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Recensione : De La Muerte – De La Muerte

Con un esordio sorprendente e che farà parlare molto, i De La Muerte irrompono sul mercato come un fulmine a ciel sereno, attenzione a non rimanerne folgorati come il sottoscritto.

Esordio da incorniciare per i nostrani De La Muerte, spettacolare combo hard & heavy formatosi lo scorso anno e al debutto con questo bellissimo lavoro omonimo.

Dieci brani che si rifanno al culto messicano della Nuestra Señora de la Santa Muerte, per quanto riguarda il concept, racchiusi in un album folgorante di hard metal aggressivo, moderno, stracolmo di groove e di ritmiche elettrizzanti, molto originale nelle linee vocali eseguite da un cantante eccellente come Gianluca Mastrangelo.
Prodotto e mixato da Simone Mularoni, uno che trasforma in oro ogni album che tocca, l’esordio del gruppo stupisce per intensità, grazie a melodie mai banali e che non inficiano un’aggressione che, brano dopo brano, diventa sempre più arrembante, tra spettacolari cavalcate power, grandiose parti hard’n’roll e un uso della voce che, tra momenti di evocative parti liriche, urla in scream ed un talento mostruoso per i toni metallici, dà letteralmente spettacolo.
Il resto lo fa la band, mantenendo per tutta la durata dell’album una tensione ritmica devastante (Claudio Michelacci al basso e Luca Ciccotti alle pelli) accompagnata da riff metallici, a tratti sconfinanti nello street metal (Gianluca Quinto e Christian D’Alessandro), pur tenendo ben salda una modernità nel songwriting che erge l’album ad opera ben incastonata nel nuovo millennio.
Brani come Fallen Angel, la devastante Silver Bullet con i suoi cori lirici, l’anthemica Desaparecido (e qui in sede live saranno sfracelli), la spettacolare e velocissima Die’N’Roll, dove Mastrangelo entusiasma e le chitarre piazzano solos dal sapore rock’n’roll fulminanti, ci travolgono per intensità e, quando sembra che la band tiri un attimo il fiato e ci faccia riposare, I’m Not A Legend con il suo crescendo quasi epico ci consegna una delle perle dell’album.
C’è ancora tempo per la più “messicana” del lotto, Malaguegna Salerosa, che irrompe in un turbine di sonorità centroamericane e, tragica e magniloquente, regala ancora una prova strabiliante del vocalist, lirico nel ritornello ed esemplare per la personalità con cui conduce le danze.
I’m Alive fa dell’aggressione metallica il suo credo, mentre la conclusiva Sorrow, come da titolo, è una semiballad dai toni sofferenti e drammatici, ottima chiusura di un album magnifico.
Con un esordio sorprendente e che farà parlare molto, i De La Muerte irrompono sul mercato come un fulmine a ciel sereno, attenzione a non rimanerne folgorati come il sottoscritto.

Tracklist:
01. Tequila Funeral
02. Fallen Angel
03. Silver Bullet
04. Desaparecido
05. Die’n’Roll
06. I’m not a Legend
07. Secret Witness
08. Malaguegna Salerosa
09. I’m Alive
10. Sorrow

Line-up:
Gianluca Mastrangelo – vocals
Gianluca Quinto – guitars
Christian D’Alessandro – guitars
Claudio Michelacci – bass
Luca Ciccotti – drums

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