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De Italia

Come al solito di ciò che succede in Italia si capisce ben poco. Sulle vicende italiche passate presenti e futuro si stende sempre una fitta coltre di nebbia. Come sui fatti di questi giorni è scattato l'ennesimo cortocircuito tricolore. Fascisti che inneggiano alla rivoluzione per instaurare poteri forti, compagni che sono contro le manifestazioni, celerini che solidarizzano con i manifestanti. L'unico comun denominatore sono i mass media che spargono disinformazione a piene mani.

Non si può negare l’impronta autoritaria, più che destroide, dei comitati che hanno promosso queste mobilitazioni, a parte le sigle dichiaratamente fasciste che hanno appoggiato le manifestazioni come Forza Nuova o Casa Pound, ma esse sono in minoranza in questi eventi. Il vero protagonista di queste giornate è l’Uomo Qualunque, l’italiano medio.
Nel 1944 Guglielmo Giannini fonda “ L’Uomo Qualunque “ un giornale che ha come motto, come disse lo stesso Giannini : “Questo è il giornale dell’uomo qualunque, stufo di tutti, il cui solo, ardente desiderio, è che nessuno gli rompa le scatole.” Il giornale si scagliava contro tutti, contro lo stato, contro i partiti, etc. Ed è questo l’atteggiamento dell’italiano, esso vuole stare sempre in braccio alla mamma, che sia la genitrice naturale o lo Stato che lo assiste e lo coccola. Siamo stufi dei politici ? Gridiamo, ci indigniamo e poi di corsa a votare per rinnovare chi ci opprime. Senza mai prendersi in prima persona le responsabilità di sè stessi e di chi abbiamo vicino, senza mai pretendere vera giustizia. L’italiano è furbo, va in piazza a protestare per la bandiera, in nome di un patriottismo che non ha mai avuto senso, poiché di fatto l’Italia non esiste, non è mai esistita.
E fa pensare che le regioni che forniscono, sicuramente per ragioni economiche, il maggior numero di effettivi alle nostre forze dell’ordine sono quelle del sud, dove ai tempi dell’unità di Italia vi erano i campi di concentramento per chi non voleva i Savoia.
E anche le forze dell’ordine sono un cortocircuito tutto italiano, poiché hanno manifestato simpatia e partecipazione ad una manifestazione del loro stesso colore politico : quello nero del fascismo.
Mentre non hanno remore a picchiare i lavoratori Ikea a Piacenza, o gli operai di Pomigliano d’Arco, o una ragazza in una università torinese.
Perchè le nostre troppe polizie sono marcatamente polizie politiche e ieri l’hanno dimostrato. Inflessibili con formazioni di estrema sinistra (ormai le uniche forze popolari in questo paese sono gli antagonisti) o con gli ultras, diventano morbidissimi con i loro camerati, facendosi fotografare con loro. E questo perchè la polizia e affini sono strumenti del potere. Guardate quanti anni prende un imputato per questioni politiche, e quanto un omicida o un mafioso.
Essere ribelli è l’unico vero crimine in Italia. Essere ribelli veramente, rifiutando opere costose ed inutili mentre la gente muore nelle corsie d’ospedale, essere ribelle cercando reti di solidarietà orizzontali, autogestione e rottura delle logiche commerciali e di sfruttamento. Questo è imperdonabile in Italia.
Mentre è concesso confondere le acque, cercare sempre la deriva autoritaria, per sostituire al politico ladro il politico boia.
Lecito è sfogarsi per vie precostituite, sventolando una vuota bandiera che cancella i veri problemi, senza rendersi conto che l’internazionalismo è l’unica risposta.
In Grecia hanno Alba Dorata, formazione dichiaratamene neonazista, qui abbiamo gli apolitici, i “.. non prendo una posizione ma intanto sventolo il tricolore e voglio l’uomo forte..”.
Perchè come dice Bebo Storti loro sono i non morti, fino a quando l’italiano non si prenderà le sue responsabilità, mettendosi in prima persona a gestire la propria vita politica e non, rifiutando questa democrazia assassina.

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