Una cosa è certa, le Cleopatras non sono un gruppo che si limita a suonare musica sixties: le Cleopatras fanno parte integrante della scena sixties italiana e ne fanno parte da più di un decennio.
Eh già perché oltre a calcare i palchi di numerosi festival, fra i quali il più prestigioso quello del festival beat,le si è sempre viste ballare a tutti i concerti che “contano”, sinonimo di una band di anti-dive che non si limita a suonare e scappare via ma che, insieme ad un gruppo di persone che coltivano le stesse passioni, lotta ogni giorno perché un certo tipo di realtà continui ad esistere e se possibile a proliferare.
Per questo nuovo album le cinque fanciulle toscane si avvalgono della distribuzione della Ammonia Records (Stp, Shandon, Crummy Stuff , ecc.), sperando di poter ampliare la cerchia dei propri ammiratori che, ne sono certo, è già comunque piuttosto folta.
Le danze si aprono con Heavy Bananas, una sorta di presentazione che, sul finale, è sostenuta da un grande suono garage, seguono Apple Pie e When I Was a Boy, due gemme di sixties pop fanciullesco che potrebbero ricordare le nipponiche Shonen Knife; i suoni surf sono ottimamente rappresentati da Here Come the Martians e Pole Surf e non manca neppure il bubblegum-punk stile prime Donnas di Sunny Days.
La parte riservata ai pezzi in inglese si chiude con la cover di Walk Like an Egyptian che certo non può mancare nel repertorio di una band chiamata Cleopatras ma che, a mio parere, risulta troppo levigata andando a rappresentare l’unico vero passo falso di tutto l’album.
Gli ultimi quattro pezzi sono invece cantati in italiano e sono tutti molto belli: Pazzo e Casanova strizzano l’occhio al beat italiano della migliore Caterina Caselli, mentre Luigi Luigi alza i ritmi del motore dando vita ad una garage song degna delle Pandoras.
Un discorso a parte lo merita La Mondina, un’emozionante canzone scritta negli anni ’50 e cantata dal coro delle Mondine di Correggio che le Cleopatras trasformano in un gran bel pezzo che ci riconcilia con il rock’n’roll cantato nella lingua di Dante.
Una scelta coraggiosa che sfata il mito secondo il quale una band di sixties music non possa trattare argomenti di maggior spessore musicale rispetto ai soliti canoni di amori, divertimento, macchine veloci.
Sbirciando il loro profilo Facebook, noto che il loro consiglio è quello di dare il via dal 4 novembre (data d’uscita di questo album) allo shopping compulsivo, consiglio che giro a voi per due fondamentali motivi: 1) comprando questo disco aiuterete la scena di cui parlavo poc’anzi 2) vi porterete a casa una raccolta di canzoni davvero molto bella e variegata.
Tracklist:
01. Heavy Bananas
02. Apple Pie
03. When I was a boy
04. Here come the Martians
05. Sunny days
06. Walk like an Egyptian
07. Pole Surf
08. Pazzo
09. Casanova
10. Luigi Luigi
11. La Mondina