I liguri Desecrate hanno scelto L’Angelo Azzurro per presentare al pubblico il loro nuovo lavoro Orpheus, sul cui valore ci siamo già espressi in maniera lusinghiera qualche settimana fa.
Il compito di aprire la serata in quella che, senza tema di smentita , è ormai diventata la piccola ma accogliente casa del rock e metal genovese, è toccato ad un’altra band di casa, gli Animhate.
Il loro concerto, piuttosto breve anche alla luce di una produzione finora limitata all’Ep omonimo uscito lo scorso anno, ha riscaldato l’ambiente con l’esibizione di un death dai tratti old school, con frequenti inserimenti di elementi trash, ben eseguito da una band composta da musicisti piuttosto esperti.
Considerando che non avevo ancora avuto l’occasione di ascoltarne qualche brano, devo dire che il primo impatto è stato senz’altro positivo, anche se, come annunciato dal palco, dopo questa esibizione il vocalist abbandonerà la band per motivi prettamente logistici e la ricerca di un sostituto diventa attualmente la priorità. Buona fortuna agli Animhate, quindi, per il prosieguo della loro attività.
Con la salita sul palco dei Desecrate cambiano radicalmente le cose sotto diversi aspetti, a partire dai suoni che, pur conservando caratteristiche estreme, si stemperano in quel death melodico di scuola scandinava al quale i nostri sono approdati fin dall’uscita di XIII, TheDeath, il disco del ritorno sulle scene dopo oltre un decennio di silenzio.
Come detto in sede di recensione, Orpheus è un’opera ancor più matura e ben definita dl punto di vista stilistico e fin dalle prime note si è intuito che i nuovi brani, già apprezzabili su disco, dal vivo vengono esaltati da un arrangiamento ancor più robusto, scongiurando il remoto pericolo di un annacquamento della componente estrema da parte della band genovese.
Chiaramente, presentare per la prima volta on stage il nuovo materiale, per di più con la novità di Cesare De Troia a rimpiazzare lo storico chitarrista Francesco Scavo, può nascondere sempre delle insidie, ma i Desecrate hanno mostrato di possedere le stimmate della band di razza mostrate fin dai tempi dell’esordio su lunga distanza, quel Moonshiny Tales che, fino al 2012, pareva destinato a restare l’unica testimonianza discografica di una band confinata al limbo di quelle ricordate solo dagli esperti del ramo.
Al contrario i Desecrate, oggi, sono una realtà sul pezzo ed al passo con i tempi, ed i due veterani Gabry Giorgi e Paolo Serboli si sono nutriti di nuova linfa grazie all’innesto di giovani musicisti come il già citato chitarrista, il bassista Dave Piredda ed il tastierista Andrea Grillone , il quale, con il suo tocco pianistico caratterizza non poco il suono della band avvicinandolo alle sonorità dei seminali Dark Tranquillity.
Un altro aspetto che mi ha favorevolmente colpito è stato l’atteggiamento improntato ad una grande professionalità esibito sul palco, cosa tutt’altro che scontata se se si considera che buona parte dell’audience era composta da persone che conoscono personalmente i membri della band; non è insolito, infatti, assistere a certi musicisti che, durante il concerto, interagiscono in maniera fin troppo confidenziale con gli spettatori.
Ciò non è accaduto con i Desecrate, con Gabry che, oltre ad aver offerto una prestazione del tutto convincente al microfono, non ha mai mancato di introdurre i nuovi brani illustrandone il significato nel contesto lirico dell’album, ulteriore indizio di quanto la band genovese sia fermamente convinta di avere per le mani del materiale di primissima qualità, in grado di valicare gli angusti confini della scena locale.
Va riportato anche, per dovere di cronaca, del grande successo che ha riscosso come sempre la riproposizione dell’anthemica XIII, grazie al suo chorus che sembra fatto apposta per essere cantato a gran voce dal pubblico, ed anche dell’incursione della scaletta in Moonshiny Tales, a dimostrazione di quanto brani piuttosto datati abbiano conservato tutt’ora una notevole carica dirompente.
Tirando le somme, l’ennesima bella serata trascorsa all’Angelo Azzurro e, soprattutto, buona la prima per i Desecrate nella loro riproposizione dal vivo di un disco riuscito e assolutamente da ascoltare, qualora non l’abbiate già fatto.