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Recensione : Dark Man Shadow – Victims Of Negligence

Le melodie che il duo propone sono semplici quanto dal sicuro impatto, i passaggi sinfonici sono sovente ai limiti del buon gusto ma, alla lunga, si rivelano convincenti rendendo l’ascolto piacevole anche dopo ascolti ripetuti.

Dopo una pausa creativa durata ben dieci anni, i tedeschi Dark Man Shadow ritornano con questo loro terzo disco all’insegna di un black sinfonico con frequenti sconfinamenti nel gothic e nel death melodico.

Probabilmente questa produzione non troverà una grandissima visibilità dalle nostri parti, trattandosi di un nome poco conosciuto, nonostante il duo Sorroth – Samotha non difetti certo di esperienza, ma sarebbe un vero peccato se si avverassero queste fosche previsioni perché Victims Of Negligence si propone come una delle uscite più gradevoli ascoltate nel settore negli ultimi tempi.
I Dark Man Shadow non saranno la nuova frontiera del genere e non si faranno ricordare nemmeno per chissà quali capacità tecniche, ma raramente si può ascoltare una raccolta di brani così trascinante, con il suo riuscito mix di atmosfere gotico-sinfoniche solcate alternativamente dalla ruvida voce di Sorroth e dall’angelica intonazione di Samotha.
Le melodie che il duo propone sono semplici quanto dal sicuro impatto, i passaggi sinfonici sono sovente ai limiti del buon gusto ma, alla lunga, si rivelano convincenti rendendo l’ascolto piacevole anche dopo ascolti ripetuti.
I brani si dipanano in maniera piuttosto varia tra sfuriate in doppia cassa e momenti più rilassati, nei quali spicca il buon lavoro alla batteria dell’ospite Matze (Nocte Obucta): tra tutti meritano una citazione l’evocativa Len Dopis, che vede protagonista la brava Samotha, mentre davvero coinvolgente si dimostra una traccia come Dying In The Corner che, come del resto un po’ tutto il disco, si porta appresso quel sentore di gothic-dark metal anni ’90 che non guasta affatto.
Victims Of Negligence è un disco che, infatti, mi sento di consigliare a chi apprezzava all’epoca band come i The Gathering epoca “Always”, i Crematory o i magnifici e misconosciuti Moon Of Sorrow, non tanto per una similitudine a livello musicale quanto per la ricerca della melodia affidata a partiture di tastiera lineari ma dall’indiscutibile efficacia.
La musica della band di Francoforte rispecchia, in fondo, l’aspetto delle coppia di musicisti che ne regge le sorti: genuina e, a suo modo, affascinante.

Tracklist:
1. Repayment for Committed Injustice
2. Betrayal of Trust
3. Slur
4. Len Dopis (Just a Letter)
5. Due of Commercialisation
6. Seven Seasons
7. Dying in the Corner
8. Majestic Uprising

Line-up:
Sorroth – Guitars, Vocals
Samotha – Keyboards, Vocals

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