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Recensione : Cesare Basile – Cesare Basile Le Ossa Di Colapesce

A quasi due anni di distanza dal precedente “Sette Pietre Per Tenere Il Diavolo A Bada”, l'instancabile Cesare Basile (oltre vent'anni di carriera musicale alle spalle), ritornato nella sua Sicilia e messo in piedi (insieme a molti altri musicisti) L'Arsenale – Federazione Siciliana Delle Arti E Della Musica, dà alle stampe il suo ottavo disco (il primo che ha come titolo il nome del musicista stesso) e Le Ossa Di Colapesce (vinile contenente otto rivisitazioni acustiche di sue canzoni).

Ad aprire l’album di inediti è Introduzione E Sfida che, dopo una partenza distesa e rilassata (giocata solo su note di chitarra), decide di mostrare un volto molto più deciso e determinato, lasciando spazio all’incisiva, tagliente e viscerale Parangelia (e al suo “non tornerò giù in strada senza un’arma”). Canzuni Addinucchiata, concentrata sulle cadenze ritmiche, narra della drammatica storia di una donna costretta a stare in ginocchio per tutta la vita e che, ormai morta, viene calata con quella stessa posizione anche nella fossa, mentre Nunzio E La Libertà, lenta, cupa e drammatica, lascia spazio al rovente e sofferto svilupparsi di Marilitta Carni (incentrata sul tema dei lavoratori di giornata, sullo sfruttamento del lavoro e sull’immigrazione) e al terribile racconto di Minni Sparturi (donna del popolo che, a causa della sua bellezza, viene fatta uccidere dall’amante). L’Orvu, tra chitarre, sonorità dense e ritmo veloce, lascia spazio al delicatissimo ed emotivo evolvere di Caminati (brano che parla di pazzia, libertà e prigionia), al malinconico e composto incalzare di Lettera Di Woody Guthrie Al Giudice Thayer e all’amaro riflettere sul potere (che schiaccia i disperati) della conclusiva Sotto I Colpi Di Mezzi Favori.

Le Ossa Di Colapesce, invece, parte con la chitarra singhiozzante (supportata da torride note di armonica) di A Tutte Ho Chiesto e il denso scorrere di Orto Degli Ulivi (voce soffusa, organetto e percussioni ad avvolgere con lieve malinconia). Dal Cranio, anch’essa più calda e sottile, prosegue lasciando spazio alla desertica cover di Maria Nella Bottega Del Falegname (Fabrizio De Andrè) e al ritmato incedere di Dite Al Corvo. All’Uncino Di Un Sogno, sul finire, scivola delicata e lievemente cupa, aprendo, con le sue note di chitarra, alla voce squillante de L’Orvu e all’arido evolvere della conclusiva Finito Questo.

Il nuovo lavoro di Cesare Basile, sempre più incentrato sull’uso del dialetto siciliano e sulla sua terra di origine, si configura come un insieme denso e sanguigno di ottimi brani. Ci sono i contenuti, le buone melodie, le idee e gli arrangiamenti (decisamente curati); il linguaggio cruento e la rabbia dei precedenti lavori viene leggermente abbandonata, mentre si fanno spazio nuove direzioni (calore sonoro e atmosfere polverose). Sempre in quest’ottica, si inserisce il piacevole extra de Le Ossa Di Colapesce che, con le sue otto rivisitazioni, amplia in maniera consistente lo scenario già definito. Perdersi un disco come questo è sicuramente un peccato.

Tracklist:
Cesare Basile
01. Introduzione E Sfida
02. Parangelia
03. Canzuni Addinucchiata
04. Nunzio E La Libertà
05. Marilitta Carni
06. Minni Spartuti
07. L’Orvu
08. Caminati
09. Lettera Di Woody Guthrie Al Giudice Thayer
10. Sotto I Colpi Di Mezzi Favori

Le Ossa Di Colapesce
01. A Tutte Ho Chiesto
02. Orto Degli Ulivi
03. Dal Cranio
04. Maria Nella Bottega Del Falegname
05. Dite Al Corvo
06. All’Uncino Di Un Sogno
07. L’Orvu
08. Finito Questo

Line-up:
Cesare Basile
Luca Recchia
Massimo Ferrarotto
Rodrigo D’Erasmo
Enrico Gabrielli
Andrea “Fish” Pesce
Marcello Caudullo
Marco Iacampo
Guido Andreani

CESARE BASILE – pagina Facebook

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