Se qualcuno pensa che un’intensa attività (di ogni genere …) abbia come conseguenza la dispersione delle proprie energie, con il serio rischio di riuscire a fare contemporaneamente più cose ma in maniera raffazzonata, evidentemente non sa chi sia Simone Mularoni.
Il personaggio in questione, oltre ad aver prodotto o comunque aver contribuito in maniera decisiva, con il proprio lavoro in studio, alla perfetta resa sonora di molti dei migliori dischi della scena metal nazionale, è anche un eccezionale chitarrista, fresco reduce dalla pubblicazione di un lavoro magnifico con i suoi DGM; invece di prendersi una meritata pausa, il buon Simone, assieme al suo omonimo Bertozzi, ha subito dopo immesso sul mercato questa autentica tranvata, che spinge ancor più verso l’alto l’asticella per chi vuole superare o quantomeno avvicinare certe vette compositive.
Gli EmpYrios, di fatto, sono il frutto del rischioso, quanto perfettamente riuscito, impianto del DNA melodico dei già citati DGM in un corpo dalle sembianze ferocemente ipertecniche come quello dei Mesghuggah, dando vita ad una creatura mostruosa per il livello raggiunto dalla proposta musicale.
Zion è un lavoro che ai primi ascolti farà dannatamente fatica a entrare in sintonia con i padiglioni auricolari di chi si attenderebbe un “normale” prog metal dalla band romagnola; le sperimentazioni elettroniche, i riff chirurgici, il suono particolare del basso, che sembra dilatarsi all’interno della casse, impiegano un po’ di tempo prima di riuscire a sposarsi con le vocals limpidamente tradizionali dell’ottimo Silvio Mancini, talvolta “sporcate” dal growl ad opera di Simone Bertozzi.
Una tracklist di rara compattezza e dalla qualità media incredibilmente elevata, presenta al suo interno brani come Masters, Renovation, Wormhole e la clamorosa Zion, che diverse band anche più pubblicizzate degli EmpYrios non hanno mai avuto la sorte di comporre in un intera carriera.
Concludo ricordandovi che ignorare questo disco è un reato perseguibile penalmente, non potendo peraltro fare a meno di notare che lo stato di salute del metal italiano appare davvero ottimo e, purtroppo, in netta controtendenza rispetto a quello del paese.
Track-list :
1. Nescience
2. Domino
3. Masters
4. Reverie
5. Unplugged
6. Renovation
7. Wormhole
8. Square One
9. Zion
10. Blackmail
11. Madman
Line-up :
Simone “Sym” Bertozzi – Bass
Dario Ciccioni – Drums
Simone Mularoni – Guitars
Silvio Mancini – Vocals