Tra i vari messaggi della chat di In Your Eyes leggo Slack Records, e subito drizzo le orecchie, perché i ragazzi marchigiani non deludono mai. Poi guardo meglio e leggo “Crossover Thrash stile Bay Area, S.O.D., Anthrax”.
Apro la pagina Bandcamp e mi ritrovo il logo della band che è il rip off dell’adesivo Zorlac Skatebords-“Shut up And Skate”. Come si suol dire, se prima avevate la mia curiosità ora avete decisamente la mia attenzione!
Il disco è una bomba di 11 tracce, in generale della durata di poco più di un minuto, ma con qualche pezzo di due o tre minuti. In questo poco tempo i DEAF concentrano il meglio della storia del thrash e non solo, con evidenti incursioni talvolta nel metal classico e talvolta nel punk. Il tutto con una scelta di suoni esemplare, che non dà spazio a trigger o chitarre boiler come purtroppo va di moda nel genere oggi, ma con un bel tripudio di valvole e dinamica! Il disco è tutto registrato in analogico, e ci trovo alcune affinità col sound di Prank degli Antares ( disco eccezionale di quello che per me è il miglior gruppo italiano in attività) nonostante il genere diverso.
Dalla prima traccia “Tourniquet” (seconda in realtà, la prima è DEAF che è un intro come nella miglior tradizione del genere) che mi ha subito rievocato i migliori Testament, all’ultima “Burnout” che è quasi speedrock alla Zeke più incazzati, passando per “Tunnel Rat” (con un intro mosh che farebbe felici Billy Milano e Scott Ian, e che vede la partecipazione illustre di Marchino degli ED/Ban This, ecc) e la mia preferita “Cannibal Haze” con il ritornello da fingerpointing, è tutto un susseguirsi di riffoni eccezionali, velocità, cavalcate e assoli. Il tutto dosato e miscelato con estremo gusto, e con quella vena rock n’ roll che ogni tanto viene fuori e vi ricorda che state comunque ascoltando un disco Slack Records! l’interludio “Ness” poi, che è la penultima traccia, per me è un chiaro tributo a The Ides of March dei Maiden , perché dopotutto senza la NWOBHM pochi di noi sarebbero qua a suonare o parlare di musica, io no di sicuro.
Un album potentissimo che mi ha fatto scapocciare non poco in questi giorni, e che in auto dura esattamente il tempo necessario da casa al mio surf spot di fiducia. Se come me vorreste aver vissuto gli anni 80/90 a Venice Beach, che ve lo dico a fare :
Shut up and listen to DEAF!!!!
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