Nel 2006 “Om” dei Negura Bunget venne salutato come una delle migliori opere del decennio, in grado di fondere magicamente influenze black, folk e esoteriche come forse nessuno, fino ad allora, era stato in grado di fare.
A sei anni di distanza e con alle spalle uno split doloroso e tutt’altro che amichevole, Hupogrammos e Sol Faur, con la loro nuova creatura denominata Dordeduh, hanno ripreso alla grande il discorso bruscamente interrotto pubblicando il degno seguito di quel capolavoro, il quasi omonimo “Dar De Duh”.
Il primo dei due musicisti (che, come scopriremo, ha deciso di riappropriarsi anche artisticamente del proprio vero nome, Edmond Karban) ha risposto alle nostre domande fornedoci spunti di riflessione davvero interessanti e, per certi versi, inediti.
iye Credo che negli ultimi tempi tu abbia dovuto rispondere inevitabilmente a molte domande sui Negura Bunget, quindi preferisco evitare di farti tornare sulle ragioni dello split chiedendoti, invece, se ci siano mai stati momenti nei quali lo sconforto abbia preso il sopravvento sulla tua passione per la musica, mettendo a rischio il proseguimento della tua carriera artistica.
Ciao a tutti!
Beh, non è un segreto che essere un musicista, specialmente metal, non è proprio un buon affare; se poi a tutto ciò si aggiungono “colleghi” che cercano di fotterti ti viene da pensare che non ne valga davvero la pena. Alla fine però, ci si rende conto che tutto ciò accade in ogni tipo di “business” e che gli stronzi che cercano di fregarti si trovano in tutto il mondo. Quindi, se uno prova a esaminare le cose in maniera obiettiva, lasciando da parte tutti i problemi personali che ognuno deve affrontare nella propria vita, si giunge alla conclusione che essere un musicista metal non è realmente conveniente. Bisogna investire sotto diversi aspetti e ora ti elencherò tutti i lati negativi che mi vengono in mente:
– il tempo dedicato : le prove necessarie per comporre la musica e per suonarla, oltre a tutte le ore trascorse in viaggio durante un tour e quelle relative ai concerti veri e propri.
– il lato finanziario: per essere in grado di suonare a livello professionale si deve investire molto in attrezzature all’altezza e affittare una sala prove dignitosa. Poi ci sono tutti i costi per i trasporti che si devono pagare quando si viaggia e per la ristorazione quando si è “on the road”. Dopo viene la parte in cui si devono pagare le persone per far sì che tutto si svolga in maniera professionale, cosi abbiamo bisogno di un agente, un ingegnere del suono, un ingegnere per le luci, un addetto al merchandising. E alla fine non si deve dimenticare che un musicista deve anche pagare le bollette, l’affitto di un appartamento e conservare anche un po’ di soldi per sopravvivere.
Fatti due conti, il guadagno che resta al netto delle tasse non copre affatto “l’investimento”. Quindi questo porta ad una semplice conclusione: si può suonare metal quando si è giovani e non si hanno troppe preoccupazioni, altrimenti si ha la necessità di fare un altro lavoro per poter mantenere un tenore di vita dignitoso.
Pertanto sì, considerando tutto ciò, dopo quello che è successo con i Negura Bunget abbiamo pensato seriamente di smettere di suonare per sempre.
iye “Om” risale ormai a sei anni fa: i brani che sono confluiti in “Dar De Duh” sono tutti successivi a “Zuh” e “Cumpat” (entrambi nel precedente Ep) oppure alcuni di questi arrivano da più lontano?
L’unica canzone che è stata inizialmente composta nell’era Negura Bunget è “Cumpat”, tutto il resto è stato composto dopo. Può essere che siano state inserite piccole parti composte nel corso degli anni, avendo allora a disposizione uno studio nel quale abbiamo registrato e memorizzato le idee. Per fare chiarezza riguardo i Negura Bunget , Sol e io abbiamo sempre composto tutte le musiche; Alin Drimus ha composto le sue parti di flauto su “Hora Soarelui” seguendo la nostra guida. Gli altri membri, qualora abbiano contribuito, lo hanno fatto esclusivamente su nostra indicazione e per essere ancora più precisi Negru e Ursu (Ermit) hanno solo contribuito nel corso del tempo agli arrangiamenti. Non vorrei che, facendo professione di modestia, le cose vengano mostrate in maniera distorta e altri finiscano per appropriarsi dei nostri meriti.
iye Ti ho fatto una domanda del genere proprio perché l’album sembra in maniera così naturale la prosecuzione di “Om” che riesce difficile pensare che sia passato tutto questo tempo. Questa continuità stilistica è stata una scelta pianificata o è sgorgata spontaneamente ?
L’unica cosa che è stata pianificata è stata quella di continuare a suonare. L’approccio stilistico, nel proseguire un certo percorso è stato qualcosa a cui onestamente non abbiamo pensato troppo, dando una naturale continuità a ciò che eravamo abituati a fare, cercando di andare avanti con la nostra vita, imparando da tutti gli errori del passato e sperimentando cose nuove, tutto qui.
iye Per chi non conoscesse i Negura Bunget di “Om” e i Dordeduh potresti riassumere le tematiche trattate nei vostri lavori, nei quali i testi non sono certo meno importanti della musica?
Come nel caso di tutti gli album che abbiamo scritto fino ad ora, il concept svolge un ruolo molto importante. Per “Dar De Duh” il tema è incentrato sul principio del numero sette. Questo numero può essere considerato analogamente a quanto accade in maniera simile in molte civiltà, ma esistono anche forme particolari che rappresentano la peculiarità di specifiche culture esoteriche e rituali. Mi interessava utilizzare alcuni di tali aspetti per costruire la storia di quest’album: un viaggio attraverso l’elevazione gerarchica e spirituale del genere umano. Ho scelto la settimana come rappresentazione generale del numero sette e ho preso il simbolismo dell’astrologia tradizionale per dividere la storia in diverse parti. Come ogni cultura tradizionale, anche la nostra settimana è cominciata con il Sabato ovvero con Saturno, dove la creazione è iniziata, dove il tempo si è avviato e dove i progenitori degli antichi sorvegliano il tutto con severità e saggezza. Poi la storia continua con la Domenica (il Sole), il Lunedi (la Luna), il Martedì (Marte), il Mercoledì (Mercurio), il Giovedi (Giove), il Venerdì (Venere) e tutto si riunisce nuovamente a Saturno attraverso la canzone “Dojana”, che chiude un cerchio, aprendone uno nuovo.
L’ascoltatore può rinvenire molteplici influenze culturali, tra le quali quella della tradizione rumena che è un aspetto preponderante di questo album.
Questa è a grandi linee la storia del concept …
iye A tale proposito, l’uso della vostra lingua madre, che ritengo sia uno dei valori aggiunti ai vostri album, è sempre stata per voi una scelta prioritaria nonostante l’ovvia difficoltà di comprensione del rumeno, persino per noi che abbiamo una comune radice linguistica ?
Beh, per alcune persone questo è un vantaggio perché ne apprezzano l’aspetto esotico, per altri invece diventa un impedimento non potendo capire il messaggio in maniera diretta. Per quanto mi riguarda è la maniera più naturale per esprimere i miei pensieri.
L’aspetto curioso è che i rumeni sono in grado di capire circa il 60 – 70% della vostra lingua senza prendere alcuna lezione di italiano, mentre non succede il contrario.
iye Il video che avete girato per “Dojana” è un connubio di rara bellezza tra musica e immagini; la sua visione, magari al termine di una giornata frenetica , è davvero in grado di riappacificarmi con l’universo e soprattutto, con me stesso.
Se non sbaglio, questo è il primo video che avete girato (Negura Bunget inclusi), a parte quelli che vi riprendono dal vivo : come ti poni verso questa forma espressiva?
In realtà abbiamo fatto tre altri video in passato per “Cunoasterea Tacuta”, “Norilor” e “Vazduh”, tutti mentre eravamo nei Negura Bunget.
Aggiungere l’aspetto visivo a quello musicale è, naturalmente, qualcosa che completa l’esperienza. Onestamente, se avessimo a disposizione un budget più elevato si potrebbe sicuramente esplorare in maniera più ampia questo territorio.
iye “Om” è stato meritatamente inserito da alcuni magazine tra i migliori album black metal dello scorso decennio. Quanto sentite ancora vostra questa etichetta? A me appare piuttosto riduttiva …
Beh, non suoniamo più puro black metal da “Maiastru Sfetnic” e ormai è passato più di un decennio. Questa è la mia opinione, ma non tutte le persone vedono il black metal in modo ermetico come me. Alla fine non mi interessa più di tanto come la gente etichetta la nostra musica, spero solo che qualcuno non eviti di ascoltare i Dordeduh solo a causa di questo.
iye In un’intervista successiva all’uscita di “Valea Omului” lamentavi la difficoltà di reperire in Romania musicisti disposti vivere l’attività in maniera professionale. Visti i risultati si direbbe che Flavius, Ovidiu e Gallallin abbiano riempito tale lacuna.
Sì. Fino ad ora hanno praticamente fatto tutto ciò che era necessario per la band. Ma si deve sempre considerare il fatto che lavorando con uno nuovo musicista si devono comunque accettare alcuni compromessi: si incontrano personalità diverse e alcuni problemi saranno sempre oggetto di dibattiti. Il successo di una proficua collaborazione dipende sempre da dove si colloca la soglia di accettazione reciproca …
iye La componente folk, anche nelle metal band, spesso è legata a doppio filo alle tradizioni, alla storia e alla religione di un popolo, spingendosi talvolta ai margini del nazionalismo. Non è certo questo il vostro caso, gli orizzonti che immaginate sono ben più vasti di un microscopica porzione di un piccolo pianeta, ma mi piacerebbe capire in che modo i Negura Bunget prima e i Dordeduh poi affondano le proprie radici nella vostra terra.
Sicuramente escludo qualsiasi aspetto nazionalista. Personalmente ritengo che la tradizione e la cultura romena abbiano sia aspetti positivi che negativi così come tutte le altre. Noi non siamo sicuramente tra coloro che affermano che i rumeni siano gli esseri più grandi e più potenti mai apparsi sulla terra: sfortunatamente questo genere di persone esiste sia da noi sia in qualsiasi altro paese. In senso generale, le radici non sono così importanti per me, soprattutto perché molto spesso alcune tradizioni si perpetuano solo per il gusto di lodare gli antenati, che in molti casi erano solo persone stupide, ubriache e degenerate che nella vita hanno preso solo tutte le decisioni sbagliate possibili. D’altro canto ci sono alcune radici che hanno grande importanza per me e queste sono correlate alla formazione esoterica. Purtroppo queste informazioni sono state messe a disposizione di un numero molto limitato di persone, le quali hanno effettivamente potuto acquisire la conoscenza attraverso l’iniziazione, ma era una maniera sicura per trasmettere ulteriore consapevolezza esclusivamente a persone elette: questi sono esempi autentici di elevazione umana …
iye Il tuo connubio con Sol Faur dura ormai da più di 15 anni,in quale modo collaborate e vi completate dal punto di vista compositivo nelle vostre band ?
Prima di tutto forse dovrei dire che è probabilmente il miglior amico che si possa desiderare. Poi, per quanto riguarda la band, è una persona con la quale è molto facile andare d’accordo perché non ha problemi personali con alcuno. Quindi, in altre parole, è molto semplice lavorare con lui perché non è invadente e quando componiamo musica funziona tutto in maniera molto naturale, completandoci di fatto ognuno nel ruolo prefissato. A volte mi viene in mente qualcosa e lui sta già facendo spontaneamente ciò che avevo pensato, e viceversa
iye Chi è Edmond Karban quando smette i panni di Hupogrammos, ammesso che le due identità possano essere completamente separate ?
Hupogrammos era un nome cerimoniale che ho accettato e che mi è stato imposto, quindi non l’ho scelto io, e credo che dovrebbe essere sempre così, perché le persone sono troppo egocentriche per individuare un io superiore adeguato. Oggi io non uso più questo pseudonimo: francamente, in pratica ho fallito nel completare quel percorso di elevazione e, guardando le cose senza alcuna traccia di pessimismo, riesco ad essere abbastanza onesto con me stesso per ammettere che in realtà non ci riuscirò mai. Non è detto necessariamente che abbia perso la battaglia con me stesso, anche se in parte è vero, ma interpreto il tutto come se la vita mi stesse spingendo a concentrarmi su un altro percorso, lasciando da parte, almeno per un lungo periodo di tempo, la mia attenzione su questo io superiore. Prima devo portare a termine alcuni compiti molto più banali per perpetuare la speranza di un ulteriore elevazione.
Tramite Hupogrammos ho sempre cercato di lasciare fuori dall’approccio al black metal qualsiasi interferenza personale per mantenere il giusto distacco. Ma la vita mi ha spinto in altre direzioni (vedi l’intero dibattito pubblico con i “nuovi” Negura Bunget che, in effetti, era tutt’altro che impersonale) e ho dovuto prendere atto di realtà che non erano affatto coerenti con le mie scelte, se mai ne avessi avuto una. Così ho dovuto accettare mio malgrado di rinunciare a una pretenziosa idea di me stesso e abbracciare una nuova fase della mia vita, che onestamente percepisco ancora, in qualche modo, sterile e ignorante, ma credo sia solo perché non ho pienamente assimilato il cambiamento e ne sono consapevole. Ora la gente deve accettare o rifiutare Edmond Karban, che è la versione non censurata di Hupogrammos e che racchiude tutte le parti buone e cattive di me.
iye Quali sono i dischi che maggiormente ti hanno impressionato negli ultimi tempi e quali invece sono stati determinanti per la tua formazione musicale ?
Non sono molto facilmente impressionabile hahahha … e sinceramente nessun’album mi ha colpito davvero ultimamente. Mi sono piaciuti comunque gli ultimi lavori di Atoma, Wodensthrone, Russian Circles, Mono, alcune delle cose più recenti di Devin Townsend; mi sarebbe piaciuto includere anche l’ultimo dei Dead Can Dance ma in realtà mi ha deluso, anche se sono stato a vederli dal vivo e lo spettacolo è stato bello, ma in un certo senso arido.
Ci sono stati un paio di album come “Cause Of Death” degli Obituary e “The Cube” dei Supuration che hanno avuto grande impatto su di me, poi citerei “Clouds” dei Tiamat, “In The Nightside Eclipse” degli Emperor, “Hvis Lyset Tar Oss” di Burzum, “Blood Must Be Shed” dei Zyklon B, “Satanic Art” dei Dodheimsgard e quasi tutta la discografia di Devin Townsend. Poi ci sono singole canzoni che mi hanno colpito profondamente come “Almost Again” degli Strapping Young Lad, che è probabilmente una delle mie preferite di sempre, ha una tale intensità! Menzionerei anche alcune canzoni di Enya come “Tempus Vernum”, “Pax Deorum”, “Orinoco Flow” e “Caribbean Blue”, “Wild Cat” degli Ulver e un paio di canzoni tratte da colonne sonore che mi hanno stupito: “Meeting Laura”, dal film “Perfume”, ed una delle migliori mai realizzate, “The Chase Car” di James Horner da “A Beautiful Mind”
iye Tu e Sol Faur avete in programma un nuovo progetto per il prossimo anno : puoi anticiparci di cosa si tratta ?
Sì. Il progetto è già attivo e si chiama “Sunset in the 12th House”. Abbiamo già tenuto 9 concerti e l’anno prossimo uscirà un album completo. E’ un progetto molto valido dove, accanto a me e Sol, ci saranno Sergio Ponti alla batteria e Mihai Moldoveanu al basso, mentre Ovidiu Mihaita Jurca suonerà le percussioni su alcune canzoni. Si tratta di un progetto rock oriented che include strumenti non convenzionali relativi a diverse parti del mondo, ma anche ottima space elettronica. Noi lo chiamiamo rock mistico …
iye In chiusura, ringraziandoti per la tua disponibilità, vorrei sapere se ci sono possibilità di vedere i Dordeduh dal vivo in Italia nel 2013, magari assieme a un’altra grande band come i Secrets Of The Moon come è avvenuto recentemente.
Grazie davvero per il sostegno e l’interesse. Faremo quanto possibile per suonare in Italia il prossimo anno. Non c’è ancora nulla di sicuro, ma ci sono grandi possibilità perché ciò accada . Cordiali saluti ai vostri lettori!