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Recensione : Driving Mrs Satan – Ep

Questo progetto, che ci auguriamo abbia un seguito su lunga distanza, riesce nell’intento dichiarato di omaggiare le band che hanno lasciato un segno nella storia della musica (non solo metal)

Non è certo una novità il tentativo di coverizzare i brani, spogliandoli delle caratteristiche peculiari del genere d’appartenenza, per poi rivestirli secondo la provenienza artistica dei musicisti coinvolti; gli esiti non sempre sono stati entusiasmanti, in particolare quando l’operazione è consistita nel “metallizzare” brani pop: in un passato non troppo remoto, per esempio, gli Atrocity pubblicarono ben due album di questo tipo tra cover riuscite e altre molto meno.

Il percorso inverso ha fornito frequentemente risultati migliori: lo dimostra l’apprezzamento manifestato da pubblico e critica per quanto fatto dagli Apocalyptica, con la loro riproposizione, agli esordi, delle pietre miliari del metal per solo violoncello.
In effetti, ciò che fa la differenza in questi frangenti è un dato di fatto ineluttabile: se si rielabora un brano pop inserendo chitarre pesanti e vocals aggressive non per questo si trasformerà in metal, anzi sarà molto probabile il rischio di cadere nel ridicolo o nel grottesco; al contrario, un brano metal privato della sua componente elettrica e impetuosa e riproposto in una qualsiasi altra forma, manterrà comunque immutata la matrice e lo spirito che ne sono parte integrante nella versione originale.
Se vogliamo, anche questo Ep dei Driving Mrs. Satan, trio italiano dal background prevalentemente jazz, che ripropongono quattro brano storici della “musica del diavolo” in versione lounge, non è una novità assoluta visto che già gli svedesi Hellsongs in passato hanno optato per questa scelta apparentemente stravagante.
La differenza fondamentale tra le due proposte è che, mentre gli scandinavi prendono la materia originale e la trasformano in maniera certamente efficace rendendola, però, pressoché irriconoscibile, il progetto dei tre musicisti campani riesce a dare una forma del tutto nuova ai brani, mantenendone inalterata la trama melodica e, quindi, l’anima metal che li ha resi unici; il tutto viene eseguito alla perfezione e con un gusto tipicamente mediterraneo grazie alla bellissima voce di Claudia Sorvillo e alla bravura di musicisti esperti quali Giacomo Pedicini ed Ernesto Nobili.
Così, in questo Ep, I Want Out e Living After Midnight riprendono nuova linfa anche senza le vocals stentoree di Kiske e Halford, Never Say Die, privata dei classici riff di Iommi assume un sapore quasi country, mentre Hells Bells, tra i quattro brani, è quello che risalta di più anche se fa specie sentire la voce suadente di Claudia al posto del familiare ringhio di Brian Johnson.
Questo progetto, che ci auguriamo abbia un seguito su lunga distanza, riesce nell’intento dichiarato di omaggiare le band che hanno lasciato un segno nella storia della musica (non solo metal); sicuramente ci saranno gli integralisti che bolleranno operazioni del genere come degli autentici delitti di lesa maestà, prima ancora d’averne ascoltato una singola nota, ma questo è solo un loro problema ….

Tracklist :
1. I Want Out
2. Never Say Die
3. Hells Bells
4. Living After Midnight

Line-up :
Cristina Sorvillo
Giacomo Pedicini
Ernesto Nobili

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