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Recensione : Colle Der Fomento – Adversus

Quando tutto potrebbe essere facile, in pochi scelgono la via più difficile, quella che devi fare tantissimi chilometri, tantissimi gesti e fatica per riuscire.

Quando tutto potrebbe essere facile, in pochi scelgono la via più difficile, quella che devi fare tantissimi chilometri, tantissimi gesti e fatica per riuscire. Perchè è vero ci si abitua anche al brutto, ed in questi anni nell’hip hop ci si è molto abituati al brutto.

I gusti non si discutono, la trap che sta imperando ha sicuramente dei tratti e degli interpreti molto interessanti, come ad esempio la crew Love 126 di Roma, ma si ha bisogno di qualcosa in più.

L’hip – hop è forse la cosa più difficile da definire, ci sono tanti stili quanti sono i suoi interpreti, e ogni ascoltatore ha ovviamente le sue preferenze. In pochi riescono ad essere delle pietre miliari, i Colle Der Fomento lo sono e con questo ultimo disco, Adversus, hanno prodotto una cosa che rimarrà indelebile nei migliori dischi del genere in Italia, diciamo al livello di Sxm dei Sangue Misto. Innanzitutto è un disco con musica pazzesca, dj Craim, uno dei migliori dj in giro e socio di Kaos, è riuscito con un lavoro certosino a fare campionamenti suonati, ed in pratica è un disco suonato. La produzione è magnifica, il suono ha una nitidezza che arriva dritta al cervello.

E poi ci sono le parole. Queste lasciano a bocca aperta.

Non ci sono paragoni, il Colle parla al cuore dal cuore, con calma, l’urgenza è insita, ma ora siamo tutti un po’ più vecchi e ci vuole un minimo di tattica. Erano anni che i Colle non facevano un disco, più o meno dai tempi dell’ultimo dei Tool, e sinceramente andava anche bene così, sarebbe stato brutto vedere una leggenda cadere, un po’ come Buffon che fa un bugger su di un tiro da fuori area e prende un gol umiliante. Invece no. Questi sono i migliori e lo dimostrano una volta di più una volta per tutte.

Tutte le tracce sono notevoli, soprattutto è il sentimento che alberga in questo disco a fare la differenza. Qui il rap torna a raccontare, ad essere un codice privilegiato per spiegare la realtà dal proprio punto di vista. Sentire una canzone come Penso Diverso, una delle più belle canzoni politiche italiane di sempre, è vedere la realtà da un punto di vista diverso, con una musica incredibile e uno dei testi più belli mai sentiti.

La calma, la rabbia, la consapevolezza di noi stessi e degli altri vicino a noi, la nostra maschera che si rompe, come nella copertina all’interno. Un lavoro che è totale, bisogna ascoltarlo più e più volte, non per capirlo, ma per prendere un po’ di fluido positivo per poter uscire da quella porta. La storia passata, ed il futuro, ma soprattutto il nostro presente, parole che sono scolpite indelebili, con una musica che può davvero cambiare il rap italiano, come lo cambiarono con Odio Pieno tanti anni fa. Danno si conferma come un unicum nel rap italiano, Masito è mostruoso, è cresciuto tantissimo, la voce è cambiata e tutti i suoi interventi sono da brivido. In questa guerra che stiamo vivendo questo disco è anche un invito a pensare, a ripensarsi e a volesi bene.

Dopo la morte di Primo dei Cor Veleno, nulla sarà più come prima, e c’è anche il suo veleno qui dentro, come dentro l’ultimo bellissimo disco dei Cor Veleno. Ma questa è un’altra storia.

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