Debutta con album a proprio nome, quest’artista visuale e musicista americana che da quasi un decennio ha scelto la vecchia Europa (il Belgio) come casa.
Ve la ricorderete per esser stata parte del duo Dead Texan con Adam Wiltzie (Stars of the Lid): passarono anche a suonare per il bel paese, ma non ho un convincente ricordo del loro concerto, l’altro mio ricordo su di lei è legato all’ultima apparizione in Italia (ahi noi) di Sparklehorse dove assieme al fedele Adam accompagnavano il nostro alle tastiere ed alla chitarra, in quell’occasione Christina si occupava anche degli interventi visuali.
N°1 arriva oggi, maturando probabilmente quelle esperienze, disegnando dinamiche sonore intense e rotonde, vere e proprie composizioni contemporanee che in certi momenti riescono ad andare oltre i lavori degli stessi Stars of the Lid; in altri la distanza si fa siderale, affrontando con archi e sintetizzatori un viaggio verso le fredde steppe. Nonostante questo è un disco che trasmette un certo calore, che rimanda volontariamente ad un suo immaginario (che vedremo a breve con la versione in dvd del disco) e penso possa proiettare Christina in mezzo agli emergenti indie/contemporanei (penso a Johann Johannsson ed in parte a Max Ritcher).