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Recensione : Combomatix – Chinese Songs For Bad Boys

Psichedelia, garage, punk e tanta nevrosi… siete avvisati!

Psichedelia, garage, punk e tanta nevrosi, questo è quel che traspare già dall’intro di Chinese Songs for Bad Boys, secondo album del duo francese Combomatix.

Chitarra (Jambon) e batteria (Warren) tanto bastano per metter su questo capolavoro proveniente da una nazione che oggi sta dettando legge in materia.
Registrato e mixato nel Novembre del 2014 esce solo oggi, a quattro anni di distanza dall’omonimo album (Frantic City Rds, 2012) per Howlin Banana e Retard Records, con distribuzione Modulor.
Rispetto al passato i Combomatix abbandonano sempre più la forma canzone e si lasciano trasportare dalla loro vena più primitiva e sperimentale. Il rilassante intro con tastiera distorta può trarre leggermente in inganno sulle reali intenzioni, infatti dopo appena, si fa per dire, due minuti ecco Wet Bones, un inno o forse una minaccia a ballare e sudare fino alle ossa seguendo una chitarra effettata a base di delay e voce urlante su una batteria che incalza sempre più, soprattutto nel finale. Chinese Thought e soprattutto Another Shakin sono caratterizzate da continui cambi di ritmo che lasciano stupiti. Il lato A si chiude con I’m On It, dove le influenze di Gories e soprattutto Oblivians sono maggiormente evidenti.
Lo splendido lato B si apre nuovamente con una sorta di garage sperimentale a base di tastiere tremolanti e schizzate, con Never Cut The Wire, per passare poi ad influenze più 60s, con Take A Ride e Guinea Pig, diventando addirittura surf su I Got Pills. Degna chiusura e sintesi di questo album è I’ll Make You Mad, forse il vero obiettivo della band … per cui prestate molta attenzione, siete avvisati!

Tracklist:

Lato A
1. Intro
2. Wet Bones
3. Chinese Thought
4. Another Shakin
5. I’m On It
Lato B
6. Never Cut The Wire
7. Take A Ride
8. Guinea Pig
9. I Got Pills
10. I’ll Make You Mad

Line-up:
Jambon: Guitar / vocals / key¬board
Warren: Drums

 

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