Oliver Twist, grande classico della letteratura d’oltremanica, che molti avranno letto a scuola spesso anche in lingua originale, è il tipico esempio di romanzo picaresco inglese.
Trovatello dalla nascita assapora fin da subito l’amarezza e le privazioni degli orfanotrofi che lo introdurranno nel sottobosco della criminalità londinese, dove entrerà a far parte di una piccola banda di giovani delinquenti capitanata da torvi personaggi senza scrupoli.
Dickens crea una parallelismo tra l’ambiente degradato e ingiusto delle fasce deboli e l’animo puro e innocente del giovane protagonista, vittima inconsapevole di un destino disgraziato.
Ma come ogni personaggio fiabesco della letteratura britannica nato sotto una cattiva stella, riuscirà nonostante tutto ad emanciparsi e a prendere in mano la propria vita.
Non è l’Inghilterra la patria del liberalismo dove chiunque dotato di buona volontà può tentare l’ascesa sociale? Agli occhi di noi italiani di oggi questa prospettiva può sembrare vagamente buonista, ma nel pieno del boom economico del 1800 in Inghilterra questi temi erano all’ordine del giorno.
Premesso che in circolazione ci saranno svariate critiche/recensioni di persone ben più titolate del sottoscritto (e ci vuol poco), che hanno scritto diffusamente del contesto storico e sociale dell’opera, mi è sembrato bello avere l’opportunità di rileggerlo e di dire la mia a riguardo.
E’ importante segnalare che l’autore nasce come cronista, per cui è prima di tutto un osservatore attento a descrivere gli ambienti e le situazioni circostanti. Si, perché la cosa più interessante del romanzo, aldilà della storia che già da subito preannuncia un lieto fine con la redenzione del protagonista solo e sfortunato, è il contesto, cioè Londra, the Big Smoke, affascinante e tentacolare, dove i veri protagonisti sono le taverne fumose, i mercati affollati e i quartieri malfamati. E proprio nelle descrizioni delle strade e degli individui che vi si aggirano furtivamente che Dickens da il meglio di sé, probabilmente senza rendersi conto che se per lui la vicenda del giovane protagonista è il perno attorno a cui tutto ruota, per noi lettori è proprio il contrario. Detto questo, l’altro pregio che va riconosciuto allo scrittore è lo stile narrativo sempre fresco e ironico, scandito da riflessioni più o meno critiche verso la società e le istituzioni, che spesso e volentieri si trasformano in denunce. I characters non hanno sfumature che possano caratterizzarli a fondo, ma sono equamente divisi tra buoni, onesti e generosi e cattivi, insensibili e senza scrupoli.
Senza nulla togliere a Dickens e al suo fortunatissimo libro, non nascondo l’impressione che se a scuola ci avessero fatto leggere qualcosa di un po’ più accattivante e di un po’ meno antidiluviano forse buona parte di noi avrebbe dato qualche soddisfazione in più ai propri insegnanti.
http://www.ibs.it/code/9788860739520/dickens-charles/oliver-twist.html
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