Emma Donovan è una cantante dell’unica vera popolazione dell’Australia, i nativi che, di norma si chiamano aborigeni, ma non mi va di chiamare le cose con il nome sbagliato.
Emma è una grande cantante, solo questo dovrebbe importare, che si è formata con il canto dei nativi europei ed i cori in chiesa, arrivando poi ad esordire con i The Donovans, gruppo che contava oltre a sua madre, lei e cinque zii.
Passata poi al country, torna appena può sulle tracce del soul blues che piaceva tanto a suo padre,il quale le aveva fatto scoprire musicisti come Laverne Baker, Etta James e nativi australiani come No Fixed Address e Archie Roach.
Dopo anni di carriera solista Emma incontra i PutBacks e ne nasce un grande gruppo che porta a questo album di debutto.
Il suono non è simile al soul revival che si sta ascoltando in questi anni in tutto il mondo, ma è un qualcosa di più originale, che guarda tanto all’Australia quanto al vero rhythm & blues degli anni sessanta e settanta.
Emma è una cantante capace di emozionare e si trova a suo agio con diversi registri, dal soul al blues, passando per accenni rock.
In Dawn manca la sezione fiati, scelta che porta ad un rafforzamento della componente rock, firmata dal bassista dei PutBacks Mike Meagher, collaboratore per i testi e per la musica.
Sono canzoni che Emma Donovan aveva dentro da una vita e che l’incontro con i PutBacks ha finalmente tirato fuori, il tutto in religiosa analogicità, essendo stato registrato in una stanza su otto piste in cassetta analogica.
Ogni beat si sente e fa la differenza inserito in un gran contesto, facendo di questo disco un successo che si spera vada oltre all’Australia, perché esso stesso è molto più che solo australiano.
Tracklist:
1. Black Woman
2. My Goodness
3. Dawn
4. Mother
5. Daddy
6. Keep Me In YourReach
7. Come Back To Me
8. Voodoo
9. Over Under Away
Line-up:
Emma Donovan – Voce
Rory McDougall – Batteria
Tom Martin – Chitarra
Mick Meagher – Basso
Simon Mavin – Organo Hammond
Justin Marshall – Percussioni
