Ci sono compilation perfettamente inutili, quelle di band famosissime delle quali si sa tutto o quasi e che, ad ogni pelo strappato ad uno dei musicisti, l’etichetta di riferimento ci sguazza licenziando raccolte, magari cambiando solo la scaletta da una all’altra, un modo come un altro per spillare soldi ai fans che, invece di guardare altrove, aprono il portafoglio per un acquisto superfluo.
Poi ci sono le compilation che in un unico cd racchiudono molto della vita di un gruppo, magari meno famoso, ma non per questo meno appetibile, come l’ottima release a cura della Demon Doll Records che immette sul mercato questo dischetto dove appaiono due dei lavori dei Cream Pie, il full length “Dirty Job” del 2008 e l’ep “Unsigned 2.0” uscito un paio di anni fa.
Un buon modo per conoscere un gruppo nostrano che del metal ottantiano e del lifestyle del Sunset Boulevard ha fatto il suo credo, mostrando che, se hai stoffa, non c’è Los Angeles che tenga.
Dieci anni di attività tra rivoluzioni di line up e tanti chilometri on the road, che hanno portato la band negli States più di una volta, e dato finalmente una stabilità alla formazione che vede Rachel O’Neill alla voce, la coppia d’asce formata da Nikki Dick e Phantom e la sezione ritmica composta da Nick Blast al basso e Brian Kent alle pelli.
Un rock’n’roll stradaiolo perfettamente bilanciato tra le tante influenze che pervadono il sound del gruppo, che se ne fotte di risultare troppo ruffiano, ma attacca al muro con il suo street metal d’assalto; certo, come da tradizione del genere non mancano le ballad, ma il gruppo sembra usarle solo per tirare il fiato tra una bomba e l’altra.
Si parte con l’opener dell’ep (Tiger) e, per chi non conosce i Cream Pie, l’attacco è da infarto: le canzoni si susseguono, fiammeggianti esempi di rock metal statunitense, quello degli anni d’oro di una Los Angels da “farsi”, così che le varie See Ya Later, The Evil Inside, le ballad Such A Psycho e l’ottima No Love Remains, e ancora Bad Habits e Missin’You incollano l’ascoltatore alle cuffie per un salto temporale da brividi.
Fall To Rise Again è un nuovo brano targato 2015, che fa da spartiacque fra l’ep e l’album, ottimo rock’n’roll fulminante e (spero) antipasto di una nuova uscita discografica ad opera della band.
“Dirty Job” risulta ancora più bello, una cascata di note tra il puro street, l’hard rock ed il glam metal, esaltante ed irresistibile, con brani che spaccano, irriverenti e divertenti come deve essere il genere, con perle come Whore, l’opener Leave In A Coma, le travolgenti Zip It e Tokio Nightz, la trascinante Face To Face e giù fino a Hungry For Mayhem.
Nessuna ballad, ma uno tsunami che travolge risultando uno dei migliori lavori in campo street metal usciti nella nostra penisola.
Ratt, Motley Crue, Skid Row, L.A Guns, Faster Pussycat, ma potrei citare tutti i gruppi che resero fenomenale tutto quello che girava intorno al Sunset, sono i padrini di un sound che i Cream Pie riescono a riprodurre con talento ed attitudine.
Tracklist:
1. Tiger
2. See Ya Later
3. The Evil Inside
4. Such A Psycho
5. No Love Remains
6. Bad Habits
7. Missin’ You
8. Fall To Rise Again
9. Leave In Coma
10. Long Leader
11. Whore
12. Zip It
13. Tokyo Nightz
14. Electric Blue
15. Face To Face
16. Love Is Blind
17. So Bad
18. Hot Sensation
19. Hungry For Mayhem
Line-up:
Rachel O’Neill- Vocals
Nikki Dick – Guitars
Phantom – Guitars
Nick Blast- Bass
Brian Kent- Drums