I Darkestrah sono una band che gli ascoltatori più attenti e, soprattutto, meno fossilizzati sul l’ascolto dei soliti noti, non si saranno fatti sfuggire.
Provenienti dal Kirghizistan (e già questa costituisce una prima anomalia) i nostri vanno ad inserirsi naturalmente in quel segmento stilistico che fonde con maestria il black metal con atmosfere folk-etniche, nel solco tracciato similmente da Negura Bunget / Dordeduh.
Se “Epos” è unanimemente considerato il picco stilistico dei kirghisi, il successivo “The Great Silk Road” si era rivelato decisamente inferiore proprio perché veniva parzialmente messa in disparte l’aura ancestrale e bucolica che aveva reso speciale il suo predecessore.
Con Manas , ispirato al poema epico nazionale “Manas Destani”, i Darkestrah ci immergono nuovamente nella ritualità rurale del (per noi) misterioso paese asiatico, con brani che emanano un fascino antico e oscuro allo stesso tempo. È grande la capacità del trio di passare con disinvoltura da canti tradizionali a sfuriate in blast beat con annesso uno screaming corrosivo, per aprirsi infine a melodie di grande impatto emotivo.
La suddivisione in brani appare più un atto formale che sostanziale, Manas è un continuum di suggestioni, fornite dalla commovente magia con la quale il passato, rappresentato dalla musica popolare, si sposa con la modernità del metal: il filo conduttore che unisce questi due mondi apparentemente agli antipodi è la malinconia di fondo che pervade l’intera opera; in più di un frangente si percepisce che i Darkestrah vogliono trasmettere il senso di ineluttabile impotenza che si prova di fronte a un qualcosa destinato con il tempo ad affievolirsi fino a sparire del tutto: questo vale sicuramente per le tradizioni popolari, tramandate oralmente nel corso dei secoli come nel caso del Manas, ma anche per la vita di ogni singolo individuo e per quella dello stesso pianeta.
Manas è un irrinunciabile viaggio, musicale e mistico, in un’epoca remota e in luoghi lontani, non solo geograficamente; un disco come questo non può passare senza lasciare alcuna traccia, concedetegli una possibilità e ne resterete fatalmente incantati …
Tracklist :
1. Manas-mstitel’
2. Pamyat’ (Starik)
3. Pobeda
4. Kyrgyzstan
5. Manas-batyr
Line-up :
Asbath – Drums, Percussion, Temir-Komuz
Resurgemus – Keyboards, Guitars
Kriegtalith – Vocals