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Recensione : Chevel – Air Is Freedom

Dario Tronchin è un personaggio in rapida ascesa nella scena techno, che sotto il nome Chevel nel giro di poco più di un anno ha avuto un impatto col botto a livello europeo, fino alla consacrazione ufficiale che giunge ora, con questo album chiamato Air Is Freedom.

E pensare che questo ragazzo non ci ha messo molto ad entrare nel giro della techno underground e cerebrale europea che conta: la prima uscita come Chevel è del 2011, a lanciarlo fu la Stroboscopic Artefacts, la fucina di talento del buon Luca Mortellaro, in arte Lucy, laboratorio anche per un talento come il taiwanese Xhin e un altro techno act italiano in ascesa esplosiva, il duo Dadub. Nel corso del 2012, la piattaforma musicale di sua creazione, assieme ad amici, chiamata Enklav, veicolo attraverso cui Dario ha pubblicato il suo primo album “Apply Within”, gli ha permesso di guadagnare una discreta attenzione. Ma arrivando verso la parte che più ci interessa di questa storia, troviamo il ragazzone veneto che entra in contatto con altre etichette, e in particolare con la NON Series, l’etichetta dello spagnolo Psyk, che pubblica un EP, Hearing, e in seguito chiede a Dario di suggellare questa collaborazione con un full-length, ed eccoci giunti a Air Is Freedom, una grande opportunità per Chevel, e anche un bel colpo per la NON, che sembra molto attento alla techno nostrana, potendo già annoverare nel suo catalogo 2013 anche l’album di Raffaele Attanasio.

L’hype generatosi intorno alla sua figura gli vale anche un interessante approfondimento su Resident Advisor, a cui rimando per i più curiosi. Ma ora concentriamoci sul disco.
Si comincia con Crossing, la traccia che più si addice per iniziare a calarci in profondità nel mood e nelle atmosfere di quest’album; un suono dub-techno ovattato e avvolgente, con inserti acidi e sci-fi lasciati in background. Chevel però ama rimescolare continuamente le carte, perciò cambia subito registro, una prima volta mettendoci di fronte al duro impatto di Entanglement, un potente martello un pò à-la-Plastikman, e una seconda volta con Lumen, che al contrario arriva quasi al sotterramento del battito in favore delle atmosfere.
Questa alternanza si ripete più volte, sostanzialmente per tutto il disco, in una oscillazione che porta giù e su il ritmo, per ogni lato della raccolta, prima traccia → atmosfere, seconda traccia → maggiore potenza.
Dopo Own, troviamo alcune delle tracce più interessanti, cioè l’intrigante Nightbus, che abbatte i muri del club aprendo le prospettive ad esplorazioni spaziali, e di seguito la più concreta e oscura Harsh Times, in stile Shifted.
Sul finale troviamo l’acidità sfumata e ovattata di Dario’s Diet, e i battiti sincopati di drum machines della conclusiva title-track.

Un disco solido e molto interessante, che suggella la crescita e la maturazione del giovane producer trevigiano, e lo lancia tra i grandi.
Un altro grande full-length per chiudere in bellezza un grande anno per la techno di origine italiana!

Tracklist:
A1. Crossing
A2. Entanglement
B1. Lumen
B2. Own
C1. Nightbus
C2. Harsh Times (Edit)
D1. Dario´s Diet
D2. Air Is Freedom

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