Una breve quanto necessaria introduzione è doverosa (chissà poi perché?) a questa seconda parte di questo mio neuro delirio che tanto somiglia, nelle intenzioni, all’ultima follia di Mel Brooks, e via alle citazioni.
D’altronde se in casa ho dischi che vanno da CSN&Y ai Discharge, libri di Kafka come la biografia di Bombolo non vedo perché non possa amare allo stesso modo Kubrick o Hitchcock come Tarantini o Nando Cicero.
Bene di parole ne ho sprecate persino troppe quindi ricominciano dalla lettera d.
D’Angelo, Gianfranco
Anche se non è l’unico ruolo che abbia ricoperto ogni stracultista che si rispetti ha di Gianfranco D’Angelo un’immagine ben precisa; quella del professore di ginnastica vagamente nazista (il baffetto che esibisce in questa peculiare veste non lascia spazio a soverchi dubbi) inguainato in tute troppo strette per essere vere. A proposito le persone della mia età ricorderanno quei magnifici acetati che sfidavano impavidi le leggi antincendio e che noi indossavamo nelle ore di educazione fisica, altro che Nike o Adidas, i loro loghi erano splendidamente astrusi ed ogni banco del mercato ne aveva ogni settimana di diversi. Ma bando ai ricordi agrodolci della gioventù e spazio ai pezzi forti della carriera del nostro, cresciuto nella prestigiosa palestra de La sberla. L’esordio al cinema avviene con i fratelli Corbucci ed il loro Zum zum zum – la canzone che mi passa per la testa del 1966. Ma sono gli anni ’70 ha consegnarlo alla leggenda con titoli quali: La professoressa di scienze naturali, La dottoressa del distretto militare, Kakkientruppen, La soldatessa alla grandi manovre, L’insegnante va in collegio, La liceale nella classe dei ripetenti e La gorilla, insomma il gotha della filmografia italiana di quegli anni irripetibili. Di D’Angelo avrei dovuto citare anche il grande Nino, perché non lo abbia fatto non so spiegarlo razionalmente, che dio mi perdoni se può.
Del Santo, Lory
La Del Santo, sia pur bellissima, ha sempre sfoderato una recitazione che definire scarsamente espressiva è voler usare un eufemismo. Purtroppo per lei la sua vita privata, sempre abbondantemente sbandierata sui rotocalchi, è stata davvero drammatica avendo perso due figli quello avuto da Eric Clapton, Conor, precipitato da un grattacielo e recentemente Loren suicidatosi in quel di Miami. Certo che dargli dei nomi da cristiani avrebbe forse aiutato, ma con la morte non si scherza, che la terra vi sia lieve, chi muore presto resta giovane per sempre. Ma bando alle tristezze e spazio alla filmografia della nostra Lory che ha prestato il suo viso, e non solo quello, ad un buon numero di film i migliori dei quali sono senza dubbio: L’onorevole con l’amante sotto il letto, W la foca (sublime) e La gorilla. La scena che la vede legata ad un albero, in uno sfavillante intimo rosso, nel sopracitato W la foca penso sia una fra quelle che mi abbia creato (e ancora mi crei) i maggiori turbamenti che film di culto mi abbia procurato. La Del Santo si è pure cimentata come regista nella webserie The lady con un cast catastroficamente stellare; io non l’ho ancora vista ma prima o poi lo farò perché se mantiene ciò che promette potrebbe essere deliziosamente tremenda.
De Sica, Christian
Figlio d’arte il buon Christian è stato spesso ingiustamente criticato per non essere all’altezza del padre, e d’altronde essere il figlio di un vero e proprio totem quale Vittorio De Sica penso non sarebbe facile per nessuno. Un altro appunto che gli si muove spesso, anche questo a sproposito, è quello di recitare sempre la stessa parte, quella dei romano burino e menefreghista, ruolo nel quale peraltro giganteggia. Il nostro ha recitato in così tante pellicole che si fa fatica a tenerne il conto: 5 vacanze natalizie e non, 8 natali in giro per il globo, 2 pompieri, 2 yuppies senza contare (anzi contandoli) Grandi magazzini, Bellifreschi, Fratelli d’Italia e SPQR 2000 e 1/2 anni fa, ed ho ristretto drasticamente il conto. Comunque il ruolo in cui lo prediligo sarà sempre quello del mitico Don Buro in vacanze in America dei Vanzina datato 1984. Eterno onore a Christian De Sica grande attore la cui maschera sarà sempre carissima a chi ha vissuto il cinema off degli anni ’80 e non solo.
Dorelli, Johnny
Ad essere sincero non ho mai troppo amato Dorelli come attore ma gli si deve riconoscere due peculiarità di cui non si può tener conto: essere stato sposato con due donne dal fascino sconfinato come Catherine Spaak e Gloria Guida ed aver inciso un pezzo pauroso come Arriva la Bomba (brano portante del bellissimo Arriva Dorellik del 1967 per la regia di Steno) che sarà per sempre uno dei brani protagonisti di ogni dj di buon gusto, il sottoscritto – indegnamente – compreso. Comunque nella sua carriera il nostro ha lavorato anche con Totò ed ha partecipato a film di spessore quali Tipi da spiaggia, Spogliamoci così senza pudor…, Come perdere una moglie e trovare un’amante, Non ti conosco più amore e Sesso e volentieri. Insomma le credenziali per stare in questo elenco in fondo ci sono tutte.
Fenech, Edwige
Se devo per forza indicare la regina delle dark ladies del nostro cinema direi che Edwige merita questo pregiato titolo e, tenendo conto dell’agguerrita concorrenza, non gli si potrebbe fare complimento più grande. Di una bellezza mozzafiato e assolutamente naturale e non artefatta la Fenech è stata una vera e propria mattatrice dei b-movies di casa nostra ed ha scombussolato gli ormoni di noi fans adoranti. Il primo grande ruolo lo ricopre in Don Franco e don Ciccio nell’anno della contestazione dove fa la compagna dimostrando che non tutte le donne di sinistra debbano per forza essere sciatte o peggio asessuate. Sono poi talmente tanti i film di pregio ai quali ha partecipato che questo elenco sarà forzatamente limitato, ecco quelli da me preferiti; Lo strano vizio della signora Wardh, Quel gran pezzo dell’Ubalda tutta nuda e tutta calda, Grazie…nonna, L’insegnate viene a casa, Cornetti alla crema, Il tuo vizio è una stanza chiusa e solo io ne ho la chiave, Giovannona coscialunga disonorata con onore, La vergine, il toro e il capricorno e La patata bollente. Grazie Edwige il tuo corpo perfetto sarà per sempre un punto di riferimento – inarrivabile – per chi è cresciuto con il tuo mito.
Franchi, Franco e Ingrassia, Ciccio
Il cinema italiano ha avuto nella sua storia numerose coppie comiche di altissimo livello ma, secondo me, il sodalizio fra questi due leggendari attori siciliani è stato il più brillante fra tutti, con buona pace di Totò e Peppino, e chi non è d’accordo si legga un altro articolo. Tra il ruolo di protagonisti – la maggior parte delle volte – e quello di comprimari i nostri hanno partecipato a ben 116 (!!!) film in una collaborazione durata quasi ininterrottamente dal 1954 al 1992. Di tanti registi che li hanno diretti il più grande è stato, tanto per cambiare, quel genio di Lucio Fulci il quale ne definì i ruoli Franco quello comico e Ciccio quello “serio”. La stragrande maggioranza dei loro film, tutti riuscitissimi e baciati da un successo di pubblico tanto grande da risultare stupefacente, è composta da parodie con titoli quali I due figli del leopardo, Per un pugno nell’occhio, Il bello, il brutto e il cretino, Le spie venute dal semifreddo, Don Chiscotte e Sancio Panza e Farfallon, tanto per citarne alcune. Ma non di solo questo ha vissuto la loro illuminante carriera ma anche di altri titoli stratosferici come: I 2 deputati, I due maghi del pallone, Come rubammo la bomba atomica, Come svaligiammo la banda d’Italia, I due pompieri, I due assi del guantone e Due rrringos nel west e sto andando a memoria omettendo pellicole di uno spessore che in troppi hanno considerato , e considerano tuttora, esile. Quando non sono apparsi assieme i risultati sono forse stati minori anche se non si può citare quel capolavoro visionario e sconclusionato che è stato L’ esorciccio forse uno degli apici per ogni cultista che si rispetti. A dimostrazione della loro grandezza i nostri sono stati omaggiati da una toccante e riuscitissima retrospettiva curata da Ciprì e Maresco e intitolato – con un titolo che non sarebbe potuto essere più riuscito – Come inguaiammo il cinema italiano – La vera storia di Franco e Ciccio. Ogni volta che in televisione ripropongono un loro film se posso non me lo perdo ed anche se è la ventesima volta che lo guardo è sempre un piacere smisurato per gli occhi e per il cuore.
Franco, Pippo
Ecco un altro esempio di attore che basandosi sulla sua scarsa avvenenza, anzi diciamo pure sulla sua decisa bruttezza, ha creato un personaggio e conseguenzialmente una carriera. Il nostro comunque non sarà stato inequivocabilmente un adone ma è stato sposato con una donna dal fascino sconfinato quale Laura Troschel che lo ha affiancato sia in tivù che in alcuni film, riflettete gente riflettete. Su grande schermo il nostro ha comunque maramaldeggiato in lungo ed in largo nei gloriosi anni settanta ed ottanta tanto da aver lavorato con tutti i grandi registi del nostro cinema. Le pellicole di culto nelle quali l’attore romano ha recitato non si contano ed è davvero difficile ridurle ad un numero troppo ristretto, io opto per Quel gran pezzo dell’Ubalda tutta nuda e tutta calda, Giovannona coscialunga disonorata con onore, Tutti a squola, Zucchero, miele e peperoncino, Il tifoso, l’arbitro e il calciatore (dove interpreta il ruolo di figlio di Carotenuto – romanista – e di promesso genero di Reder – laziale), Sfrattato cerca casa equo canone (con la splendida Anna Mazzamauro nel ruolo della moglie) fino alla mitica denuncia sociale, di lì nessuno avrebbe più toccato l’argomento, di Attenti a quei P2. Questa webzine si occupa principalmente di musica, questa è una zingarata tollerata a stento, e quindi perché non dire che Pippo Franco ha fatto anche il musicista (già alla fine degli anni ’70 apparirà nel musicarello Appuntamento a Ischia); ma noi amanti del brutto/sublime ovviamente lo ricorderemo per Mi scappa la pipì papà, Chì chì chì cò cò cò e sopratutto per l’epocale Che fico. Ciao marziano (cit.) il tuo nasone sarà sempre un must per tutti noi, e non è un coccodrillo anticipato quindi ti autorizzo ad una serie esponenziale di gesti apotropaici.
Garko, Gabriel
Cosa di faccia un fico di legno (si può usare questo modo di dire anche nell’accezione maschile del termine?) in questa carrellata visto che l’unico film davvero di culto al quale abbia partecipato è stato Paparazzi? Boh che volete che vi dica quando ho compilato questo elenco sarò stato sotto l’influsso dell’alcool o di droghe – o di entrambi – ma alla posizione n° 30 ho segnato lui e quindi eccolo citato. E poi l’articolo è mio e se non vi piace fatene uno vostro, con tutti gli oneri e nessun onore del caso.
Gasparri, Franco
Purtroppo un maledetto giorno del 1980, esattamente il quattro giugno, in seguito ad un gravissimo incidente motociclistico Franco Gasparri rimase paralizzato e lì si interruppe la sua carriera cinematografica che lo aveva visto fino ad allora impegnato in pellicole davvero notevoli. Ma purtroppo le sfortune del nostro non finiranno quel tragico giorno infatti un’ improvvisa crisi respiratoria lo colpirà nel 1999 portandolo troppo presto via da questa valle di lacrime. La carriera del nostro comincerà molto presto con la presenza fra il ’61 ed il ’62 in tre peplum, ma noi ovviamente lo ricordiamo nel ruolo di Mark il poliziotto la cui serie sarà composta di tre titoli il primo omonimo, Mark il poliziotto spara per primo e Mark colpisce ancora tutti diretti dal Maestro Stelvio Massi. Inutile dire che per noi abitanti della regione del sorriso all’ingiù il più importante sia il secondo che comincia con un inseguimento che parte dal porto di Portovado per poi svilupparsi sull’autostrada sino a Genova, chi scrive si emoziona ogni volta che lo vede, e lo avrò visto almeno dieci volte. Stereotipo della bellezza maschile sarà molto popolare anche come attore di fotoromanzi ma per noi sarà sempre Mark un ruolo che gli garantirà l’affetto sempiterno di ogni amante del cinema che spacca.
Gegia
Se qualcuno osasse pensare che Gegia sia stata una “bruttina” del cinema italiano sappia che ha posato nuda per blitz (giornale di culto per noi giovani onanisti degli anni ’80) e playmen, e quindi muti! E poi la nostra eroina ha recitato con Bud Spencer in Bomber ed ha avuto ruoli in film fantastici come La sai l’ultima sui matti?, Acapulco prima spiaggia…a sinistra e Occhio, malocchio, prezzemolo e finocchio, in quest’ultimo figlia di Lino Banfi nonché fidanzata dello splendido Carluccio (un Andrea Azzarito che solo per questo ruolo assurgerà ad imperitura memoria). Bene detto questo, e sarebbe già tantissimo, vi invito a non sottovalutare neppure la sua carriera discografica, se trovate in un mercatino o da un rigattiere uno dei suoi cinque 45 giri od uno dei suoi due 33 giri fatelo vostro, a qualsiasi cifra!!!
Giuffré, Aldo e Carlo
Non si può parlare dei fratelli Giuffré se non accomunandoli in una sola voce visto che la loro filmografia ed il loro sodalizio sono pressoché sterminati. E comunque è assolutamente da ricordare che Carlo ci ha lasciati pochi giorni fa, esattamente il primo di novembre, e quindi sia assolutamente da citare salutandolo come merita un grandissimo attore come lui, che la terra ti sia lieve nostro eroe. Per ragioni puramente alfabetiche inizierò parlando del fratello Aldo la cui carriera cinematografica parte già nel 1948 e lo vedrà partecipante anche a numerosi film con Totò, per quanto riguarda questo articolo le prime pellicole da citare sono Juke Box – Urli d’amore del 1959 ed I marziani hanno dodici mani del 1964. Ovviamente il periodo che prenderò maggiormente in esame è quello dell’age d’or del nostro cinema con titoli quali Quando gli uomini armarono le clave e… con le donne fecero din don, Il brigadiere Pasquale Zagaria ama la mamma e la polizia, Colpo in canna e Ciao marziano. Ma sarà Carlo quello a segnare maggiormente il nostro immaginario con la sua maschera aristocraticamente indifferente (anche se solo all’apparenza). Anche per lui l’esordio è datato parecchi anni orsono ovvero nel 1950, ma soltanto un po’ di anni dopo, esattamente ventuno, entrerà di diritto nei nostri cuori con il primo ruolo di culto vero vale a dire Mazzabubù…Quante corna stanno quaggiù? a cui seguiranno gli altrettanto mirabili Bella, ricca, lieve difetto fisico cerca anima gemella, La vedova inconsolabile ringrazia quanti la consolarono, la signora gioca bene a scopa!, Il trafficone, La supplente, La signora ha fatto il pieno, Tre sotto il lenzuolo e La cameriera seduce i villeggianti. Fieri rappresentanti della scuola partenopea i due fratelli Giuffré hanno rappresentato per anni due volti inconfondibili del nostro cinema prestando i loro visi a numerosi e svariati ruoli e nessuno di noi appassionati potrà mai dimenticarli.
Grandi, Serena
Ogni tanto incontro qualcuno che, falsamente, dice di preferire le donne con il seno piccolo. Evidentemente non ha mai avuto il piacere di vedersi praticato l’atto erotico che prende il nome dalla penisola iberica; oppure, come non smetterò mai di pensare, mente sapendo di mentire. Le attrici del nostro cinema, partendo dalla Loren e dalla Lollobrigida, hanno sempre avuto fisici prorompenti tipici delle donne mediterranee ed a questo filone appartiene anche la splendida, almeno in gioventù, Serena Grandi le cui tette enormi hanno acceso le nostre fantasie più inconfessabili ed impure. Le sue grazie, sinceramente molto più delle sue qualità di attrice, sono scoperte dal Maestro Tinto Brass in Miranda del 1985 – non è comunque il suo primo ruolo – ma noi la ricordiamo sopratutto in Teste di quoio, 2 Pierini, Acapulco prima spiaggia…a sinistra, Rimini Rimini, Roba da ricchi (la scena nella quale compare ad un Paolo Villaggio completamente sbalestrato alzandosi da un’amaca e mostrando il suo indimenticabile decoltè ha mandato in solluchero tutti noi mettendo a subbuglio i nostri poveri ormoni frustrati da anni di forzosa inattività) fino a Saint Tropez – Saint Tropez. Verrà poi riscoperta – in ogni senso – dal succitato Brass in Monella del 1998. Vista ultimamente gonfia come un canotto (mi si scusi l’espressione poco elegante) a causa di vizi non proprio morigerati la Grandi non fa certamente una gran bella figura, ma comunque resterà per sempre la vera e propria pin-up italiana.
Greggio, Ezio
Come D’Angelo anche Greggio viene dalla virtuosa palestra televisiva de La sberla, alla quale farà seguito l’apparizione – e i relativi tormentoni – nella notissima Drive-in per poi accedere a popolarità enorme con Striscia la notizia, ma a questo punto il nostro interesse nei suoi confronti si sarà ormai irrimediabilmente affievolito. Il nostro a livello cinematografico ha davvero “spaccato” prestando le sue espressioni sempre notevoli a pellicole assolutamente di culto quali Yuppies 1 & 2, Occhio alla perestrojka, Anni ’90, Miracolo italiano, Selvaggi nonché Vacanze di natale ’90 e ’91. Da rimarcare che Greggio appartiene pure all’ordine dei giornalisti e quindi avrebbe potuto apporre la sua firma quale direttore responsabile del memorabile Sottoterra. Che ne dici fratello Diego magari avrebbe potuto evitarti qualche inatteso quanto fastidioso contrattempo.
Guida, Gloria
Se la Fenech occupa il primo gradino del podio per quanto riguarda la dark ladies del cinema italiano che più amiamo sul secondo gradino non può che salire la splendida Gloria Guida la cui bellezza era forse ancor maggiore della ex signora Montezemolo. Ultimamente in una delle mie sempre più innumerevoli notti insonni l’ho potuta ammirare nel suo primo film La ragazzina in cui interpretava Monica sedicenne inquieta (ne aveva già 19 ma sorvoliamo d’altronde in quanti porno appaiono ultra quarantenni con le trecce nella disperata ricerca di farle apparire minorenni, ma stiamo andando pericolosamente fuori tema) ed era già, come diceva Vladimir Luxuria di Cannavaro, vasodilatatoria. Da lì la nostra transiterà nel meglio del nostro cinema off in pellicole che segneranno la nostra (in)sana crescita, citiamone alcune: La liceale, L’affittacamere, La liceale nella classe dei ripetenti, L’infermiera di notte, La liceale seduce i professori e La liceale, il diavolo e l’acquasanta. A furia di apparire tedioso devo citare nuovamente la scena lesbo con Lilli Carati nel cultissimo Avere vent’anni di Fernando Di Leo, ogni volta che la vedo devo scappare in bagno e non per necessità fisiologiche. Eterno onore a Gloria Guida quindi, io l’adoro anche quando canta un brano francamente orrendo come La musica è nel sopracitato L’infermiera di notte e questo dovrebbe dare la misura di quanto sia smisurata la mia adorazione nei suoi confronti.
Hill, Terence e Spencer, Bud
Dopo Franco & Ciccio la coppia tra Terence Hill e Bud Spencer ha rappresentato uno dei sodalizi più rappresentativi, ammirati e riusciti del cinema italiano. Il legame fra l’ex campione di nuoto Carlo Pedersoli e Mario Girotto ha funzionato come un orologio svizzero dando vita ad un rapporto durato dal 1967 al 1988 durante il quale hanno realizzato ben 18 film, 16 dei quali come coppia protagonista. Pellicole quali Lo chiamavano Trinità, …continuavano a chiamarlo Trinità, …Più forte ragazzi, …altrimenti ci arrabbiamo, Pari e dispari sino a Botte di natale (loro ultima pellicola datata 1994 e alla quale regia si cimentava direttamente Hill) sono stati campioni di incassi ed ognuno di noi ha avuto occasione di vederli e goderseli, anche voi fighetti del cazzo che fate finta di non averli mai guardati. Il mio ricordo di loro è legato alla mia amatissima nonna materna che mi portava al cinema a vedere i loro film, nella sua visione ingenua del mondo (anche se non ho mai capito fino a che punto) vedeva in loro, e in altri altrettanto decisi, la risoluzione ai problemi di ordine pubblico, ti ho adorato Bettina e ovunque tu sia ti porterò sempre nel cuore. “Noi siamo l’unica coppia cinematografica al mondo a non aver mai litigato” in queste parole sta il segreto della loro grandezza.
Hunziker, Michelle
Di una bellezza sfavillante, a tratti persino eccessiva per sembrare vera, l’elvetica Michelle Hunziker e forse – anzi sicuramente – più nota come volto televisivo ma ha fatto anche cinema comparendo da par suo in tre cine panettoni Natale in crociera, Natale a Rio e Natale a Beverly Hills. Ma se è citata in questo elenco è certamente per essere stata la protagonista, assieme ad Alberto Tomba, nel più incredibilmente disastroso film del cinema italiano ovvero il terribile (sublime) Alex l’ariete, un lungometraggio che prima o dopo ogni persona di buon gusto dovrebbe obbligatoriamente vedere. E pensare che vista nella sitcom Love Bugs, con un sempre ottimo Fabio De Luigi, la nostra appare assai spigliata ed a tratti decisamente brava mentre in compagnia dell’ex campione, forse influenzata dall’inettitudine cinematografica dello sciatore bolognese, viene trascinata in un gorgo di devastante quanto inconscia e non voluta comicità, ripeto ogni persona assennata dovrebbe vederlo anche solo per poter verificare dove si può arrivare a livelli di terribile magnificenza. La Hunziker, a detta di chi ha avuto la fortuna di conoscerla, è persona umile, simpatica ed estremamente alla buona ma avuto in sorte di essere la moglie di una delle più grandi piaghe della canzone italiana quel Eros Ramazzotti che è romano ma tifa la Juventus e questo lo descrive quasi meglio delle sue orribili canzoni. Ma chi te lo ha fatto fare Michelle cosi bella come sei avresti potuto sposare Jack White!
Jimmy, Il fenomeno
Ricordo quando su quella splendida rivista che è stata Bassa Fedeltà si parlava di Jimmy il fenomeno: l’articolo si concludeva con una frase del nostro nel quale gli si chiedeva cosa ne pensasse del punk. La sua risposta – più o meno testuale – era che gli facevano schifo quelli vestiti da punk, affermazione della quale quasi si scusava con il suo interlocutore. Pazienza Jimmy anche se ti facevamo schifo sappi che al contrario noi ti adoriamo e lo faremo per sempre. Le tue espressioni, il tuo modo di recitare e di porti di fronte alla telecamera saranno impresse indelebilmente nelle nostre retine di fan adoranti. Ma veniamo all’oggetto di queste righe infatti se vi prendete la briga di consultare internet potrete facilmente vedere in quanti film il grandissimo attore di Lucera sia comparso. Una carriera sfavillante che ha come data d’inizio il lontano 1958 e che lo vede impegnato in pellicole assai diverse tra loro ma sempre nell’alveo di quello che noi amiamo. Buttiamo lì qualche titolo al quale siamo particolarmente affezionati tipo Ultimo tango a Zagarol, L’esorciccio, La dottoressa del distretto militare, La banda del trucido, Brillantina rock, Mia moglie torna a scuola, Vieni avanti cretino, W la foca e Pierino torna a scuola.Jimmy ci ha lasciato il sei di agosto di quest’anno a lui va il nostro ricordo più fervido che in cielo tu possa incontrare qualcuno che possa rivaleggiare con la tua follia.
Lechner, Franco
Ecco il colpo di genio di questo mio neuro delirio; mettere Bombolo non sotto la lettera b ma bensì sotto la l citando il suo reale cognome. Scommetto che qualcuno di voi abbia pensato che avessi dimenticato di citare in questo interminabile elenco l’immortale attore romano. Ma sinceramente vi sembra possibile che avrei potuto commettere un simile abominio? Perché parlare del nostro cinema senza indicare un artista di una caratura così smisurata sarebbe stato un crimine imperdonabile. La maschera del nostro, il suo viso inconfondibile, le sue espressioni di un’espressività debordante sono talmente inconfondibili fa farne un vero e proprio eroe dei nostri tempi (si rifotta Brecht, scusami Bertolt se ti cito ancora, per giunta a sproposito). Nella sua carriera durata dieci anni, il nostro abbandonerà troppo presto questa nostra valle di lacrime, Bombolo è comparso in ben 38 pellicole sinonimo non solo di uno stakanovismo estremo ma sopratutto di quanto la sua presenza rappresentasse un surplus qualsiasi ruolo ricoprisse. Resterà storico il suo sodalizio con Tomas Milian, che parlerà di lui sempre con smisurato affetto, a dimostrazione di come non fosse solo un grandissimo caratterista ma anche un’ottima persona. Bombolo transiterà con una “grazia” davvero smisurata in tutto il cinema di genere nostrano lavorando con la creme dei registi e degli attori che hanno reso grande la settima arte. Per una volta nessuna citazione, sarebbe troppo impervio come compito, ma un rimando d’obbligo vale a dire alla lettura dell’ottimo libro E poi cominciatti a fa’ l’attore del sempre eccellente Ezio Cardelli, compendio fondamentale alla carriera ed alla vita di un titano di quello che ameremo sempre.
Lovelock, Ray
Chissà perché quando penso a Ray Lovelock il primo ricordo che mi sovviene è quello di averlo visto impegnato in varie partite del cuore nelle quali, nonostante un età non più verdissima, si destreggiava sempre alla grande, d’altronde il suo sangue inglese – patria del football – lo aiutava non poco. Ma il nostro è stato senza ombra di dubbio anche un grandissimo attore nonché un ottimo cantante. Citando questa seconda attività va ricordato che ha militato nel Tomas Milian Group (!!!) e per noi penso non si potrebbe citare esperienza più clamorosamente pregna di significato. Comunque qui si vorrebbe parlare di cinema e quindi spazio ad una carriera sfavillante che lo ha visto al servizio dei più grandi registi del nostro cinema quali Lenzi, Massi, Martinelli, Prosperi, Deodato, Martino, Di Leo e Fulci, insomma il gotha del gotha. Tra i lungometraggi ai quali ha partecipato citazione d’obbligo per: Milano odia:la polizia non può sparare, Roma violenta, Uomini si nasce, poliziotti si muore, Scusi lei è normale? e Murderock – uccidere a passo di danza e la cernita è stata particolarmente dolorosa e ricca di esclusioni dolorose. Ahinoi il nostro si è spento l’anno scorso a soli 67 anni, che la nostra passionaccia abbia i suoi anni lo si desume dai troppi nomi che già figurano nella lista dei defunti, tutti piccoli pezzi di cuore che non dimenticheremo mai.
Luotto, Andy
Come tutti quelli che hanno lavorato con Arbore una delle principali caratteristiche di Luotto è quella di aver sviluppato una comicità innovativa, spesso vicina ad un surrealismo che francamente appare difficile aver attecchito negli anni ’70 italiani, forse il pubblico di allora era assai più ricettivo di quello attuale. Nel campo cinematografico il nostro esordisce con il mirabile Super Andy – Il fratello brutto di Superman del 1979 per poi recitare in pellicole della grandezza di I carabbinieri, I carabbimatti, L’esercito più pazzo del mondo, La maestra di sci e Grunt! La clava è uguale per tutti. Ma pure come musicista il nostro non ha lesinato il suo talento, ascoltatevi Giarrettiere & rock’n’roll per comprendere appieno di cosa vi sto parlando. Uomo immagine del WWF e grande appassionato di cucina – ha pubblicato pure un libro sull’argomento – Luotto è stato ed è tuttora personaggio dalle mille sfaccettature nonché possessore di un eclettismo non comune.