Hexagon Cloud è un album d’esordio, ma qui dal modo in cui sono manipolati i suoni non sembra affatto di avere a che fare con un novellino della musica elettronica…infatti Erika ci presenta il suo debutto solista dopo aver militato per anni nel progetto Ectomorph, a me finora sconosciuto ma ne prendo atto. La ragazza, cresciuta guarda caso nei pressi di Detroit, mecca americana del suono techno underground, dopo aver maturato una più che decennale esperienza sul campo, ha ormai le carte in regola per plasmare la materia sonora techno e darle una forma compiuta e matura.
L’idea di realizzare qualcosa di suo, che era cominciata come il mettere insieme un EP, presto è cresciuta e ha cominciato a delineare contorni più estesi e una sostanza più corposa, con l’aiuto della produzione di BMG (Ectomorph), fino a diventare album. Hexagon Cloud pulsa davvero di quel cuore organico misto meccanico di Detroit, pulsa di underground e di verità.
Erika è cresciuta circondata da computer in disuso e una passione per la musica, ha preso lezioni di piano, e il percorso che fin da giovane ha iniziato a costruirsi, complice anche l’habitat, ha sapientemente fuso queste due componenti. La giovane Erika è entrata nell’ambito underground elettronico, dapprima come dj alla radio studentesca dell’università del Michigan, quindi diventando in pianta stabile compositrice analogica e DJ col fedele vinile. Erika ha sviluppato le sue abilità nel manipolare i macchinari, ed oggi compone musica senza la massiccia componente del pc, bensì essenzialmente con un particolare e flessibile sequencer.
L’apertura North Hex comincia piuttosto bene, ci introduce alla musica di Erika mettendo nel clima giusto, con quel suo incedere cadenzato e l’atmosfera cupa e misteriosa. Con Early Warning Starfield siamo ormai immersi nelle profondità spaziali, finiamo catapultati nel vortice di cui si parlava prima, e dopo questo smarrimento ritroviamo concretezza e ritmo con Gardners. La successiva Tunneling è invece a metà tra il pezzo e il lungo interludio, crea un’ambientazione sospesa e ipnotica, circolare. Continuando questa alternanza tra un ritmato pezzo minimal techno ed un soundscape con predominante componente atmosferica e la quasi assenza di ritmo, troviamo Tow Ride. Nell’ultima parte della raccolta, invece, questi due approcci si fondono, dapprima con No.3,ma soprattutto con l’ottima The Awakening, la traccia più spaziale del lotto, e per finire con Metachrosis, la traccia maggiormente techno, con cui al contempo sprofondiamo e riemergiamo definitivamente dalle profondità della nuvola esagonale.
Hexagon Cloud è in sostanza un ottimo disco che sintetizza abilmente da una parte una techno detroitiana atmosferica e vagamente acida, e dall’altra la concretezza della minimal; un buon esordio per Erika e un incoraggiamento a ripetersi e migliorarsi ulteriormente.
PS è inoltre uscito un EP di remixes che contiene i contributi del già citato BMG, di Marcellus Pittman e del famoso duo canadese Orphx.
Tracklist:
A1. North Hex
A2. Early Warning Starfield
B1. Gardners
B2. Tunneling
C1. Tow Ride
C2. No. 3
D1. The Awakening
D2. Metachrosis