Trio proveniente da Senigallia, Ancona, i Dadamatto sono una band dedita a sonorità di derivazione punk/post-punk, con spiccate attitudini schizoidi e dadaiste come per altro suggerisce il nome.
Ricollegandosi al concetto primo di dadaismo, forse qualcosa a tale livello striderebbe: infatti il gruppo a parer mio è più vicino all’ottica new dada ad essere precisi.Le scansioni sonore, le irriverenti liriche in italiano e più in generale la forma dei dodici brani contenuti nel disco non sono da attribuirsi all’ironica decontestualizzazione/ricontestualizzazione che Marcel Duchamp e prole misero in atto verso gli anni venti del secolo passato, ma bensì alla corrente neo dadaista di Rauschemberg, meno ironica e più finalizzata ad una riabilitazione di materiali di scarto. Se così vogliamo intendere i Dadamatto, il parallelo tra arti figurative ed arti musicali regge e come: il gruppo infatti riabilita in un certo senso il punk, donandogli una veste più “colta”.A parte queste considerazioni onanistico mentali, posso dire che i Dadamatto sono davvero forti ed espressivi, sono dissonanti e scorbutici quanto melodici ed orecchiabili. Si percepiscono benissimo i retaggi ed il background punk rock in questi tre ragazzi, che nei primi tempi della loro vita musicale insieme, si prodigavano appunto in territori propri del punk più tradizionale.Ma la cosa davvero positiva e lampante è che la verve diretta e d’impatto il gruppo l’ha mantenuta, non perduta. Se è vero che il loro sound si è raffinato è altrettanto vero che non sono presenti compromessi che rischierebbero di leccare e ripulire negativamente il tutto. Il nucleo grezzo si è spostato di baricentro, e ora sono incursioni noise a là Shellac che donano energia e potenza alle composizioni, a regola d’arte editate in studio da Mattia Coletti.Un disco pieno di spunti e di idee che spero possano essere solo che l’inizio di un lungo percorso di ricerca.Marinaio Gaio Label