boccata d’aria fresca. O mefitica.
Fate voi.