iye-logo-light-1-250x250
Webzine dal 1999

Carmine Mangone – Quest’amante Che Si Chiama Verità. Microinsurrezioni

Mangone è un sovversivo che crescendo ha compreso molto bene cosa sia davvero la rivoluzione e la sovversione, prima di tutto dei nostri corpi e dei nostri sensi.

Carmine Mangone è un sovversivo. Non un agitatore culturale o qualche stronzata del tipo che piacciono tanto ai burgeois. Mangone è un sovversivo che crescendo ha compreso molto bene cosa sia davvero la rivoluzione e la sovversione, prima di tutto dei nostri corpi e dei nostri sensi.
Questo libro parla di sesso come mezzo di vita, come metafora della vita e anche come occasione di ragionare su noi stessi. Non avete mai letto niente di lontanamente simile a Mangone.
Non aspettatevi le classiche erezioni in questo libro, quando si parla di sesso non c’è nulla di pernicioso, qui c’è il sesso come specchio della nostra natura, e l’uso che facciamo dei nostri corpi.

L’incipit :
“Nudi, esatti. Di fronte alla carità di pensiero. Facciamo violenza alle parole. Soprattutto alle parole belle. Riteniamo d’altronde che la scrittura sia una sorta di livido. Vestiamo perciò ogni parola come se fosse una puttana e ne scopiamo il significato fino a farla venire nei nostri corpi.
I confini dei nomi sono pelle da graffiare, da tendere sopra ogni mancanza. Ombrello bucato, festoso. Messa a morte della poesia e rinascita come volontà e movimento nel seno dell’intesa.”
L’autore scrive pagine bellissime e sincere, parte dalla sua esperienza sessuale con una donna particolarmente stimolante, e arriva a parlare di insurrezioni, microinsurrezioni. Molte cose possono essere insurrezioni, ma come dice l’autore e condivido in pieno, la rivoluzione è il costruire spazi nei quali darsi senza chiedere nulla in cambio. Alla fine il senso è tutto questo, in una società dove ogni cosa ha un prezzo, la solidarietà non deve averlo, e poi da lì potremmo costruire un mondo migliore.

Il libro è davvero scritto bene e in maniera del tutto originale, e mi è piaciuto tantissimo.
E’ molto forte, ti fa guardare e ti fa capire che il sesso è un linguaggio, è un modellare i nostri corpi attraverso quello di qualcun’altro.
Carmine da 25 anni si occupa di sovversione, sovverte lui stesso, è punk, ma punk vero non per il soldo. Ha tradotto molti autori francesi e ha girato con autori importanti.
E per me è lui stesso un autore importante, quando cerchi certe cose non t’importa del nome.
Un libro sovversivo e di grande potenza, che dovrebbbero leggere tutti i compagni, nella dialettica di cercare qualcos’altro, di aprire spazi prima di tutto fra di noi, di lottare, perchè questo è un libro di lotta e amore. Tanto amore.
Illustrazioni di quel genio che è Marco Castagnetto, che quando non disegna la copertina degli Infection Code o del libro sugli Opeth, illustra splendidamente il libro di Carmine Mangone.

120 pp. 10 Euro

Gwynplaine Edizioni
Via Fontanelle 4 60021 Camerano (AN)
www.gwynplaine.it
gwynplaine.edizioni@gmail.com

Share:

Facebook
Twitter
Pinterest
LinkedIn
Get The Latest Updates

Subscribe To Our Weekly Newsletter

No spam, notifications only about new products, updates.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

POTREBBE INTERESSARTI ANCHE

The Queen Is Dead Volume 129 – Reese, Zed & Dalia Nera, Deep Valley Blues.

Come capita sempre più spesso, non per nazionalismo ma perché in Italia nell’underground ci sono ottime cose, in questa puntata ci sono tre gruppi italiani : si parte con i vicentini Reese e il loro post hardcore misto ad emo, seguono i siciliani Zed & Dalia Nera che sono un gradito ritorno, e chiude l’heavy blues maledetto dei calabresi Deep Valley Blues.

Frontiere Sonore Radio Show #8

Monos, Klo’s quintet, REMY VERREAULT, Linda Silver, The Men, Roberto Colombo, Roger Robinson, Vagina Moster, Sly Asher & Les Vieux Mogos ecco gli ingredienti di questa ottava puntata

The Dictators – s/t

The Dictators: col loro proto-punk del debut album “Go girl crazy!” e dischi come “Manifest destiny” e “Bloodbrothers”, e capeggiati dal frontman Handsome Dick Manitoba, sono stati tra le band che, nella prima metà dei Seventies, hanno inaugurato (e anche chiuso, trent’anni più tardi)