Non è poi così facile trovare nuove band dedite al doom classico, specialmente di questi tempi nei quali i gusti degli ascoltatori sono rivolti verso il più modaiolo stoner, genere che sta sicuramente regalando band e album straordinari ma che, a parte l’approccio settantiano, con la musica suonata, per esempio, dai Cosmic Plunge ha solo un lontano legame di parentela.
La band greca, infatti, lascia che ad impossessarsi della propria musica sia il demone dei gruppi classici, pilastri di quel sound che rallenta le ritmiche heavy metal per epicizzare le atmosfere, rendendo il tutto monolitico ma non “stonato”, così come facevano prima i Black Sabbath e poi, più avanti, Saint Vitus, Pentagram, Count Raven e tutte le band adepte alla musica del destino.
Wanderers On The Face Of The Earth è così un macigno ben costruito sulla falsa riga del doom più classico, con le ritmiche cadenzate in continua frenata, come serpenti che lentamente avvolgono l’ascoltatore in un abbraccio mortale: vocals epiche guidano la danza e accompagnano il lento incedere delle canzoni che ipnotizzano, rallentano i battiti cardiaci e conducono ad un limbo nel quale l’inerzia fa sì che, difficilmente, si riuscirà a trovare la forza per fuggire.
I brani, dalla durata media per il genere, sono ben costruiti su queste coordinate, lasciando che il lavoro scorra fluido, tra riffoni spessi come lava vulcanica, ritmiche poderose e grasse, e vocalizzi pregni di nenie epiche come da copione.
Ottime Doctrine e la conclusiva Some They Drown To The Sea, a conferma di un gruppo dalle buone potenzialità, che porta con sé i dettami del genere con passione e attitudine e confeziona un buon album del quale un ascolto ai fan del genere, i queli non ne rimaranno certo delusi.
Tracklist:
1. Wanderers on the Face of the Earth
2. Doctrine
3. A Tribe Full of Fear
4. The Curse (Lava Song)
5. Dead Man’s
6. Love Stands Beneath the Hurricane
7. Some, They Drown to the Sea
Line-up:
John – Bass
Panagiotis – Drums
Mick – Guitars
Jim – Vocals