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Erotomani, Poliziotti Violenti, Dark Ladies E Varia Altra Umanità Parte 1

Ebbene sì devo essere sincero oltre a tutta una schiera chilometrica di difetti che vi evito - anche perché ne ometterei parecchi - sono pure vanesio. In cosa consiste la mia vanità?

Ebbene sì devo essere sincero oltre a tutta una schiera chilometrica di difetti che vi evito – anche perché ne ometterei parecchi – sono pure vanesio. In cosa consiste la mia vanità? Diciamo che visto che passo troppe notti insonni ogni tanto mi vado a rileggere i miei vecchi pezzi. Sarò pure eccessivamente auto critico ma li trovo per il 75% pessimi per il 15% dignitosi, per l’otto per cento buoni e per il 2% riusciti. Nella penultima categoria direi che potrei inserire il mio delirio sui registi di genere del cinema italiano uscito circa un mese fa su queste pagine virtuali. Al termine di quelle righe rimandavo i miei pochi affezionatissimi (cit.) ad un articolo sugli attori di quelle fantastiche pellicole e dato che ogni promessa è debito (oppure una minaccia, fate voi) ecco un vero e proprio dizionario alfabetico sui protagonisti di quegli anni irripetibili. Sono ben 70 voci (dilazionate in tre parti), chi arriva alla fine è un eroe o un masochista e sono frutto di una scrematura opinabile quanto dolorosa. Ma direi che ho già rubato abbastanza spazio e quindi via ai contenuti perché se l’uomo ragno, secondo il signor Jameson, era un arrampica muri, prima – anzi seconda – citazione di una serie infinita, io sono un imbratta fogli. Mezzuccio subdolo e piuttosto goffo per rendere omaggio alla memoria di Stan Lee che con questo pezzo non c’entra un cazzo ma che mi premeva comunque fare.
Abatantuono, Diego
Per renderlo immortale nella memoria di noi cultisti basterebbero il cameo in Fantozzi contro tutti nel ruolo di panettiere spaccone e terronissimo amante, alquanto presunto, della signora Pina (memorabile!) e i tre ruoli interpretati in Eccezziunale…veramente: assoluto nei panni del tifoso milanista, ottimo in quello di fan juventino e soltanto buono in quello di sostenitore dell’Inter; seguirà un sequel orrido a dimostrazione che tentare di recuperare  un certo tipo di atmosfere contestualizzandole nell’attualità è operazione inutile se non dannosa. Altri ruoli di grandissimo spessore li ricoprirà nel cultissimo Attila flagello di dio (grande capolavoro), nel Ras del quartiere e nei Carabbinieri.
Albano Carrisi e Power, Romina
Coppia regina nei musicarelli tanto in voga fra la fine degli anni sessanta e gli inizi dei settanta, film tanto esili da diventare spesso sublimi e nei quali veniva presentato quello che allora era il singolo da trainare nelle classifiche di vendita  e dove i nostri apparivano contornati da caratteristi e mestieranti di sicuro affidamento. La recitazione dei due era spesso imbarazzante – inespressivo lui, eccessivamente ingessata lei – e questo rendeva queste pellicole di sicuro interesse per gli amanti del “bello”. La Power, figlia di un colosso hollywoodiano del calibro di Tyrone Power, prima del legame con il cantante pugliese aveva girato film di grandissimo spessore quali Justine ovvero le disavventure della virtù diretto da un vero e proprio genio quale fu Jesus Franco ed aveva frequantato la scena artistica più vivace assumendo, parole sue, regolarmente lsd. Romina una di noi! P.S.: Forse questa voce sarebbe dovuta finire nella lettera c ma con quale cuore mi fareste ricominciare questo tomo?!?
Althaus, Urs
Forse potrà sembrarvi un personaggio minore ma questo svizzero dalla pelle scura ha lavorato con il Maestro Lucio Fulci ne Lo squartatore di New York ma sopratutto è stato Aristoteles nell’immortale L’allenatore nel pallone, pare che non avesse bisogno di una controfigura in quanto sarebbe stato discreto calciatore nelle serie minori elvetiche (voce per altro tutta da verificare) e Arrapaho nell’omonimo film degli Squallor diretto da Ciro Ippolito, e uno che è comparso in due pellicole tanto monumentali è da collocare di diritto nell’olimpo degli immortali.
Anatrelli , Giuseppe
E chi è costui? E bravi massa di ignoranti quest’uomo è stato il geometra Calboni nella serie Fantozzi, un ruolo nel quale, sia detto senza tema di smentita, ha giganteggiato. Se si volesse rendere completo onore ad un attore morto prematuramente (la terra ti sia lieve nostro vate) si dovrebbe dire che ha lavorato pure con Totò, Mario Merola e Bud Spencer, ma è talmente impressa in noi la scena dell’arrivo a Cuorma ( e tante altre che non cito per limiti di spazio e di tempo) che, come dicono i tifosi dell’Alessandria, nella vita tutto il resto muore.
Antonelli, Ennio
Grandissimo caratterista proveniente dalla sensazionale ed inesauribile scuola romana il nostro ha recitato in una miriade di film, è pressoché transitato in ogni pellicola che uno stracultista dovrebbe vedere, tanto da aver lavorato con Franco & Ciccio, con Bava in Diabolik, con Alberto Sordi e con Fellini (!!!) e neanche una sola volta. Ha prestato la sua inconfondibile maschera in varie poliziotteschi, in un Fantozzi (panettiere anch’esso nel memorabile cameo con Abatantuono sopracitato) e  in Amici miei atto II°. Ma ciò che lo eleva a nostro idolo incontrastato è la sua partecipazione nel ruolo del macellaio Manzotin (allora fare sfacciatamente pubblicità ad un prodotto era ancora non solito lecito ma spesso assolutamente voluto e remunerativo) nel cult fra i cult Febbre da cavallo. A detta di chi scrive attore con i controcazzi.
Ariani, Giorgio
Attore toscano dal volto e dall’aspetto pacioso e dalla folta e disordinata capigliatura compare nell’ottimo Il sommergibile più pazzo del mondo, nel quale il suddetto natante batte misteriosamente bandiera croata in tempi nei quali la Jugoslavia era o sembrava ancora lungi dal disgiungersi (una malcelata simpatia ustascia del regista?). Il nostro ha interpretato anche un episodio nella serie dei Pierini , ruolo nel quale però Vitali gli è stato nettamente superiore. Hai in seguito lavorato in film trascurabilissimi come Pinocchio di Benigni e La moglie bellissima di Pieraccioni. A parere di chi redige queste righe una sorta di trasposizione ante litteram della prima versione di Majin Bu nella saga a cartoni animati Dragon Ball.
Bacaro, Salvatore
Il suo volto incredibilmente brutto tanto da risultare surreale e la sua corporatura tozza con gli arti inferiori e superiori sorprendentemente corti lo ha reso il brutto per eccellenza del cinema italiano di genere. Grazie al suo aspetto ed alla sua recitazione volutamente sgraziata ha lavorato in una miriade di film della nostra area d’interesse tanto che, per citarli tutti, bisognerebbe usare un numero sterminato di righe io per affetto, e per tagliare la testa al toro, ve lo segnalo nell’assurdo e sublime l’Esorciccio e ne Il tifoso,l’arbitro e il calciatore.
Ballista, Gigi
Attore forse minore (ma minore de che e sopratutto a chi?) il nostro ha prestato la sua inconfondibile maschera ad una serie davvero vasta di pellicole, basti pensare che ha lavorato con registi del calibro di Fulci, Germi, Risi e Steno. A parere di chi scrive il suo ruolo cult è quello di avvocato in La poliziotta con Pozzetto e la Melato.
Banfi, Lino
Signore e signori qui ci troviamo al cospetto di un gigante, un vero e proprio peso massimo della comicità italiana. Lino meriterebbe un pezzo dedicato solo  a lui ed incasellarlo in poche righe è criminogeno, ma tant’è è mio compito farlo. Beh l’esordio devo citarlo per forza perché avviene in Urlatori alla sbarra di Lucio Fulci pellicola dalla quale io e il socio Marco abbiamo mutuato il nome per la nostra storica quanto rimpianta trasmissione radio. In seguito il nostro parteciperà ad un numero sterminato di film con Franco & Ciccio, da lì seguirà una messe chilometrica di titoli al di sopra della media. Voglio fare violenza a me stesso e citare solo tre ruoli: Oronzo Canà ne l’Allenatore nel pallone, Altomare Secca in Occhio,malocchio, prezzemolo e finocchio e il commissario Lo Gatto nel film omonimo. So che molti di voi mi lapiderebbero seduta stante per queste scelte ma provateci voi a restringere così tanto il campo . Lino sei uno dei miei idoli ti perdono di essere un conservatore (a quanto pare proto fascista), ti perdono Nonno Libero, ti perdonerei anche se mi trombassi la fidanzata, tanto non ce l’ho. Sul podio fra i settanta prospetti di questo elenco, su quale gradino non ve lo dico e in fondo non lo so.
Barbareschi, Luca
A proposito di fasci eccone un altro e questo è pure antipatico e supponente (con sta storia che hai studiato all’actors studio ci hai un filino annoiato, e sto usando un eufemismo). Sinceramente non fossi comparso nel seminale Cannibal Holocaust del Maestro Ruggero Deodato – ok hai lavorato pure con Lenzi – in questa carrellata non ci saresti mai finito. Dai lo so che me ne sarai eternamente grato e quindi ti mando un abbraccio.
Boldi, Massimo
Ciao cipollino. Con questo tormentone che negli anni è diventato un vero e proprio marchio di fabbrica l’attore lombardo è entrato di forza nel cuore di noi amanti del bello, tutto è opinabile in fondo. La sua carriera, iniziata nel 1975, è davvero costellata di perle, fra le più fulgide le annate di cinepanettoni in collaborazione con De Sica. Dai cerchiamo anche per lui i momenti clou di una filmografia davvero ricca ad esempio il ruolo di genero paludato e pragmatico di Pozzetto nello splendido Sono fotogenico l’ho sempre trovato sublime per non parlare di quello di confuso borghesuccio la cui vita viene rivoluzionata da una Eva Grimaldi trovata ibernata nei ghiacci in Mia moglie è una bestia per concludere con il viaggio da finto tifoso della Roma con due ultras burinissimi nel terzo episodio di Fratelli d’Italia. E poi ci sono Scuola di ladri, Pompieri ed una serie di altre piccole grandi magnificenze che fanno di questo berlusconiano di ferro (Silvio fai come don Bosco ritorna tra i giovani ancora) un nostro idolo.
Bouchet, Barbara
Innanzitutto il termine dark lady. Non è certo invenzione mia ma è mutuata dal mio amico fraterno Marco aka Alabarda che, quando questa fanzine era ancora cartacea, curava un illuminante spazio sul nostro cinema; ed allora lo faceva solo lui perché sul carro del vincitore, allora perdentissimo, non ci sarebbe salito nessun fighetto d’accatto. Ebbene la Bouchet è la prima alfabeticamente a comparire in questa mia confusa ed appassionata retrospettiva. E’ lei la prima che prenderò in esame fra quelle che hanno sviluppato in modo esponenziale l’autoerotismo tra gli appartenenti alla mia generazione ancora legata ad un mondo nel quale il sesso non era ancora sovraesposto in rete (cos’era la rete?) Barbara (mi si consenta la confidenza) ha partecipato pure ad un episodio di 007 ma comincia ad entrare di prepotenza nei nostri wet dream con una danza scatenata in Milano calibro 9 di Fernando Di Leo, per poi turbarci ulteriormente nello splendido Non si sevizia un paperino del vate Lucio Fulci e nel suo ruolo nel monumentale Spaghetti a mezzanotte per concludere con un vasodilatatorio spogliarello in taxi in La moglie in vacanza…l’amante in città con un piacevolmente allibito – e deliziato – Pippo Santonastaso nel ruolo del taxista. Grazie a te mia dea, e a tutte le dark ladies del nostro cinema di serie b (per me è champions league) per aver fatto crollare le nostre già ridotte perfomances di sportivi in erba troppo attratti dalle vostre grazie.
Bosisio, Liù
Se c’è un motivo per cui il tu viso Liù sarà sempre nelle nostri menti e nei nostri cuori è per aver interpretato per prima, nei primi due episodi della serie, la moglie del mitico ragionier Fantozzi e, sia detto tra noi, lo hai fatto pure alla grandissima.
Braccardi, Giorgio
Con il grandissimo Giorgio Braccardi quasi si esce dall’angusto recinto della comicità per sfociare nei campi del surrealismo e del dadaismo, dagliene dei nomi – a sproposito – anche se l’espressione in genovese rende molto meglio l’idea. Ermanno Catenacci è l’unico fascista simpatico, non è vero ma non citerò l’altro ( non temere fratello non ti sputtanerò pubblicamente) ed il farmacista Onorato Spadone (l’uomo è una bestia) è un personaggio altrettanto improbabile quanto riuscito. Del nostro si dovrebbe citare una carriera ricca di collaborazioni (ad esempio con Arbore e Boncompagni) e di un eclettismo ai più sconosciuto ma mica posso scrivere all’infinito, già il boss sarà contrariato che questa mia piccola follia duri ben tre capitoli, quindi restringiamo il campo, sia pur ingiustamente al cinema. E buttiamo lì un po’ di titoli che lo hanno visto impegnato tipo Avere vent’anni, I carabbinieri, Crema cioccolata e pa…prika, La gorilla e scusate se è poco!
Brega, Mario
Mario Brega è un mito e con questo potrei terminare perché anche per lui sarebbe necessario uno spazio molto più ampio, ma ciò è stato fatto in modo egregio dall’ottimo Enzo Cardarelli con il libro Ce sto io…poi ce sta De Niro al quale vi rimando, e se non lo avete letto siete dei paria e non vi meritate niente. La sua filmografia, che comincia alla fine degli anni ’60, è sterminata è costellata da titoli  ai quali ognuno di noi avrebbe agognato partecipare, Buttiamone lì alcuni giusto per contestualizzare la grandezza del personaggio: I mostri, la trilogia del dollaro di Sergio Leone, La banda del trucido, Una vacanza del cactus, Pierino la peste alla riscossa, C’era una volta in America, e ne ho omessi talmente tanti da provare imbarazzo se non addirittura vergogna. “Manco le basi del mestiere!” “A zoccolé io mica so comunista così (un pugno al cielo) so comunista così (entrambi i pugni al cielo) e sono brividi e lacrime, grazie Mario per essere esistito!
Buzzanca, Lando
Quanto Buzzanca fosse diventato un simbolo dell’homo eroticus all’italiana lo dimostra il fumetto vietato Il camionista nel quale il protagonista aveva praticamente il suo viso. Piccolo excursus: chi ha avuto la “fortuna” di doversi subire il servizio di leva obbligatorio ricorderà come queste magnifiche pubblicazioni riempissero le camerate delle caserme senza avere un reale proprietario, erano appannaggio di tutti per una forma riuscita di abolizione della proprietà privata. Ma torniamo al nostro Lando ed alla sua fulgida carriera che comincia con un Ben Hur del 1969 ed un Divorzio all’italiana di due anni successivo, chi ben comincia…per poi passare da due esilaranti episodi di James Tont diretti da Corbucci e Operazione san Pietro dell’adorato Fulci. Ma sarà nella parte seguente della sua carriera che il nostro si affermerà come l’oggetto dell’invidia del maschio medio italiano, come simbolo del nostro machismo  con pellicole indimenticabili quali Il vichingo venuto dal sud, Homo eroticus ed Il merlo maschio. Da citare anche L’arbitro (con Joan Collins!) nel quale il nostro gioca con la sua somiglianza e sulla stessa provenienza geografica di Concetto Lo Bello. Dai un’ultima citazione poi smetto, non fosse che per il titolo, Il cav. Costante Nicosia demoniaco ovvero:Dracula in Brianza, E con questo stop perché anche in questo caso si potrebbe scrivere ancora un centinaio di righe.
Calà, Jerry
Il nostro parte con il botto con i Gatti di vicolo miracoli. Ma anche da solo saprà regalare perle con film geniali quali Una vacanza bestiale, I fichissimi (degno rivale di Abatantuono in forma mundial), Vado a vivere da solo, Sapore di mare, Al bar dello sport ( nel quale interpreta – alla grande- la parte del muto Parola) sino ad arrivare a Yuppies, spaccato della società italiana nell’anno del signore 1986, a Il ragazzo del pony express e a Rimini Rimini. Jerry mi hai regalato tanto che ti perdono pure di essere stato testimonial di 71 e della sua giochi Preziosi. Il tuo libidine, doppia libidine, libidine con i fiocchi sarà per noi, ragazzi di oggi (cit.) degli anni ’80, un urlo di battaglia sempiterno.
Cannavale, Enzo
Parlando del grande Enzo Cannavale devo partire citando un aneddoto, o meglio un episodio di vita vissuta. Un giorno mentre bighellonavo per Genova con un amico anch’esso malato come me di b-movie mania, abbiamo scorto una persona che ti somigliava, breve conciliabolo, lo disturbiamo, non lo disturbiamo? E poi via con la faccia da culo dei nostri vent’anni e ci avviciniamo a lui e cazzo era davvero il nostro idolo, lo ricopriamo di complimenti e lui, gentilissimo ci ringrazia sorpreso di quanto grande fosse la nostra adorazione. Peccato che allora non avessimo telefoni con la possibilità di fare fotografie (a dire il vero avevamo solo il telefono di casa e con il duplex), ora avrei una foto con un uomo che mi ha regalato un sacco di bei momenti. Citando questo episodio mi sono mangiato un sacco di spazio, rimedio subito parlando di cinema  e pescando alla rinfusa in una carriera lunga e fulgida nel quale il nostro è stato protagonista in film come La liceale, L’affittacamere, Napoli si ribella, Agenzia Riccardo Finzi…praticamente detective, La settimana bianca, La sai l’ultima sui matti? (una delle summe del cinema italiano di genere), Il tifoso, l’arbitro e il calciatore (nel quale interpreta lo splendido segnalinee Sposito) sino ad una apparizione persino in Amici miei atto III°. Enzo sei stato uno dei pochi miei eroi che ho conosciuto di persona nella mia vita (si fotta Brecht!) e ti sei dimostrato persona bella ed alla buona e niente mi manchi, come mi manchi tu…(piccola digressione personale e malinconica).
Carotenuto, Mario
Nei nostri cuoricini di panna di amanti del cinema italiano che spacca del grandissimo Mario Carotenuto resterà sempre impressa la sua splendida immagine di uomo imponente con gli occhialoni spessi e con la sua espressione tra il surreale e lo strafottente che è alla base di chi è nato nella nostra capitale e che sono sconosciuti a chiunque altro. Dire quante volte il nostro mi ha fatto ridire – e perché no commuovere – con le sue interpretazioni è impresa titanica e non è certo possibile restringerla in uno spazio così angusto e quindi come di prammatica carrellata di titoli  di un vero e proprio gigante della settima arte di casa nostra. E Mario ha cominciato a prestare il suo imitabile viso a noi fan adoranti già nel 1949. Si comincia con Caccia al marito e Ferragosto in bikini (entrambi del 1960) per passare a Squadra volante, L’insegnante , La liceale, Febbre da cavallo (l’avvocato De Marchis!), La dottoressa del distretto militare, L’infermiera di notte, La supplente va in città, Paolo Roberto Cotechino centravanti di sfondamento. Primo piano sul suo viso “Ma ti immagini se mi nasceva un figlio laziale?”. Stacco su un’altra telecamera e altro primo piano “Meglio frocio”. L’apoteosi del politicamente corretto, non me ne abbiano i miei amici laziali, e sono tanti, e particolarmente cari, ma questa scena è per me assolutamente fantastica!
Carati, Lilli
Lilli, scusa se ti chiamo per nome pur non avendoti conosciuta, ma sento di volerti bene. Sei stata vittima di un mostro che si è mangiato un buon numero di donne e di uomini, un mostro del cazzo che ti ha eroso da dentro ma che non ha intaccato l’immagine che ho  di te, un mostro che ti ha portato nel mondo sordido del porno (niente contro la pornografia per carità nessun moralismo ma quando è fatta per costrizione dev’essere triste assai). Ma tu sei stata, e lo sei stata finché te ne sei andata (troppo presto) bella, bellissima. Di fronte a tutto ciò par superfluo parlare di cinema ma quanto mi hai turbato – in positivo – nella tua scena lesbo con Gloria Guida in Avere vent’anni non ne puoi avere un’idea, per non parlare del finale violentissimo nel quale trovi una morte, filmica, davvero atroce. Ma non è ovviamente tutta qui la tua carriera che ti ha visto protagonista in pellicole altrettanto splendide come Poliziotto sprint, La professoressa di scienze naturali, Le evase – storie di sesso e di violenza. L’ultima volta che ti ho vista eri esposta al pubblico ludibrio in televisione a raccontare le tue disavventure e mi è venuta una tristezza che neanche riesco a descrivere; che nessuna damnatio memoriae cada su di te Lilli, chi vive nel cuore di chi resta non muore mai.
Cansino, Tinì
Chi è cresciuto nella Milano da pere degli anni ’80 ( pur non vivendo nella nostra capitale morale) mai potrà dimenticare un programma come Drive-in. Teomondo Scrofalo, Spettegules, Has…fidanken!, e Tranquilli sono sempre io il paninaro sono entrati con forza, direi quasi violenza, nel nostro immaginario di ragazzini che avevano mangiato troppe arance meccaniche (e qui cito i Klasse Kriminale, scusate se è poco!). In quella trasmissione compariva anche la qui citata Tinì Cansino ed è grazie a quei momenti di intenso godimento che io e molti altri abbiamo fatto la sua conoscenza. Dal punto di vista cinematografico la nostra ha fatto pochino ma tutto di sicuro culto come Carabinieri si nasce, Delizia e sopratutto Arrapaho! Ed essere stata Scella Pezzata in quello che si può definire, senza se e senza ma, un vero e proprio capolavoro consegna la divina Tinì all’immortalità. Dato che sono in vena di amarcord mi sia consentito un excursus. Sul finire dei ruggenti e sopracitati anni ’80 nella mia ridente cittadina, Varazze, riviera di ponente, Liguria, si esibì Enzo Braschi portando ovviamente come pezzo forte del suo repertorio il personaggio del paninaro. In quell’occasione alcuni galli di dio milanesi in vacanza lo contestarono (da sinistra? da destra?). Una scena davvero surreale a dimostrazione che anch’io, sia pur con i miei bravi limiti, ho visto cose che voi umani non potreste immaginarvi.
Cassini, Nadia
Nadia è stata, insieme ad altre, uno dei più grossi turbamenti erotici di chi ha potuto gustare le sue performance in tante splendide ed indimenticabili pellicole. Di lei si diceva, non a sproposito, che fosse il fondo schiena (termine volutamente edulcorato) più bello del cinema italiano, e chi sono io per affermare il contrario? E d’altronde la scena da L’insegnate balla con tutta la classe in cui si esibisce di fronte ad un estasiato Mario Carotenuto nella raccolta del melone direi che parla più di mille parole. Ma oltre a questa mirabile apparizione la nostra ha prestato il suo viso, e le sue grazie, in numerose altre occasioni come in L’infermiera nella corsia dei militari, La dottoressa ci sta con il colonnello, L’assistente sociale tutto pepe. La grazia con la quale si rivolge a Banfi dicendogli coglionello resterà sempre impressa nelle nostre menti e nei nostri cuori. Nadia, se i preti hanno ragione, e spesso è così l’associazione italiana oculisti ti sarà riconoscente nei secoli dei  secoli.

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