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Recensione : Dignita’ : Unita’ Di Misura Dell’ Essere Umano.

Dignita' : Unita' Di Misura Dell' Essere Umano.: E' una sfida che mette in crisi tutte le convinzioni sociologiche, filosofiche, psicologiche, religiose ed etiche parlar...

E’ una sfida che mette in crisi tutte le convinzioni sociologiche, filosofiche, psicologiche, religiose ed etiche parlare della dignita’ umana oggi, o tentare di stabilirne dei metri di misura universali.
Certo questa affermazione puo’ sembrare eretica ed anche discriminatoria, ma il concetto di uguaglianza di valore e dignita’ umana e’ diffusamente disatteso in tutti gli ambiti umani, da quelli educativi a quelli etnici; da quelli lavorativi a quelli economici; da quelli religiosi a quelli giuridici.

E’ di oggi la notizia che la Corte di Cassazione italiana ha tranquillamente riconosciuto il diritto di un signore, che ad essa si e’ appellato, a non subire alcuna decurtazione alla sua pensione annua di Euro
650.000, ad opera di legge di governo.
Tale decurtazione sarebbe ” lesiva della dignita’ e del diritto del soggetto ! ”
E’ forse questo la misura, il valore della dignita’ umana ?…

Forse non e’ questa la via giusta per capire cosa sia la ” dignita’ umana “; sarebbe un madornale fraintendimento oltremodo frustrante.

Potremmo partire dal capire cosa significa ” dignita’ “, ovvero ESSERE DEGNO.
Ma degni di che, di che cosa ?

Negli anni 60, ogni giorno, alla stazione di Milano, arrivavano treni che scaricavano migliaia di persone che giungevano dal Sud, poveramente vestite, dal viso stanco e occhi sperduti.
Loro unico bagaglio uno scatolone di cartone legato con dello spago, con I loro pochi averi.
Altri migliaia ancora proseguivano per le miniere del Belgio e della Germania, anche essi per raggiungere, conquistare una lontana, fantomatica dignita”.
Tutti col profondo, inconfessato desiderio di meritarsi il nome di ” padre di famiglia “, di ” marito forte”, di ” uomo maturo capace di guadagnarsi da vivere “, di ” persona vera “.
Tutte persone cioe’ , che hanno accettato l’abbandono della loro terra, dei loro cari, della loro radice per un sogno di DIGNITA’ , per ESSERE DEGNI di qualcosa di indefinito e vagheggiato.
Di qualcosa, si, che doveva passare per un traguardo economico, ma che significava assai di piu’:

DIVENTARE COME GLI ALTRI, OVVERO QUELLI CHE LI VEDEVANO ARRIVARE COSI MALCONCI E LI SCHERNIVANO.
DIVENTARE COME LORO, COL LORO POTERE, LA LORO CULTURA, IL LORO BENESSERE, LA LORO MODERNITA’.

Ma per questo c’era un prezzo molto alto da pagare : lo sfruttamento, le umiliazioni, l’ annichilimento culturale, la solitudine, la frustrazione professionale e sentimentale.
Per essere degni di qualcosa bisognava rinunciare ad essere SOGGETTI UMANI e farsi OGGETTI UMANI, ovvero braccia, forze, disponibilita’ totale ai lavori piu’ umili e umilianti.
Qualche anno dopo sono stato a vedere le ” arbeit zone ” in Germania; lunghe teorie di capanni di legno in cui vivevano quelli che avevano un lavoro ( solo chi lavorava poteva stare in Germania ), alloggiati in modo promiscuo, senza poter uscire, oltre che per lavoro e senza potere avere familiari con se’ per dieci anni.
Ancora nel 1990 ad Essen ho scoperto ragazzi siciliani nati e cresciuti e sempre nascosti in chiusi cortili senza sapere una parola di tedesco e senza mai avere frequentato un scuola.
Ragazzi figli dei sogni di dignita’ dei genitori.
Per loro quale dignita’ era possibile, e che significato poteva avere questa parola, loro che neanche conoscevano la lingua italiana che aveva coniato questo etimo ?
Eppure mi ha colpito in loro una strana dignita’ , un sorriso, una fierezza che nasceva da una vaga promessa avuta dai genitori :
” Un giorno verra’ che potrai uscire, farti vedere, manifestarti, essere te stesso in mezzo agli altri ! ”
E questo era il loro vivere, vivere per una ipotesi futura, una promessa ideale.

Oggi il mondo e’ colmo di ragazzi che vivono clandestini e nascosti con il segreto sogno di una dignita’ da raggiungere in un lontano e vago domani.
Da quelli dell’ Africa a quelli del Messico e dell’ Honduras, da quelli dell’ Asia a quelli della porta accanto alla nostra umiliati in una societa’ per loro aliena.

Cosa e’ allora la dignita’ ?
Forse un sogno, un ideale vago e indefinito nascosto nel profondo dell’ animo umano, unico, irripetibile, indivisibile.

Germania, Berlino. Un intero popolo che non sa darsi pace per una grande dignita’ perduta cerca disperatamente di ritrovare l’ antica innocenza, erigendo monumenti allucinanti affinche’ almeno le loro future generazioni non ripetano le stesse devastanti perdite di dignita’.

 

Un ciociaro italiano dopo tante peripezie in Svizzera, giunge a tingersi I capelli di biondo per sembrare un nordico.. E pur di continuare a sopravvivere si adatta a vivere in un pollaio. Scoperto come clandestino la polizia lo rispedisce con foglio di via e stanco di lottare rifiuta anche un permesso di soggiorno che una ricca signora gli fa ottenere. Sul treno per l’Italia ritrova la forza di continuare la sua battaglia per la sua dignita’ e giunto all’ imbocco della galleria del Sempione tira il freno di emergenza e scende per ritornare, a piedi, verso la Svizzera e continuare a cercare quella dignita’ umana che ancora gli veniva negata.

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La paura
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