Siamo agli inizi degli anni novanta, il death metal non solo ha un’impennata di popolarità che lo elegge sovrano incontrastato dei generi estremi, ma può anche vantare una moltitudine di band che ad inizio carriera, sforna capolavori rimasti nella storia della musica metal.
Molti dei gruppi che travolgono il mercato discografico in quel periodo, avranno lunga vita e ancora oggi sfornano album che, senza arrivare agli apici dei primi lavori, confermano la bontà della propria musica, altri, meno fortunati si fermeranno dopo un disco o due, ripescati dalle etichette underground e portati all’attenzione del pubblico in questi anni.
Dalla Scandinavia agli States, passando per il Regno Unito e l’Europa centrale il death metal nei nineteens poteva vantare discepoli in tutto il mondo, chi si approcciava al genere con ferocia iconoclasta, chi invece creava un monolitico sound, rallentando i ritmi e di fatto inventando il doom/death.
Gli australiani Cruciform diedero alle stampe due lavori tra il 1993 ed il 1995, il gruppo di Sydney seguiva la corrente doom/death dei primi lavori di Anathema e Paradise Lost, anche se il loro suono era meno poetico delle due band anglosassoni e più vicino al muro catacombale degli olandesi Asphyx.
L’etichetta Infernal Devastation Records, ristampa in un unico formato in edizione limitata a cinquecento copie, i due lavori: il primo ep Avatism e il demo Paradox, a cui aggiunge tre brani live per un totale di settanta minuti di death metal old school, marcio, abissale e tremendamente affascinante.
Chiaro che non siamo ai livelli dei gruppi citati, ma l’opera in se è molto gradita, specialmente per chi vuole conoscere a fondo la scena estrema negli anni d’oro, i Cruciform risultano degli ottimi interpreti del genere, pesantissimi e catacombali, la loro musica emana un’odore di putrido marciume cimiteriale.
Le songs, anche se la produzione lascia quantomeno a desiderare (abituati alle mega produzioni odierne) esce compatta e mortifera, un lento incedere che attanaglia lo stomaco, pesanti inni di metallo nero, pura glorificazione della morte.
Avatism partiva con un intro sinfonica che lasciava spazio a Sanctuary, songs molto Anathema nel suo lungo incedere, con una parte cadenzata ed una piccola ma consistente accelerazione a metà brano che la rendeva la songs più varia del lotto.
Dal secondo brano in poi (Reduced To Dust) i ritmi si facevano lenti ed inesorabili fino alla bellissima I, to the Heavens Shall Lift My Eyes, qui presentata anche in versione live.
La tittle track apriva Paradox, demo del 1995, il brano più bello scritto dalla band, nove minuti di disperata agonia doom/death, un lento cadere nella disperazione umana, con solos melanconici davvero riusciti e vocals direttamente dall’aldilà.
Il demo proseguiva con Gutter, anche questa di livello molto alto, andando a formare un lavoro bellissimo, ripreso per intero in sede live in questa ristampa, peccato che il gruppo si fermò dopo aver dato alle stampe Paradox, il lavoro dimostra i progressi della band che avrebbe potuto regalare ottime pagine del genere suonato.
Ristampa consigliata agli amanti dei suoni old school, specialmente se non si sono dimenticati dei primi vagiti dei gruppi citati, c’è sentore di reunion nell’aria per i Cruciform (i brani live sono tratti da una performance della band dello scorso anno), state sintonizzati.
Tracklist:
“Atavism(1993)”
1.Prologue
2.Sanctuary
3.Reduced To Dust
4.Necropolis
5.Proboscis
6.I, To The Heavens Shall Lift My Eyes
“Paradox (1995)”
7.Paradox
8.Gutter
“Live November 8th 2014”
9.I, To The Heavens Shall Lift My Eyes
10.Paradox
11.Gutter
Line-up:
Leon Kelly – guitar
Michael Lenton – drums, vocals
Tony Mulhearn – guitar
Matt Seldon – bass
Simon Gruer – vocals, keys
Daniel Moth – bass, vocals
Lee Tassaker – bass,assorted screams
Megan Tassaker – keys