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Recensione : Dom The Sleaze – Cellar Demo(n)s

Riuscire a unire la riflessione con l’energia non è così semplice, Dom The Sleaze invece fa centro e ci lascia un buon lavoro.

Riuscire a unire la riflessione con l’energia non è così semplice, Dom The Sleaze invece fa centro e ci lascia un buon lavoro.

Come detta il genere shoegaze, quello che deve venire espresso è l’etereo, l’intoccabile: Dom the Sleaze (accompagnato da Bill Clan e Richard Zoom) non solo riesce appieno nell’intento ma ne incarna l’anima stessa.
Le tracce sembrano essere state scritte durante una notte di incubi e sogni dove l’iniziale paura viene pian piano sopraffatta dalla tranquillità.
L’EP è composto da 5 tracce che variano in stile e suono: si inizia da un’estrema distorsione della chitarra, dal cantato incisivo, da basso e batteria che creano un tappeto di “misticismo” al quale verso la fine del disco (i pezzi Weavering Times e Apatis) si avvicinano anche chitarra e voce, creando un vortice dal quale è difficile allontanarsi.
Quello che rimane in testa dopo l’ascolto è quindi un’escalation di emozioni, proprio come al risveglio non si avrà la sensazione di aver fatto un lungo e unico sogno, ma un continuo mutamento di prospettiva inafferrabile e perciò ancora più radicata in noi stessi.

Tracklist:
1. Sliding MIrrors
2. My Static Course
3. The Shield
4. Wavering Times
5. Apatis

Line-up:
Dom The Sleaze – voce, chitarra
Bill Clan – basso
Richard Zoom – batteria

DOM THE SLEAZE – Facebook

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