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Recensione : Cgb – Schegge

Il ritorno dei CGB orgoglio dell' hardcore ligure e non solo

Maggio 1989 corso per vigili del fuoco, caserma de Le Capanelle Roma interno camerata buio e silenzio.
Sono sconvolto marcio, l’erba degli allievi cosentini è davvero potente, e sto ascoltando il walkman quando un compagno di corso di Arma di Taggia di cui non ricordo più il nome – quanto vorrei ricordarlo e magari cercarti su qualche social e poterti rivedere fratello mio – mi passa una cassetta dicendomi che dentro c’è un gruppo punk di Imperia davvero figo e che certamente mi piacerà.
Quella che ascoltai era Figli della Rabbia Figli del Dolore primo ep dei Crime Gang Band e cazzo se mi piacque, era musica veloce ed arrabbiata e la loro rabbia era la mia rabbia ed il loro dolore il mio dolore espressi con la semplicità e l’efficacia che avrei voluto avere io. Da quegli anni lontani i Crime – adottando l’acronimo CGB – si sono riformati nel 2002 ed hanno inciso ancora un bel po’ di altre canzoni, tra le quali l’anthemica Brucia uno fra i dieci pezzi più belli di sempre dell’hardcore italiano, e sono invecchiati con me non perdendo un’oncia di quella che era e che è l’attitudine incrollabile che li porta a voler fare ancora album e a suonare in giro nell’anno del signore 2019.
Ultimo parto della band, a proposito la commistione tra vecchia e nuova guardia al loro interno funziona alla grandissima, è questo Schegge, sei pezzi più un intro di hc old school, per me l’unico hc esistente quello new school insozzato di metal mi fa letteralmente schifo, che filano dritti come un treno in corsa, registrati come dio (rigorosamente in minuscolo) comanda e arricchiti da testi che fanno pensare riflettere ed emozionare. Se proprio devo indicare una canzone che si stagli al di sopra dell’altre e credetemi non è affatto un complimento agevole scelgo
Così Distante nel quale ritornello e coro annesso ucciderebbero un toro in carica, in senso metaforico of course.
Bellissima la copertina, il libretto, bellissimi loro, chi non compra questo cd è della Digos!
P.S. : La frase “Sarà che siamo inquieti” citate nell’intro l’ho già sentita o letta da qualche parte, ma ora non ricordo dove…
Scaletta : 1) Intro (Schegge) ,
2) Iridi Stanche,
3) Stasi,
4) Catastrofi a rilento,
5) Nonostante o a Causa di Tutto,
6) Così distante,
7) Prevalenza di Nero

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Marco Balestrino è una fucina di idee, lui vive, pensa e agisce sempre in base alle sue passioni; è un puro ed i Klasse Kriminale sono il suo credo in qualsiasi momento della sua vita.

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