iye-logo-light-1-250x250
Webzine dal 1999
Cerca
Close this search box.

Recensione : Carved – Dies Irae

L’interessante uso delle tastiere e la voglia di non appiattirsi su modelli precostituiti rendono meritevole d’attenzione questo lavoro che mette a frutto l’intensa attività live svolta dai Carved a supporto di nomi prestigiosi della scena metal italiana.

Carved – Dies Irae

Interessante il potenziale esibito dagli spezzini Carved con questo loro esordio su lunga distanza.

Il death melodico proposto dai nostri, infatti, differisce senza dubbio dagli schemi consueti e, pur condividendone la catalogazione di sottogenere e la data di pubblicazione del disco, per esempio, non hanno neppure troppi punti in comune con i compagni d’etichetta Kruna.
In effetti, come accade, sia pure con modalità diverse, alla band friulana, tutto sommato anche i Carved aderiscono solo a tratti agli stilemi classici della scuola svedese, prendendo come possibile riferimento, specialmente nei brani più sinfonici, i Dark Lunacy, pur mostrando rispetto a questi una ridotta componente orchestrale; azzarderei anche, per attitudine e varietà compositiva, una certa affinità con i primi due lavori dei tedeschi Pyogenesis, usciti a metà degli anni ’90.
Dies Irae si snoda pertanto in maniera snella alternando, nei suoi quaranta minuti scarsi, brani dalla notevole forza evocativa, quali Echo Of My Cinderella, The Perfect Storm e Black Lily Of Chaos, ad altri episodi più diretti ma non privi di azzeccati inserti melodici (Enter The Silence, Scripta Manent, Ashes Of A Scar).
Un interessante uso delle tastiere e la voglia di non omologarsi più di tanto a modelli precostituiti rendono meritevole d’attenzione questo lavoro che, peraltro, mette a frutto l’intensa attività live svolta a supporto di nomi prestigiosi (uno su tutti, i corregionali Necrodeath), anche perché questo pare essere solo il primo passo di un percorso che potrebbe riservare alla band ligure non poche soddisfazioni.

Tracklist :
1. Dies Irae (Praeludium)
2. Echo of My Cinderella (The Final Symphony)
3. Enter the Silence
4. Scripta Manent (Bullshit)
5. The Perfect Storm
6. At the Gates of Ice
7. Ashes of a Scar 0
8. Black Lily of Chaos
9. A New World (Postludium)

Line-up :
Nicola Paganini – Bass
Francesco Daniele – Drums
Alessio Rossano – Guitars
Alessandro Ferrari – Guitars
Mattia Nuti – Keyboards
Cristian Guzzon – Vocals

CARVED – Facebook

Get The Latest Updates

Subscribe To Our Weekly Newsletter

No spam, notifications only about new products, updates.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

POTREBBE INTERESSARTI ANCHE

Treni ad Altra Velocità – Intervista con Fabio Bertino

Una conversazione con Fabio Bertino, autore in tempi recenti di due libri in cui racconta le proprie esperienze di viaggio lungo il nostro paese, percorrendo linee secondarie o utilizzando per gli spostamenti solo i più “lenti” treni regionali.

Amarok – Resilience

La cifra compositiva degli Amarok è piuttosto personale in quanto, rispetto al più canonico sludge doom, la band californiana non teme di rallentare i ritmi fino a sfiorare un’asfissia scongiurata dal mood atmosferico e melodico che pervade buona parte di un lavoro riuscito come Resilience.

Abysskvlt – mDzod Rum

Gli Abysskvlt, con mDzod Rum, propongono un’opera di grande spessore, sia dal punto di vista spirituale che strettamente musicale, ma non si può nascondere che tali sonorità siano principalmente rivolte a chi possiede un’indole incline alla meditazione.