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Epi – La Parola Mai Potrà Dare Il Segreto Che è In Noi.

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[22:00, 28/2/2018] Leo: La parola mai potrà dare il segreto che è in noi…

[22:03, 28/2/2018] Leo: Sono affascinato dalle parole di Ungaretti… e affascinato dal concetto di segreto… e da questa ostinata ricerca umana del segreto… che mette in dubbio, naturalmente, il concetto di verità, della verità esistenziale…

[22:12, 28/2/2018] Leo: Il segreto permea “l’invenzione” stessa della vita… nella sua esplorazione, in quanto corpo vivo dotato di un cervello non totalmente svelato dalla scienza dell’uomo, si può giungere a esperire parti nuove di sé… rimaste in ombra… che si innescano per un accadimento… un incontro, un evento, un pensiero… che spostano e illuminano lo sguardo in un nuovo luogo interno…

[22:14, 28/2/2018] Leo: Ho un luogo interno che non conoscevo scrive Rilke… queste sue parole da tempo le ho in mente…

[22:20, 28/2/2018] Leo: Sono affascinato dal segreto… il fatto che un segreto familiare possa essere tramandato, inespresso, anche alle generazioni successive – come qualche scienziato ha sostenuto – nel caso in cui fosse davvero così mi sorprendo a pensare quanto possa incidere un segreto o il segreto stesso come forma di difesa nella vita di tutti noi….

[22:23, 28/2/2018] Leo: Mi puoi aiutare Epi a rifletterci su?

[22:34, 28/2/2018] Leo: Cosa ce ne facciamo delle nostre eredità intrapsichiche e come possiamo svelare (davvero? Ha senso affermarlo?) “noi”?

[22:56, 28/2/2018] Leo: Come forma di difesa e come vuoto nella vita di tutti noi

[01:40, 1/3/2018] Epi: Che soave candore in Ungaretti, e che profonda ” verita’ ” nel suo ammettere che mai la parola potra’ dare il segreto che e’ in noi.
Anch’ egli fa’ eco alle parole di Socrate: ” Nessuno sa’ perche’ e’ artista, ne conosce la ragione della sua arte; ognuno invece e’ mosso dal dio. ” Nel dialogo ” il Menone ” afferma poi che : ” quanto noi diciamo, scopriamo, facciamo, altro non e’ che riminiscenza, ricordo, della Conoscenza iperuranica, ovvero cosmica, spirituale a cui siamo legati e da essa generati e non creati.
La Conoscenza infinita che genera infinite manifestazioni di se’ (cioe’ noi ).
Noi, estensioni infinite della infinita Conoscenza, noi forme transitorie e apparenti e mutevoli riveliamo ,come cantori, come artisti, come bambini scampoli dell’ infinita Conoscenza che e’ in noi e di cui facciamo parte.
E quello che noi chiamiamo ” segreto ” e’ semplicemente il nostro stupore di fronte alla natura INFINITA della Conoscenza.
Il nostro stupore nello scoprire in noi una conoscenza che non potra’ mai avere FINE.
La meraviglia e il tremore che assale Rilke, Einstein, Socrate, Spinoza, Giordano Bruno, Hegel, ecc.. ecc.. nello scoprire dentro di se’ un pozzo che non ha FINE !
Il nostro cammino nella scoperta della Conoscenza infinita in noi deve essere graduale, con la stessa velocita’ della nostra crescita e questo moto lento, irregolare, asincrono e atemporale ci da talvolta impazienza, senso di impotenza, di piccolezza, di incapacita’ di afferrare il TUTTO celato, nascosto, segreto che c’e’ in noi.
Ma l’ infinito deve essere INFINITO, ovvero irraggiungibile, incontenibile, inconoscibile affinche’ sia desiderabile, ricercabile, amabile.
Affinche’ cioe’ sia BELLO.
Potrebbe la Bellezza essere finibile ?, raggiungibile ?.
……
Le conoscenze intrapsichiche che albergano in noi, le eredita’ impresse nel nostro DNA ,le memorie delle nostre conoscenze raggiunte e delle esperienze fatte cosa sono se non il nostro manifesto del gradino raggiunto del nostro essere ?
Tu potresti chiedere, “per farne che, se non viene scoperto, manifestato, vissuto ? ”
Ma tu lo sai e lo hai sempre sostenuto che l’ uomo e’ un essere sociale, anzi di piu’: hai sostenuto che un battito d’ ali di farfalla puo’ causare un uragano dall’ altra parte del mondo.
E che quindi tutto quanto si compie, si dice, si pensa, si conosce, si soffre e si gioisce e’ tutto unito in un unico INFINITO legame di Conoscenza.
Ma non solo : noi siamo UNA maifestazione di un TUTTO infinito, infinitamente INTERCONNESSO, siamo una delle infinite manifestazioni che stiamo vivendo.
La scienza dei nostri giorni ( Il Tao della Fisica ) fa eco a Giordano Bruno, il cantore della Natura infinita, mai nata, mai creata e quindi eterna ed anch’ essa
afferma che tutto e’ interconnesso ed infinito.
Solo PANTA REI , tutto e’ infinita trasformazione.
Infinito, inconoscibile trasformazione.
Inconoscibile all’ uno.
Conoscibile all’ UNITA’ a cui di volta in volta attingiamo ad ogni passaggio (morte ) nelle nostre manifestazioni apparenti in qualche parte dell’ infinito.
E questo e’ il …

[17:05, 1/3/2018] Epi: IL MITO DELLA CAVERNA E IL NICHILISMO.
Ho cercato qua sopra di avvicinarmi alla tua fascinazione, attrazione dal mistero, dal segreto che anima la vita e che tavolta ci separa, ci isola, dagli altri ed anche da noi stessi, sul piano filosofico.
Sul piano cioe’ del tuo SUPER IO, del tuo essere artista, musicista.
Gia’ , perche’ chi puo’ intendere il SEGRETO, L’ INCOMPRENSIBILITA’ del nostro esistere mortale se non colui che e’ desideroso, animato iinteriormente e incomprensibilmente da qualcosa o qualcuno che lo spinge a fare musica ?
Certo se osservi il tuo agire musica o il tuo affascinarti di poesia con la tua vista a tre dimensioni e con I tuoi sensi tutto ti puo’ sembrare superfluo, unutile, insignificante e VUOTO !
Ma gia’ sul piano numero sei del tuo io la visione supera la quarta dimensione ( il tempo ) e si eleva sino alla incomprensibilita’ della passione, della intuizione lirica, dell’ estasi mistica ( misteriosa ), del piacere e della BELLEZZA DEL FARE MUSICA NONOSTANTE LA MORTE.
Sai dire cosa VERAMENTE ti muove a fare musica o estasiarti per l’arte ?
Sai svelare, almeno a te stesso, questo mistero, questa SEGRETA TUA ANIMA CHE TI ANIMA ?
…….
Platone per tentare di spiegare la condizione del nostro vivere nel quotidiano confronto col segreto, la incomprensibilita’ della vita escogita una similitudine, un mito : ” La caverna “.
Quando gli esseri si staccano dalla Conoscenza Infinita vogliono fare l’ esperienza del VUOTO per rigenerare e infinitamente riamare la loro ESSENZA.
Si rigenerano quindi SOLI, NUDI, INCOSCENTI E PRIGIONIERI in una caverna buia animata solo da ombre e immagini riflesse.
In questa caverna gli uomini sono incatenati ad un muro col viso rivolto contro di esso e dei fuochi, alle loro spalle riflettono sulla parete l’ombra e il debole movimento di alcune sagome alle loro spalle.
E queste ombre e sagome mobili riflesse vengono scambiati per REALTA’ , per vita, per divinita’.
E pare essere questa la felicita’, l’ unica verita’ possibile dell’ esistenza.
Ma qualcosa non va: nonostante questa ” felicita’, questa verita’ ” , dentro di loro qualcosa si agita e li spinge ad immaginare, a sognare, a desiderare qualcosa altro e oltre.
E a voltare il loro viso di fianco, DA UN’ ALTRA PARTE !
Versa una tenue lucina che si intravede laggiu’ in fondo alla caverna.
Che li tenta, che fa’ loro immaginare un’ altra realta’.
Una misteriosa e segreta ( forse anche pericolosa ) migliore realta’.
E qualcuno, a dispetto della comune buon senso di tutti, tenta di liberarsi dalle catene.
Lo sforzo e’ grande, la paura dell’ ignoto fa tremare e ancor piu’ il “cosa dira’ la gente, la morale comune “, fa’ frenare molti.
Alcuni pero’ si liberano e arrancando per la prolungata inerzia dei loro muscoli e delle loro menti si avvicinano alla lucina che pian piano diviene sempre piu’ intensa.
E sempre piu’ ABBACINANTE.
I loro occhi bruciano e sono accecati ma la tentazione e’ forte a continuare il loro cammino.
Ma due terribili fiere si parano presto dinanzi a loro:
La solitudine della recisione del pensare comune.
Ma, soprattutto il vuoto della propria anima senza convinzioni o credenze a cui affidarsi.
PERSI NEL NULLA !
…….
E’ questo il nostro tempo.
Il tempo della morte di Dio e del nichilismo.
Del NULLA!
I filosofi di oggi si beano a declamare, a decantare questa intuizione di Nietsche sull’attuale condizione dello spirito umano quasi fosse una catastrofe immanente e sconvolgente sul genere umano.
Nietsche, quanto Rilke incompresi dai loro coevi intuivano il percorso necessario per la nascita dell’ uomo nuovo.
Solo dalla perdita delle vecchie convinzioni, dei vecchi dei, dei vecchi luoghi comuni l’ essere vivente ridiventa ESSERE COSCIENTE.
Solo nel vuoto interiore, nella NULLITA’ si ritorna al TUTTO.

Che e’ dentro, nascosto segretamente, in noi.

[17:50, 1/3/2018] Epi: Jheronimus Bosch. La luce in fondo al tunnel dell’aldila’; della conoscenza del segreto di noi stessi.

[23:46, 1/3/2018] Leo: Mi sono ritrovato davanti alle quattro visioni dell’aldilà a Venezia, al Palazzo dell’Accademia, all’incirca un anno fa. Sono rimasto molto tempo davanti alle opere di Bosch… in uno stato di meraviglia… cerco ora di rispondere alla domanda più personale che mi hai rivolto, in quanto al quadro che hai descritto e in cui mi hai accompagnato con le parole, condivido e ti ringrazio… so svelare, almeno a me stesso, questa segreta mia anima che mi anima?…. Ho intrapreso da tempo un percorso di analisi… in cui metto insieme i pezzi del passato, apprendo il mio sistema interno, intravedo come agisce la mia sensibilità, dov’è l’origine del mio dolore, imparo a osservare dal mio vertice e a intendere quali sono le proiezioni all’interno delle mie relazioni, comprendo sempre più i meccanismi, le paure, le illusioni, le eredità familiari, le sliding doors della mia storia, ma il luogo dove arde la necessità di scrivere, dove trae origine il mio canto interiore, resta nella regione di me in ombra… e più la lucidità illumina i processi, più si assottiglia la possibilità che questo luogo interno abbia linfa vitale e germogli… è il segreto che vorrei esplorare… ma se ci si avvicina… mi accorgo che la magia si perde… e allora penso a cosa mi fa vivere ora una condizione estatica… ed è rappresentare teatralmente se stessi, i propri personaggi… sul palco si può essere chiunque… e questo libera, anche la propria parte segreta… e si può entrare nel paradosso di un’intimità pubblica…

[23:50, 1/3/2018] Leo: Abbandonarsi… lasciarsi fluire… lasciarsi… nella musica interiore… un’esperienza, uno stato altro di coscienza, ma non (ancora) il segreto…

[23:56, 1/3/2018] Leo: d’altronde, certe porte rimangano chiuse… ma altre, spesso ci si illude ed è necessario potersi illudere, si possono scardinare…

[23:58, 1/3/2018] Leo: Cosa anima la creazione? Nel mio profondo, ho sempre creduto che fosse una risposta impertinente alla morte

[00:02, 2/3/2018] Leo: Un fuoco

[00:13, 2/3/2018] Leo: Van Gogh è diventato Van Gogh in nove anni… Si, ci sono anche i Picasso che sono colti dal furore creativo per tutta la vita, ma sono molto affascinato dalle meteore, che nell’arco di un nulla sono diventati grandi… la produzione migliore di Rimbaud si è conclusa quando lui aveva solo 19 anni… Jimi Hendrix, il miglior chitarrista esistito secondo Rolling Stone, è morto a 27 anni… lo trovo strabiliante

[00:29, 2/3/2018] Leo: Ma sto divagando… il segreto comporta una fascinazione collettiva… non si spiegherebbe la diffusione così significativa dell’interesse per l’esoterismo, la magia, l’occultismo… a Savona ci sono 9 logge massoniche, mi sembra un dato incredibile, assurdo…

[00:39, 2/3/2018] Leo: Credo che il segreto, in sostanza, possa essere anche strumentale, pericoloso, alienante… quanto una bella testata in un passaggio inventato dalla finzione cinematografica, quando di fronte il muro è molto reale

[00:49, 2/3/2018] Leo: Però la questione non smette di affascinarmi, sospesa tra sogno e realtà, come il personaggio di Corto Maltese le cui avventure mi sono divorato… l’uomo cerca il segreto perché nelle sue peregrinazioni l’ultima porta, anche quella di se stesso, gli è bandita

[12:33, 2/3/2018] Epi: L’ ESPERIENZA DEL VUOTO E L’ ILLUSIONE DEL SEGRETO
Nel quadro di Bosch che ti ho inviato ho omesso di indicarti un particolare importante, il piu’ importante del percorso verso la luce : l’ anima, la psiche, la mente , PER UN CERTO TRATTO, e’ accompagnata da angeli, da maestri, da esortatori, consolatori, convincitori, perche’ il cammino verso la luce fa’ tremare e dubitare.
E in questo percorso diviene sempre piu’ forte LA TENTAZIONE DI RITORNARE ALLE TRANQUILLE ILLUSIONI DELLA CAVERNA , AL SENSO DI PROTEZIONE CHE DA IL SEGRETO CHE ESSA EMANA.
Perche’ il segreto stimola il desiderio, la parte erotica della nostra anima.
E la vita, questa vita E’ EROTISMO.
Ed e’ meraviglioso tuffarsi nel dolce SEGRETO dell’ eros.
Nell’ esoterico mistero delle ombre riflesse sul muro della caverna consolati e protetti dalle catene che ci assicurano al muro e blanditi da dolci SEGRETI E MITI che le ombre evocano.
Ma EROS SEGRETO e’ un dio dolcissimo ed al contempo terribile.
Un dio che TRAFIGGE L’ ANIMA (spesso indicato con arco e frecce e CIECO ! )
Un dio, come tutti gli dei, a due facce.
Un dio che ti dona dolcezza ed un bruciante desiderio di altro e di andare oltre.
Un dio che ti inganna con veli, con misteri esoterici, con SEGRETI.
E lo fa’ perche’ ti ama e al contempo ti invidia.
Perche’ SA’ che lo vorrai e lo dovrai abbandonare per affrontare il grande NULLA DELLA CONOSCENZA DI TE STESSO.
E allora mentre ti blandisce ( come le sirene di Ulisse ) ti accompagna , per un poco, verso la tua luce ( il quadro di Bosch ).
Nel condurti per mano ti sussurra dolci e stimolanti segreti quando dichiari : “…. ma il luogo dove arde la necessita’ di scrivere, dove trae origine il mio canto interiore resta nella regione di me in ombra….).
Ma nel contempo ti da piccoli assaggi del NULLA che ti attende quando ammetti : “….se ci si avvicina la magia si perde….”.
Ma ti conosce, conosce la voce che e’ in te che ti viene dalla tua essenza profonda e divina e che ti fa’ dire: “….. abbandonarsi, lasciarsi fluire….”.
…..
Platone, l’ inventore dell’ anima, della psiche divideva il mondo cosmico in due parti : il mondo degli dei e il mondo degli uomini.
Il mondo superiore del sacro, del tutto possibile ( onnipotenza ), degli dei, e il mondo inferiore degli uomini, dei limiti, dei desideri, dei segreti.
Egli, pero’, aveva anche iintuito che nell’ animo umano era celato un seme lasciato dagli dei, un seme del sacro ovvero un seme della loro oonnipotenza, della loro illimitatezza, della loro follia.
Ed aveva capito che l’ uomo doveva educare la sua psiche a seguire leggi precise, matematiche, oggettive ( il principio di non contraddizione : un bicchiere di vetro serve per bere e non deve divenire un’ arma impropria ), e non seguire impulsi soggettivi ( le sensazioni ), affinche’ si potesse vivere in pace e armonia fra uomini ( la citta’ Utopia ).
Nella citta’ perfetta gli uomini dovevano guardarsi dai sensi, dalle emozioni, dagli impulsi, e stare alla larga dal sacro, dagli dei , per vivere felici.
La bellezza ,le forme perfette andavano rice…

[15:34, 2/3/2018] Epi: Bernini : Estasi mistica, erotica, di Teresa d’ Avila.

[15:54, 2/3/2018] Epi: Eros trafigge l’ anima senza lasciare scampo.
Non si ragiona piu’, non si pensa piu’, non si desidera piu’ nulla e nulla piu’ ha segreto.
Ma Eros teme il totale abbandono di Teresa, lo invidia.
Invidia la sua totale inermita’, la sua totale impotenza.
La sua totale fragilita’ di fronte al VUOTO, al NULLA che la attende e verso il quale si e’ incamminata.
Il cammino verso la Conoscenza Totale che sta al capolinea del tram di cui lui e’ solo il bigliettaio e conducente.
Il tram chiamato desiderio.
Guidato da un bambino.
Il tram chiamato vita.

[16:58, 2/3/2018] Epi: Signore, se ho il mio biglietto posso partire ?
Signore se ho il mio biglietto posso partire quel mattino per il cielo ?

……..tutti I figli di Dio hanno le scarpe…
quando arrivero’ in cielo mi mettero’ le mie scarpe e andro’ cantando per tutto il cielo di Dio….

Canto gospel degli schiavi nei campi di cotone d’ America.

[17:08, 2/3/2018] +39 349 759 0882: bellissima

[18:07, 3/3/2018] Leo: e l’ilarità pervade il campo del visibile, trasformando il dolore delle cose, tramutandolo in magia… metamorfosi dell’alba e metamorfosi del tramonto, mutamento soffice, soffice mutamento dell’aria e percorro il significato… rincorro il vento, rincorro il vento, rincorro il vento… soffice vibrazione dell’oblio e percorro il mistero, che siamo esseri di passaggio, che non siamo niente… che siamo esseri del sublime e percorro il sogno lucido, e guido l’illusione, e m’incammino sulle tre vette dove tutto è uno… e m’incammino sulle tre vette con le vertigini al mio fianco, e m’incammino con gli occhi d’incanto e non ho paura… e tutto è uno e non è niente, e tutto è uno e non è che cenere, e tutto è uno e non è niente… che siamo della stessa sostanza di tutte le cose, che siamo naufraghi della materia, e vibriamo nell’aria… che l’istante è un universo, che l’istante è un incanto di cenere, che l’istante è un incanto della tua voce, quando mi dici: andiamo

[22:42, 3/3/2018] Leo: Questa meraviglia del vuoto come pieno attanaglia… la pulsione di vita, tradotta in erotismo quanto in necessità di creare, di riprodursi, di essere nel tempo oltre a se stessi, di lasciare un segno, è meraviglioso ed è un inganno del tempo… del vuoto, del nulla… illudersi, amare, sognare, essere riconosciuti, godere delle proprie passioni, realizzare i propri talenti… la conoscenza totale è quindi la consapevolezza del proprio unico viaggio?

[23:05, 3/3/2018] Leo: le parole il mio naufragio, il mio discendere senza respiro, che in balia ho ascoltato la brezza, e io a lasciarmi divorare, a lasciarmi affondare, a lasciarmi andare… e la morte si prende cura di me, si prende tutto di me, anche l’agonia… voleva attraversarmi gli occhi, voleva incidere la carne, la carne morte dei vinti, la mia carne… ma i miei occhi si sono arresi solo all’alba, un’alba color fuoco, vivida, lo sguardo di un’alba incendiaria… e le parole sono uscite allo scoperto, limpide, cristalline, e hanno preso il volo… e io ti vedo… e io riesco a vederti, infine a vederti… e io ti vedo… e non ci sono più nomi alla porta, e non ci sono più pareti… e io ti vedo… ed è iniziato il nostro viaggio, il nostro unico viaggio… un viaggio leggero, senza peso, a mezz’aria… si incede senza camminare, sospesi, come la polvere, senza valigie… si incede verso il disegno, verso l’architettura delle tue acque, attratti, fatalmente attratti… come in un sogno, non più stranieri di terra e dio, dove l’alchimia si fa luce… si incede verso la luce

[00:20, 4/3/2018] Epi: Esplode il divino, la follia del divino quando, ciechi, totalmente ciechi, per la luce che abbaglia l’ anima e annichilisce la ragione, la bocca urla le parole che traboccano dal cuore.
Si sciolgono I nodi dei lacci della mente e la “realta’” scompare, no anzi diviene REALE.
Emergono, si manifestano I significati profondi delle cose.
Si VEDE FINALMENTE CON GLI OCCHI DELL’ ANIMA.
Si perde il contatto con la terra, ci si sente bruciare dentro e sorge l’ impulso irrefrenabile di correre verso la luce.
Si prova la verigine, l’ esaltazione del vuoto.
DEL TOTALE NULLA .
….
Ed ecco, – finalmente,- la tua parola vola, la tua prosa diventa lirica, si abbandona alla vertigine del sublime dell’ incanto e abbraccia il tutto nell’ infinito UNO.
Ora sei, – finalmente,- TE STESSO.
…. o cosi credi !
La luce si fa’ solida, la mente si cofonde il bruciore del cuore diviene un macigno, un peso sconosciuto.
Questo vuoto, questo terribile vuoto sta svuotando, annichilendo la mia anima.
Sto diventando nulla, della stessa sostanza del NULLA.
I miei pensieri si perdono, si confondono, si sciolgono.
Non esisto piu’ !
NON SONO PIU’ !

[01:08, 4/3/2018] Epi: Mi rimane una goccia di vita.
Avverto un barlume di desiderio.
Sono terrorizzato da questo spaventoso nulla, questo immenso, infinito vuoto dentro l’ anima e mi aggrappo disperatamente a questa tremolante fiammella di desiderio.
HO PAURA DI PERDERMI.
Il nulla mi paralizza.
Cresce ancor piu’ quel barlume di desiderio;
IL DESIDERIO DI TORNARE INDIETRO, DI SENTIRE LA MIA PELLE, DI RIGUARDARE, RIAMARE LA VECCHIA REALTA’ CON OCCHI NUOVI.
E mi viene da piangere ; lacrime di dolore, per la mia incapacita’, per la mia inettitudine ad affrontare ME STESSO, IL MIO VUOTO, LA MIA NULLITA’.
…. o forse no !?

Ricordo che una volta scrivesti della sensazione provata uscendo dal cimitero dei ” grandi personaggi ” a Parigi.
La grande voglia di fare l’ amore, di scrivere, di mescolarti alla gente, insomma il grande mucchio di ossa in decomposizione e’ servito a rinnovare il tuo desidero di vita, la tua carica erotica, creativa.
Forse quella esperienza e’ servita a darti consapevolezza che il cammino verso la luce e’ fatto di tappe che vanno vissute intensamente e completamente.
E se anche in Messico le onde ti hanno fatto rimettere I piedi sulla terra e’ perche’ il tuo SUPER IO, IL TUO EROS aveva voglia di saggiarti e allenarti ma soprattutto rinnovare il tuo desiderio, il tuo erotismo vitale.
Perche’ senza Eros non c’e’ vita, e senza di lui non arriverai alla LUCE, ALLA CONOSCENZA, AL NULLA.
Solo lui potra’ darti il biglietto per l’ ultimo tram.

[01:45, 4/3/2018] Epi: Incatenarci in una caverna di incoscenza lo ha deciso il nostro IO profondo
La consapevolezza non va cercata, E’ GIA’ DENTRO DI NOI !
Il nostro staccarci dalle catene non ha per fine raggiungere la luce in fondo al tunnel.
LA LUCE E’ ANCHE ESSA UN INGANNO: IL NOSTRO FINE E’ CAMMINARE !
Camminare gustando il rumore dei nostri piedi che premono la terra.
Cantando il piacere e il dolore dei nostri passi.
Vivendo I nostri passi con profonda passione, con desiderio ardente,
Con subime EROS.
Perche’ NON ESISTE LUCE IN FONDO AL TUNNEL.
PERCHE’ LA LUCE NON HA FONDO.
Noi siamo GIA’ nella luce, camminamo gia’ nella luce, perche’ essa e’
ETERNA CIOE’ INFINITA.

E non si puo’ andare VERSO qualcosa di infinito,
ma si e’ da sempre, infinitamente ed eternamente GIA’ dentro !

Resta solo mettersi le scarpe ( amare, amare, amare ) e andare cantando per tutto il cielo di Dio.
…..il nulla verra’ da se’ , anzi ci siamo gia’ dentro da sempre !

[11:02, 4/3/2018] Epi: …..Laudato sii mio Signore per sorella morte….

Francesco.
Cantico delle creature.

[11:38, 4/3/2018] Epi: … La vita umana non e’ altro che un gioco della Follia…. Erasmo da Rotterdam.

[12:24, 4/3/2018] Leo: “Anche se Egli mi uccide, avrò fiducia in Lui” scriveva M. P. Shiel in La nube purpurea… sono arrivato a leggere questo libro apocalittico a seguito di un incontro alquanto singolare con Carlos Val Naval, un regista spagnolo.

Eravamo a Siviglia, in un ostello. Ero in viaggio con un mio amico, che si trovava in quel momento in uno stato di difficoltà. Nel parque di Marismas y Barbate avevamo visto ruggire l’oceano, io mi sono sentito finalmente a casa, lui è sprofondato in una serie di attacchi di panico. Il viaggio si è trasformato in una ricerca vana di ansiolitici e di visite surreali ai pronto soccorso della Mancha. Eravamo diventati improvvisamente Don Quijote e Sancho Panza e da buon scudiero lo accompagnavo nei motel sulle strade statali dove riusciva a trovare un po’ di pace nel guardare i camion passare dalla finestra. Prima di avventurarci nella Mancha con la nostra Renault 4 sgangherata, Carlos mi ha raccontato la storia di un suo amico che aveva trovato, dopo mille ricerche, un libro strano, inquietante, La nube purpurea. Un libro molto raro, che non aveva fatto in tempo a leggere… gli hanno rubato lo zaino e così anche il libro e il suo amico non trovava pace. Questa storia era una delle tante storie strane che ci siamo raccontati quella notte, il mio amico stava male e noi a raccontarci assurdità. Arrivato in Italia non ci pensavo più a questa storiella ma un giorno per caso ho trovato il libro di M.P. Shiel… l’ho letto tutto d’un fiato, l’ho messo in una busta e l’ho spedito a Carlos, Carlos lo ha portato al suo amico e si è chiuso un cerchio. Poi ho indossato le mie scarpe amare (Andersen scrive invece di soprascarpe, le soprascarpe della felicità) e ho scritto questo testo…

[12:27, 4/3/2018] Leo: oggi ho la bocca amara e un temperino dorato. la matita si è conficcata come un proiettile nel muro e non c’è santo che possa starvi in equilibrio, a piedi scalzi, a orchestrare il disegno con la mente e intonare canti colorati. oggi la mia bocca beve silenzio a piccoli sorsi, sorride con brevi litanie e si addormenta, fatalmente spossata, con una ragnatela sul viso (guardo dalla finestra, con gli occhi sgranati la strada. e scorrono, infinitamente scorrono, i mammut di metallo)… e noi sgranchivamo la realtà, tra labirinti e passioni giocattolo, immaginando di percorrere le metamorfosi del mistero come si percorrono il sonno e la morte. abbiamo cercato casa nell’anonimato, accogliendo negli occhi la gioia di nessun dove, continuamente nel nulla di qualsiasi raccordo stradale, di qualsiasi intreccio di trame, di qualsiasi città e di qualsiasi volto: ecco una forma, una memoria, un nome immaginato e perduto: ecco la vita, la distanza che separa, le parole scomparse: ecco: guardali passare i mammut di metallo, guarda come passa la vita…

[12:38, 4/3/2018] Leo: Grazie Epi. Questo dialogo mi ha fatto venir sete. Beviamo al sacro graal della vita, con fiducia, nella luce. Ti abbraccio

[12:59, 4/3/2018] Leo: Ogni volta apprendo da te… per quanto tuttora io non creda in dio credo nella vicinanza tra gli uomini e, soprattutto, nella sapienza degli uomini che camminano nella vita con gli occhi belli… Grazie ancora…

[15:10, 4/3/2018] Epi: La nube purpurea : anch’ io non ho resistito al piacere di condividerlo con amici.
Non credi in dio.
Credere in dio ha una valenza propedeutica, preparatoria.
Delle virtu’ umane e’ la piu’ bassa.
Serve ai bambini per crescere per sviluppare la fantasia, la creativita’.
Ed ai grandi di nome Tommaso per accertarne l’ esistenza mettendo il dito nella sua piaga e quindi Sperare nella sua Potenza.
Ma la virtu’ dei forti, dei liberi e’ un’ altra : L’ AMORE.
Quando si ama non si spera.
Quando si ama non si crede.
Quando si ama si E’
Il credere e’ una dote naturale, innata, primaria, inconscia.
( Quando salgo su di un aereo, su di un treno o apro una scatola di cibo mi e’ naturale fidarmi, – cioe’ avere fede, credere, – che lo sconosciuto pilota mi
voglia portare vivo a destinazione e che il fabbricante del cibo non mi avveleni. )
La seconda dote umana innata e’ la speranza.
La vita e’ cammino nel desiderio del bene, del proprio bene scongiurando il dolore, e quindi speranza inconscia.
Ma la terza dote umana, AMARE supera l’inconscio perche’ e’ semplicemente IMPREVEDIBILE.
L’ amore colpisce a tradimento; si perde la logica, si perde la ragione, la fede, la speranza.
Si puo’ avere bisogno di credere all’ oggetto o soggetto che ci ha trafitto l’ anima quando si ama ? O sperare da esso qualcosa ?
Si ama A PRESCINDERE.
Si ama perche’ POSSEDUTI.
Si ama perche’ SCELTI.
Per questo l’ Amore e’ sovra-umano, appartiene al sacro, alla follia.

E tu, nel sacro, nella follia sei, ormai irrimediabilmente, IMMERSO.

Cosa me ne faccio della fede, della speranza,se AMO ?
Io non credo.
Io non spero.
Io SONO !
Libero.

……
Free at last, free at last !
Thank you God Almigthy.
Free at last !

Lapide sulla tomba di Martin Luther King.

Siccome hai aderito al mio amore ti faro’ libero !
… Salmi.

[21:41, 4/3/2018] Leo: Che bello! Si! Io amo!

[21:43, 4/3/2018] Leo: ali cantano la melodia antica. mai sfiorire, mai aggrapparsi a foglie ocra, del vento ricordano mani, del vento dimenticano mani. c’è solo un cammino infinito, solo una melodia infinita, nulla si può prendere, nulla si può perdere, sfugge la notte e mi risveglia la notte, le stelle dipinte nella mia stanza e prigione. ali, ali per fuggire dal vortice indistinto e buffone dei pensieri delle parole delle voci, ancora, ancora, mi portano via, mi portano ancora. mi assale e scompare, mi assale scompare, la farfalla venuta a morire nella sua mano, la farfalla perduta, la farfalla che ho stretto e la farfalla volata via. ricordo (adesso ricordo!). amo il cerchio, amo il silenzio nel tratteggiare il cerchio, amo il silenzio nel tratteggiare il moto del cerchio e perdermi. amo perdermi. amo ritrovarmi agli argini e nuotare in direzione contraria. amo il flusso, essere liquido, liquido che prende corpo, liquido che prende ali, tensione di vapore. così perdo la notte e ritrovo la notte, così perdo la notte ritrovo la notte, e guardo le stelle, e piango di gioia

[23:47, 4/3/2018] Epi: ….ali cantano la melodia antica…. una melodia infinita…

E ora dimmi…
… guardati bene dentro…
… nel fondo della tua anima…
…quale timore hai…
…quale segreto ti resta…

… quando AMI ?

[16:55, 6/3/2018] Leo: Love is a losing game… Ma un gioco a cui è ben difficile esimersi dal giocare se si crede nella vita, nel tempo della vita… sono tante le forme dell’amore… ho avuto difficoltà a rispondere alla tua domanda, la cui risposta solo apparentemente è semplice… ma non c’è nulla di semplice… amare e sentirsi liberi… stiamo trattando una dimensione evoluta dell’amore a cui aspiro… la possibilità che una relazione possa essere profondamente intima e di conoscenza e riconoscimento reciproci… in cui non ci si annulla e allo stesso tempo non ci si gioca solo delle parti di se stessi… in cui abbandonare i timori… in cui lasciarsi andare all’armonia tra esseri umani così vicini… così in sintonia… perché ogni incontro non è casuale… ci sono delle “spinte” forti, che talvolta non si possono neanche intendere nella loro veemenza… non mi riferisco alla chimica dell’amore, legata fondamentalmente, travestita da piacere, alla riproduzione…. ma alle spinte inconsce, quando delle trame si intrecciano e, lasciandosi, incidono ugualmente nei movimenti degli individui ormai separati… realmente, non ci si separa mai del tutto… ogni persona che entra dentro lascia un segno del suo passaggio (naturalmente mi riferisco a relazioni significative)… e non sempre un amore risponde a un assoluto e non necessariamente per una relazione “sbagliata” ma perché i tempi in cui matura non sono adatti alla fioritura… e ci sono le proiezioni dell’amore, per cui talvolta si ama chi si vorrebbe amare, colei o colui di cui si avrebbe bisogno, e non la persona in carne ossa e anima che si incontra… e, infine, c’è la cultura dell’amore che, potenzialmente, cambia anche all’interno di una sola persona nel corso di una vita… per rispondere alla tua domanda, quindi, dico… mi guardo dentro, in fondo all’anima, e non ho una sola risposta… fondamentalmente, amo la vita, esplorando con diversi sguardi amo la vita, anche se talvolta fa male amo la vita, anche se finisce amo la vita… così le anime che ho incontrato realmente e che incontro… così la natura, così anche i pensieri più astratti, così la musica infinita, così le parti che non riesci a vedere e nemmeno ad intuire, di noi stessi, degli altri, delle cose che ci circondano e di quelle che sono state e di quelle che mai vedremo… amo la vita, un gioco che si perde a cui amo giocare

[00:46, 7/3/2018] Epi: …. una dimensione evoluta dell’ amore a cui aspiro..
Usi parole molto belle per descrivere l’ emozione piu’ elevata della vita.
Anche con un po’ di amarezza… ” love is a losing game “.

Hai anche, – volutamente o meno -, tratteggiato le due forme dell’ amore che ci e’ possibile sperimentare:
– L’ amore come RELAZIONE
e
– L’ amore come IMMERSIONE, ADESIONE, POSSESSIONE

L’ amore come relazione e’ l’ amore religioso
Relazione come religione significano entrambi COLLEGAMENTO
Questo e’ l’ amore che collega negli scambi reciproci: amo per essere riamato; perdono per essere perdonato ; prego per essere esaudito.
Questo e’ AMORE ECONOMICO, CONTRATTUALE
( non a caso il matrimonio e’ un contratto )
Basta una infrazione al CONTRATTO perche’ esso vada in crisi, generi incomprensioni, rivendicazioni, punizioni, separazioni.
A volte basta un pentimento, una confessione per ritrovare l’ armonia, la CONNESSIONE e ricomporre la RELAZIONE.
Nella relazione come nella religione questo significa sottomissione, inferiorita’, immaturita’, indegnita’ e quindi ricatto psicologico.
Tale l’ amore di relazione fra individui : le diversita’ vocazionali di ciascuno diventano pietre d’ inciampo, di rinfacciamenti, di incomprensioni, di umiliazioni.
Peggio ancora : le nostre diversita’ ci portano a diffidare delle relazioni e a NON CREDERE PIU’ NELL’ AMORE.

Questo amore, cosidetto ” relazionale ” e’ l’ amore A TEMPO.
Quando va bene puo’ durare quasi ” fin che morte non ci separi ”
E’ l’ amore dei sensi, dei cinque sensi e dei due occhi.
L’ amore propedeutico, l’ amore preparatorio.
L’ amore base.
…..
Ma l’ essere umano ha ben piu’ di cinque sensi ed anche un terzo occhio.
E talvolta sogna di elevarsi.
Un sesto senso gli fa’ percepire, intuire, intravedere una visione infinita dell’ amore.
Il suo terzo occhio si dischiude e gli illumina a tratti la mente.
E intravede qualcosa che sembra irraggiungibile tanto e’ immenso
L’ AMORE INFINITO, ETERNO !
Ma che cos’ e’ ?
Dove si trova e come raggiungerlo ?
….
” Se non ritornerete come bambini non entrerete nel regno dell’ Amore ”
” e non lo capirete mai ! ” andava in giro cantando, un giorno antico, un folle.
” ma perche’ I bambini “, gli domandavano.
” Perche’ I bambini non amano per dare e ricevere, non posseggono nulla !
Essi, nel profondo, sanno che l’ Amore li avvolge., li contiene, li colma di ogni cosa senza CHIEDERE NULLA IN CAMBIO.
Perche’ l’ Amore non ha bisogno di nulla !
ESSO POSSIEDE GIA’ TUTTO,
POSSIEDE ANCHE LORO, ANCHE ME.

I bambini ridono, giocano e vivono e guardano il mondo e ogni cosa con occhi incantati.
SENZA SENSI DI COLPA !
E si abbandonano senza giudicare, senza desiderare di cambiare I sentimenti e le strade di nessuno.
Essi non sanno le parole dell’ amore ne sanno cosa e’.
Ma lo sentono tutto intorno a loro.
Essi sono Amore !

Ma questa e’ un’ altra storia; un modo diverso di guardare il mondo e se’ stessi.
Un modo di vivere che richiede la vita, tutta la vita,
….anzi, … tutte le vite che abbiamo.

[08:54, 7/3/2018] Leo: Peter Handke, Elogio dell’infanzia

Quando il bambino era bambino,
camminava con le braccia ciondoloni,
voleva che il ruscello fosse un fiume,
il fiume un torrente
e questa pozzanghera il mare.

Quando il bambino era bambino,
non sapeva di essere un bambino,
per lui tutto aveva un’anima
e tutte le anime erano un tutt’uno.

Quando il bambino era bambino
non aveva opinioni su nulla,
non aveva abitudini,
sedeva spesso con le gambe incrociate,
e di colpo si metteva a correre,
aveva un vortice tra i capelli
e non faceva facce da fotografo.

Quando il bambino era bambino,
era l’epoca di queste domande:
perché io sono io, e perché non sei tu?
perché sono qui, e perché non sono lì?
quando comincia il tempo, e dove finisce lo spazio?
la vita sotto il sole è forse solo un sogno?
non è solo l’apparenza di un mondo davanti al mondo
quello che vedo, sento e odoro?
c’è veramente il male e gente veramente cattiva?
come può essere che io, che sono io,
non c’ero prima di diventare,
e che, una volta, io, che sono io,
non sarò più quello che sono?

Quando il bambino era bambino,
si strozzava con gli spinaci, i piselli, il riso al latte,
e con il cavolfiore bollito,
e adesso mangia tutto questo, e non solo per necessità.

Quando il bambino era bambino,
una volta si svegliò in un letto sconosciuto,
e adesso questo gli succede sempre.
Molte persone gli sembravano belle,
e adesso questo gli succede solo in qualche raro caso di fortuna.

Si immaginava chiaramente il Paradiso,
e adesso riesce appena a sospettarlo,
non riusciva a immaginarsi il nulla,
e oggi trema alla sua idea.

Quando il bambino era bambino,
giocava con entusiasmo,
e, adesso, è tutto immerso nella cosa come allora,
soltanto quando questa cosa è il suo lavoro.

Quando il bambino era bambino,
per nutrirsi gli bastavano pane e mela,
ed è ancora così.

Quando il bambino era bambino,
le bacche gli cadevano in mano come solo le bacche sanno cadere,
ed è ancora così,
le noci fresche gli raspavano la lingua,
ed è ancora così,
a ogni monte,
sentiva nostalgia per una montagna ancora più alta,
e in ogni città,
sentiva nostalgia per una città ancora più grande,
ed è ancora così,
sulla cima di un albero prendeva le ciliegie tutto euforico,
com’è ancora oggi,
aveva timore davanti a ogni estraneo,
e continua ad averlo,
aspettava la prima neve,
e continua ad aspettarla.

Quando il bambino era bambino,
lanciava contro l’albero un bastone come fosse una lancia,
che ancora continua a vibrare

[09:02, 7/3/2018] Leo: Il cielo sopra Berlino, uno dei film più belli che io abbia mai visto, inizia con la poesia di Peter Handke….

[10:29, 7/3/2018] Epi: Forte Leo che sai fremere alle parole di Peter.
Il profondo, l’ abisso e’ gia’ tutto dentro di te.
…..
I poeti sono bambini che giocano a fingere, a recitare la vita.
E colorano la loro lirica di tutte le tinte dell’ anima.
Colpe e perdoni,
Gioie e dolori.
Miasmi e profumi.
Paure e slanci.
Desideri ed entusiasmi.
E su tutto il loro canto stendono sempre il velo leggero della malinconia.
Desiderano e amano quello che recitano e fingono che questo sfugga dalle loro mani, che sia ormai inafferrabile.
Ma sono bambini, vogliono essere bambini anche se fingono di non esserlo piu’.
Le delusioni, le colpe, I peccati, le croste, le paure, I veli, le apatie, le nausee, le nostalgie di cui ricolmano la loro poesia e’ il trucco dei bambini per farsi ammirare, per farsi amare.
I poeti sanno che la apologia del dolore risveglia nell’ animo umano il desiderio di Amore.
Risveglia negli uomini la voglia di ritornare bambini.
….
La polvere, le cicatrici, le paure, le delusioni, lo spegnimento del candore e della fantasia che la vita ci getta sulle spalle negli anni sono fondamentali
per DIVENTARE bambini.
I bambini nascono immersi INCONSAPEVOLMENTE nell’ Amore.
I bambini vogliono crescere e sporcarsi per diventare CONSAPEVOLI DI ESSERLO.
Questa e’ la bellezza, la meraviglia del tuo dolore, del tuo cercare, del tuo stupore.
Questa e’ la tua ricchezza, il tuo dono, il tuo immenso.
….

…Beato il mio peccato, la mia cecita’ perche’ mi hanno spalancato gli occhi all’ Amore !

Paolo di Tarso.

[16:00, 7/3/2018] Epi: I bambini sanno VEDERE il cosmo tutto in un vetrino colorato.

[22:58, 8/3/2018] Leo: Attraverso il tuo vetrino colorato dai tanto Epi… e questa è la grande bellezza di chi ama… in fondo, bisogna solo imparare a non avere paura… così le ombre scompaiono, i segreti si accomodano nel nulla e la luce inonda i nostri dipinti interiori… sia quel che sia… in ogni fase della vita… portandosi con se tutti gli sguardi di cui si ha bisogno per sentirsi vivi e stare bene… alla prossima fermata Epi… con gli occhi spalancati… ¡que te vaya bien!

[23:01, 8/3/2018] Leo: Poteva accadere.
Doveva accadere.
E’ accaduto prima. Dopo.
Più vicino. Più lontano.
E’ accaduto non a te.
Ti sei salvato perché eri il primo.
Ti sei salvato perché eri l’ultimo.
Perché da solo. Perché la gente.
Perché a sinistra. Perché a destra.
Perché la pioggia. Perché un’ombra.
Perché splendeva il sole.
Per fortuna là c’era un bosco.
Per fortuna non c’erano alberi.
Per fortuna una rotaia, un gancio, una trave, un freno,
un telaio, una curva, un millimetro, un secondo.
Per fortuna sull’acqua galleggiava un rasoio.
In seguito a, poiché, eppure, malgrado.
Che sarebbe accaduto se una mano, una gamba,
a un passo, a un pelo
da una coincidenza.
Dunque ci sei? Dritto dall’animo ancora socchiuso?
La rete aveva solo un buco, e tu proprio da lì? Non c’è fine al mio stupore, al mio tacerlo.
Ascolta
come mi batte forte il tuo cuore.
Wisława Szymborska

[12:56, 25/3/2018] Leo: Caro Epi, ti ho portato il mio vuoto, la mia perdita di senso e tu mi hai risposto con il linguaggio dell’amore, il linguaggio di colui che riesce elevarsi al di sopra degli umani destini, “di colui i cui pensieri, come allodole,
verso i cieli al mattino spiccano un volo che plana sulla vita e comprende senza sforzo il linguaggio dei fiori e delle cose mute”. Il pensiero va a Baudelaire e alla felicità, da inseguire come un mantra interiore, e alla realtà, talvolta deludente e violenta, che rende gli uomini nella loro lotta per l’esistenza mutilati, invalidi di guerra. Mi ha sorpreso una poesia o un qualcosa che non so come chiamare che il mio inconscio ha portato fuori da me nei giorni scorsi. Narra dell’incomunicabilità, di una solitudine di pietra che non è mia, non è solo mia, che si può vincere solo, esclusivamente, con la fede nella vita:

[12:57, 25/3/2018] Leo: Nel magma del consumo infelice la mia valigia non brucia, rimane a terra con te. Se e mai la pelle rifiorisse le nostre statue sarebbero profanate da altri dei e esploderanno milioni di stelle a darci luce apparente e gireremo ancora languidi intorno ai nostri corpi duri. Quanto siamo meravigliosi e imperfetti a consacrarci nel rituale dell’inutilità. Siamo respiro che brucia a cercare aria pura e nutrimento. Ma per vederti, dico, per vederti, ho necessità di perdermi. Abbiamo abortito il nostro bambino eterno e viviamo come ciechi. Non hanno più libertà le immagini di noi, le ascolto mentre gracchiano stridule nella stanza nascosta. E io, non vorrei più parlarti di me

[16:39, 25/3/2018] Leo: In Sopra Eroi e tombe, dove vi è una parte intitolata “Informe sobre ciegos”, Ernesto Sabato cerca di raggiungere “il cuore dell’uomo, in cui albergano amore e odio, passioni e contraddizioni senza fine, in tutti i tempi e in tutte le circostanze, e che può essere raggiunto solo attraverso ciò che deve essere chiamato poesia. Non nel senso meschino ed errato che il nostro tempo ha dato a questa parola, ma nel suo significato più profondo e primordiale”. È in questo cuore che trovo un nascondiglio che non riesco a svelare… ci sono dei buchi neri… e credo che siano lasciati dalla violenza subita… la stessa violenza che ho incontrato per lavoro nei ragazzini abusati, nelle donne vittime di tratta, negli uomini sradicati dalle loro terre di origine e, in misura meno impattante, nella sensibilità di chi non ha vissuto esperienze negative così eclatanti ma soffre ugualmente e questa sofferenza si trasferisce all’interno delle relazioni intrattenute…

[16:48, 25/3/2018] Leo: Lo sguardo si focalizza sulla cura… la cura degli altri e di se stessi, per sanare questo cuore che mi batte forte… Jodorowski descrive delle terapie rituali e l’atto poetico come atto per trasformare la realtà. Nel suo film “Poesia sin fin” rappresenta l’ultimo momento in cui ha visto suo padre prima di partire dal suo paese natale, il Cile, per andare a Parigi… ritorna a quel momento e lo trasforma nella possibilità che avrebbe voluto realizzare…

[16:53, 25/3/2018] Leo: Per andare all’origine del mio essere tempo, a dicembre, approfittando della fortuna di poter andare in Argentina, mi farò mostrare da mia madre il punto esatto in cui il caso l’ha messa davanti a mio padre per la prima volta, nel porto di Buenos Aires…

[16:55, 25/3/2018] Leo: Forse la “malattia” dell’esistenza non si può proprio estirpare… ma la bellezza, come atto poetico, si può anche reinventare e trasmettere…

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