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Recensione : Cristian Vogel – Polyphonic Beings

Qui c'è tutta l'essenza di Cristian Vogel, uno dei maggiori musicisti elettronici della nostra era, in un grande stato di forma.

Dare una definizione di Cristian Vogel è davvero difficile, ma basterebbe sentire la sua opera musicale per rendersi conto di chi abbiamo davanti.

Nato in Cile, è presto emigrato in Inghilterra e più precisamente a Brighton, dove ha vissuto in pieno la grande epoca dell’elettronica inglese.
Vogel è innanzitutto un innovatore, uno dei quei musicisti che cerca sempre una via nuova, un nuovo approccio, battendo le strade più impervie.
Lui è un compositore di musica elettronica e la sua musica è un mezzo non un fine, e già ciò basterebbe a differenziarlo da tutti gli altri.
Se ciò non bastasse, la sua carriera, forse ora giunta alla summa definitiva con questo disco, è sempre stata improntata alla ricerca di un tipo diverso di musica elettronica e soprattutto di una maniera differente di farla.
Nel lontano 1996, si unì con il suo sodale Jamie Lidell nel progetto chiamato Super_Collider per portare la musica elettronica ad un altro livello, ma forse il loro tentativo era troppo avanti per i tempi.
Nel 2001 Cristian lascia l’Inghilterra e atterra a Barcellona dove continua la sua ricerca musicale, per poi approdare a Berlino nel 2012, dove tira le somme con l’album “The Inertials” sempre su Shitkatapult, e successivamente dà alle stampe il suo lavoro ambient “Eselsbrucke”.
Polyphonic Beings è il successore di “The Inertials” e diventa un tassello importantissimo nella sua discografia; ogni respiro, ogni movimento di questo disco è fortemente voluto e nulla è lasciato al caso.
Qui c’è tutta l’essenza di Cristian Vogel, uno dei maggiori musicisti elettronici della nostra era, in un grande stato di forma.

Tracklist:
1. Exclusion Waves
2. Mc Caw’ Ghost
3. How Many Grapes Went Into That Wine
4. Lost In The Chase
5. La Banshee
7. Forest Grifts
8. Spectral Jack ( Only Vynil)
9. Society Of Hands

CRISTIAN VOGEL – Facebook

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