I Colorado sono stati un’oscura band di Città del Messico di cui possiamo dire, senza tema di smentita, che fino ad oggi nessuno aveva mai sentito nominare. Formati a fine anni ’60 dai tre fratelli Emilio, Francisco e Luis Espinosa Becerra e da un nugolo di loro stretti amici, si esibivano nel circuito universitario e delle piccole feste locali. Suonavano un repertorio misto di funky, musica tropicale e jazz.
Nulla di professionale, solo grande passione e voglia di condivisione. Una storia di periferia, come tante ce n’erano state, c’erano e ci sarebbero state.
Nel 1976 i Colorado diedero alle stampe un 45 giri ed intrapresero un piccolo tour promozionale con fugace comparsata televisiva. Poco dopo, tornarono nel
l’ombra dei loro impegni quotidiani e professionali, apparendo sui palchi sempre più di rado fino a sciogliersi.
Su internet fino a qualche settimana fa non c’era traccia né di loro né del loro disco. L’oblio era calato sui Colorado.
Ma la benemerita Matasuna Records durante un viaggio in Messico si è imbattuta casualmente proprio in quel 7 pollici e ha intuito che conteneva due perle musicali che non potevano per nulla al mondo continuare a restare occulte.
Ecco quindi la ristampa ufficiale di quel singolo, sulle cui due facciate i Colorado si esibiscono in due brani di esplosivo latin-funk che erano stati colpevolmente tenuti nascosti ai giradischi, alle orecchie ed ai culi danzerecci dei cultori del genere.
Il lato A presenta l’omonima “Colorado”, una vera bomba: organo ipnotico, batteria e basso pulsanti a dettare un ritmo sostenuto, chitarra liquida, poderosa sezione fiati e synth in grande spolvero. Poco meno di tre minuti di grande esaltazione per i musicisti e per l’ascoltatore. E da ora in poi anche per il ballerino sul dancefloor.
Anche “Para Ti”, impressa sull’altro lato, continua sullo stesso mood, accentuando inoltre gli aspetti di sperimentazione ed i cambi di ritmo: ancora una manciata di minuti di goduria da sparare a volumi alti per gli amanti della black music sia latina che funk.
Niente altro da aggiungere se non l’ennesimo plauso alla Matasuna Records che conferma ancora una volta, se ce ne fosse bisogno, un gusto attentissimo e sopraffino nella scelta delle pubblicazioni e ci svela ad ogni episodio vere e proprie pepite nella miniera del vinile ingiustamente dimenticato.
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