Il toscano David Ragghianti, incontrato Giuliano Dottori sulla propria strada, debutta per Caipira Records e Musica Distesa con i nove brani di Portland. Il lavoro, mescolando con gusto pop e folk, riprende e metabolizza i grandi del cantautorato italiano, dando vita a un sound personale, maturo e coinvolgente.
Il malinconico accogliere de I Prati Che Cercavo, costruito su chitarre tagliate e ritmi cadenzati, volge vagamente lo sguardo ai mondi sonori creati da Cesare Basile, mentre la ricerca dell’equilibrio, rimanendo sospesi tra cielo e terra, della leggera e affascinante Amsterdam, apre al delicato abbracciare della romantica e raffinata Dove Conduci.
Occhi Asciutti, tra chitarre lievi e un saldo senso di ottimismo e speranza, avvolge con il suo rassicurante calore, lasciando che a seguire siano il perdersi nei propri labirinti (che in realtà vuol dire trovare la propria strada) di Tema Del Filo e il disteso rilassarsi di Se Non Ti Ammali Mai (ispirata alla teoria del “non fare” di Fukuoka).
Pause Estive, infine, sempre pacata e leggera, introduce il riflettere sull’accettare la realtà per come è (cercando di mettere da parte la nostra “consapevolezza” in favore dell’essere sé stessi, con la propria volontà) di 300 Anni e il non arrendersi, riflettendo su ciò che di vivo c’è nel mondo, della acustica Raffiche Di Fuga.
Il debutto di David Ragghianti centra l’obiettivo al primo colpo. I nove brani proposti, interessanti per quanto riguarda i contenuti, le melodie e gli arrangiamenti, procede delicato e raffinato dall’inizio alla fine. Nello scorrere dei vari pezzi si ritrovano, di volta in volta, vari riferimenti al grande cantautorato italiano, ma il risultato finale resta comunque decisamente personale. Un primo album gustoso e corposo, un ascolto più che valido.
Tracklist:
01. I Prati Che Cercavo
02. Amsterdam
03. Dove Conduci
04. Occhi Asciutti
05. Tema Del Filo
06. Se Non Ti Ammali Mai
07. Pause Estive
08. 300 Anni
09. Raffiche Di Fuga