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Eye Of Solitude – Intervista

Intervista con Daniel Neagoe, vocalist e principale compositore degli Eye Of Solitude, la band funeral-death doom che ha chiuso al primo posto nella mia personale classifica del 2014.

Gli Eye Of Solitude sono da almeno due anni la migliore doom band del pianeta, capace di coniugare una qualità stupefacente ad una frequenza di uscite elevata, almeno se rapportata agli standard del genere in questione: l’Ep Dear Insanity si è rivelato, infatti, un altro capolavoro giunto a bissare dopo circa un anno quell’altra pietra miliare intitolata Canto III.
Non a caso quindi, nell’anno solare che sta volgendo al termine, per quanto mi riguarda Dear Insanity è stato per distacco il miglior lavoro pubblicato tra tutti quelli che ho avuto modo di ascoltare, come testimonia il best of … pubblicato nei giorni scorsi.
Grazie all’intercessione di una label che non sbaglia un colpo da diverso tempo come la francese Kaotoxin Records, nella persona di Nico, ho avuto la possibilità di porre una serie di domande all’uomo che, di fatto, è il motore della band, ovvero il vocalist Daniel Neagoe.
Pur senza conoscerlo personalmente, mi sono da subito fatto l’idea che, contrariamente a quanto farebbe pensare il genere proposto dagli EOS, Daniel potesse essere una persona dotata di grande senso dell’humour, e questo mi ha spinto a porgli anche dei quesiti piuttosto originali che, per fortuna, paiono aver riscosso un certo successo nei confronti del mio interlocutore.
Ne è venuta fuori, così, una chiacchierata davvero interessante per il cui esito devo ringraziare doppiamente il mio grande amico Alberto Carmine: infatti, è grazie alla sua smisurata competenza che ho potuto scoprire gli Eye Of Solitude in occasione della pubblicazione di Canto III; inoltre, sfruttando la sua conoscenza della lingua inglese sicuramente meno scolastica della mia, gli ho chiesto di ritoccare le domande in modo che Daniel fosse indotto a ridere solo per i loro contenuti e non per la forma con la quale venivano poste …
L’operazione pare essere riuscita in pieno; buona lettura, quindi.

da sinistra : Steffan Gough, Chris Davies, Daniel Neagoe, Mark Antoniades, Adriano Ferraro

 

iye Ciao Daniel, grazie per la tua disponibilità. Comincio con una domanda che ti potrà apparire strana: se ti dicessi che tu sei la persona che più mi ha fatto piangere gli ultimi dodici mesi, come ti sentiresti?

Sarei onorato e felice che la musica possa aver avuto per te una funzione catartica, come è destinata ad avere. Vivrei con grande soddisfazione il fatto che qualcuno ascolti e capisca la nostra musica con la massima intensità e viva quel momento attraverso il dolore.

iye Quelli che non sanno cosa sia il doom pensano che sia chi lo suona sia chi lo ascolta siano un’accozzaglia di depressi con spiccate tendenze suicide. A giudicare da quanto si può intuire dal tuo profilo Facebook fornisci l’impressione d’essere agli antipodi rispetto a questa immagine e io stesso, che del genere ne sono un fruitore compulsivo, sono ritenuto da chi mi conosce bene una persona piuttosto divertente. Allora ti chiedo: secondo te, da dove scaturisce l’urgenza di esprimere tutto questo dolore in chi suona e il desiderio di immergervisi da parte di chi lo ascolta?

Questa è la vita, in ogni suo momento, e spetta a ogni individuo esprimere la propria sofferenza interiore.
Ciò che siamo nella vita reale non ha nulla a che fare con la musica che creiamo, anche se purtroppo potrebbe sembrare così.
Alcuni sono davvero depressi ed antisociali, distanti e solitari, ma questo è nella loro natura e nessuno può farci nulla.
Tutta la musica, di qualsivoglia natura, è destinata ad essere catartica, indipendentemente da quello che è il proprio stato emotivo; il doom, tuttavia, è quello che mi permette di liberarmi di tutta la negatività, è il mio modo di sfuggire allo stato di depressione e mi permette di essere normale nella mia vita quotidiana.

iye Parliamo degli Eye Of Solitude: avevo definito “Canto III” un capolavoro inarrivabile, poi però avete pensato bene di smentirmi pubblicando un’altra pietra miliare come “DearInsanity”. Ci racconti come si sviluppa un disco degli EOS e come è distribuito il lavoro compositivo?

La musica arriva in maniera spontanea, questo è più o meno tutto ciò che potrei dire per quanto riguarda la domanda.
Il flusso deve essere mantenuto costante ed è qualcosa che va a mio sfavore, visto che significa essere costretto a dedicare alla musica anche il tempo che dovrei utilizzare per dormire o fare qualcos’altro.
Tuttavia, questa è stata una mia scelta e ci convivo benissimo. Non scrivo perché devo, bensì perché ne ho bisogno e lo voglio.

iye L’uscita dalla band di Indee Rehal-Sagoo e di Pedro Caballero ha influito sulla direzione più orientata al funeral intrapresa con “Dear Insanity”? Apparentemente parrebbe così, alla luce di una decisa riduzione delle parti soliste di chitarra e dell’accompagnamento atmosferico delle tastiere.

Non necessariamente, anche se un cambiamento doveva verificarsi, date le circostanze.
Noi consideriamo Eye Of Solitude come un’entità che ha bisogno di sperimentare e di progredire, piuttosto che seguire ancora e ancora le proprie orme.
“Dear Insanity” era già programmato, questo è sicuro, e Indee e Pedro hanno portato il loro contributo alle composizioni, naturalmente; tuttavia, dal momento che non eravamo più insieme, la musica stessa avrebbe potuto prendere una piega più o meno differente, non necessariamente in senso peggiorativo.
Il lato funeral della nostra musica deriva da una maggiore inclinazione e un diverso orientamento, e sarebbe emerso con o senza Indee e Pedro.

iye Il tuo growl è oggettivamente qualcosa di realmente impressionante : esiste una tecnica particolare per raggiungere simili risultati oppure è tutto frutto di una tua naturale predisposizione?

Haha, sei troppo gentile nelle tue affermazioni … Comunque, ti ringrazio, è una bella iniezione di fiducia, questo è sicuro.
La tecnica è qualcosa che ho acquisito in diversi anni di pratica e di sviluppo professionale come cantante; ho voluto questo e per farcela ho dovuto lavorare duramente.
E poiché la musica è così per sua natura, la necessità di aggiungere la voce come se fosse un altro strumento era di vitale importanza.

iye È bizzarro, però, che in “Dear Insanity” abbiate affidato una breve parte ad un altro che in quanto a growl non scherza affatto, come Evander Sinque (Who Dies In Siberian Slush). Se non fosse stato lo stesso vocalist russo ad indicarmi quale parte aveva interpretato, avrei faticato non poco a distinguere i vostri timbri vocali.
Come mai la scelta è ricaduta proprio su di lui e non su qualcun altro dalla tonalità più lontana dalla tua?

La risposta potrebbe apparire sorprendente, ma l’unico motivo è la continuità: penso che Evander sia un grande cantante non solo nel doom, ma in molti altri generi, e la mia ammirazione per lui cresce continuamente.
Era la soluzione perfetta per questo materiale e quando ha mi ha mandato il suo demo sono rimasto particolarmente colpito. E’ avvenuto così, in maniera naturale.

iye Anche l’aiuto di quell’altro genio del tuo amico Déhà è stato importante nell’ultima parte del lavoro, o sbaglio?

Vero, Déhà è uno dei miei migliori amici e lavorare con lui è stato più o meno come mettere assieme i piselli e le carote. Io e lui la pensiamo più o meno allo stesso modo quando si tratta di musica, e se le idee sono grandi, perché non usarle in modo creativo e costruttivo?

iye Deos, Slow, Eye Of Solitude, Clouds, Imber Luminis, Sidious, We All Die (Laughing) e mi fermo qui: tutte band o progetti eccezionali che vedono impegnati tu o Déhà e, in alcuni di questi (Deos e Clouds) assieme.
So che tra l’altro è alle porte un vostro nuovo progetto black metal denominato Vær: mi chiedo dove troviate l’ispirazione e, soprattutto, il tempo per riuscire ad operare contemporaneamente si tutti questi fronti.

Come ho detto prima, dedico la maggior parte del mio tempo per scrivere e registrare musica. Questo è un qualcosa che io e Déhà facciamo entrambi, da qui nasce anche lo stretto rapporto di amicizia e collaborazione che abbiamo.
Comunque vorrei precisare che Vær è un progetto creato esclusivamente da Déhà, io ho avuto solo l’onore di contribuirvi con la voce.
Per quanto riguarda l’ispirazione, questa proviene da molte cose, buone o cattive, positive o negative che siano, non fa differenza. E’ una maniera per esprimere se stessi e praticamente potrei definirlo un modo di vivere.

iye In “Canto III” vi eravate misurati, correndo anche qualche rischio, con l’opera del nostro sommo poeta, in “Dear Insanity”, invece, qual è il tema portante?

Con “Dear Insanity” abbiamo cercato di creare un semplice sequel di “Canto III”, che ci crediate o no. “Canto III” è incentrato del tutto sulla discesa agli inferi, come il poema racconta. Con “Dear Insanity” abbiamo voluto tratteggiare, invece, lo scenario di follia nei momenti che precedono la discesa.
E ‘introspettivo e personale, ovviamente, ma ciò che personalmente volevo descrivere era la calma prima della tempesta, il diluvio dolente e il dolore che lascia senza respiro prima della morte: quindi la pazzia, la perdita del controllo mentale e lo sperimentare la tortura fisica e psichica prima della fine.
Potrei andare avanti su questo argomento per tre giorni e non sarebbe sufficiente per descrivere quello che avevo in mente come concetto …

iye Tu sei rumeno, Adriano Ferraro è italiano, Mark Antoniades dal cognome direi che ha origini greche, Indee Rehal-Sagoo era chiaramente asiatico e Pedro Caballero ispanico. L’unico inglese “vero” parrebbe Chris Davies. Io vi ho definiti, ai tempi di “Canto III”, “un’internazionale del dolore”: ti piace questa definizione e inoltre, ritieni che questo mix culturale contribuisca in qualche modo al processo creativo?

Haaha, in realtà mi è piaciuto molto! E’ certamente qualcosa di diverso quando hai diverse nazionalità all’interno di una band. Ci sono cinque differenti input dei quali possiamo approfittare quando si tratta di musica, quindi credo che la cosa funzioni perfettamente.

iye Quando si parla di metal e Romania l’associazione di idee porta inevitabilmente a pensare ai Negură Bunget e alla diaspora che ha portato poi alla nascita dei DorDeDuh.
Conosci personalmente qualcuno di questi musicisti e, nel caso, che idea ti sei fatto della vicenda?

Conosco i ragazzi dei DorDeDuh personalmente, così come ciò che resta dei Negură Bunget. Comunque mi scuso in anticipo se sarò laconico al riguardo, ma mi piace solo la musica e preferisco tenere fuori il gossip.
Tutto quello che so è che ognuno di loro si trova molto più a proprio agio nella situazione attuale.

iye Fermo restando che, dipendesse da me, vorrei che uscisse un nuovo lavoro degli Eye Of Solitude ogni settimana, ho visto che per l’anno prossimo avete già programmato uno split ed un altro album. Rispetto alla maggior parte delle band funeral-death doom siete decisamente prolifici, non avete pura, per assurdo, di pubblicare troppo materiale in tempi ravvicinati?

Sì, rilasceremo uno split album con i nostri buoni amici Faal e stiamo ri-registrando il nostro album di debutto “The Ghost”, il che ci terrà occupati per un bel po’.
Stiamo anche lavorando su un altro full length, tuttavia, con l’ingresso di Steffan (Gough, ndr) alle chitarre, vorremmo prenderci il tempo necessario per esplorare maggiormente le sue idee ed il suo apporto alla band.
Posso però dire che abbiamo pronto un set di otto nuove canzoni davvero bello e ragguardevole, ma stiamo scrivendo sempre di più e presto inizieremo ad selezionare il materiale.
Vogliamo fortemente che il prossimo nuovo album sia qualcosa di speciale, quindi l’impegno sarà raddoppiato.
Mi piacerebbe anche pubblicare un nuovo lavoro ogni settimana, davvero, e me non me ne può importare di meno di quello che qualcuno potrebbe avere da dire al riguardo. Noi non stiamo seguendo un insieme specifico di regole o di una tendenza, o cercando di diventare una cult band con idee cult e tutte quelle stronzate. Noi siamo musicisti e stiamo facendo ciò che conosciamo meglio: la musica; se si ha la fortuna di poter scrivere più del solito, allora perché non rilasciare un album ogni anno?
Quindi credo che la risposta alla tua domanda potrebbe essere: noi in effetti scriviamo “troppa musica” e ci piace che i nostri fan la sentano. E ciò non la rende mediocre, meno interessante o poco rifinita.

iye Avete mai pensato di fare un concerto suonando prima come Sidious (eccellente progetto black metal che coinvolge quasi tutti i membri della band, ndr) e poi come Eos, o viceversa, potrebbe essere un’idea originale …

No. Sidious e Eos sono due entità diverse che suonano due generi diversi; abbiamo differenti identità e vorremmo rispettare una certa privacy nella pianificazione quando si tratta delle due band.

iye A proposito di concerti, se io fossi un condannato a morte, come ultimo desiderio chiederei di vedervi suonare dal vivo in Italia: per, esempio c’è qualche possibilità di vedere gli EOS dividere il palco con gli Esoteric il prossimo 31 marzo al Colony di Brescia ?. Ho qualche speranza prima che mi venga fatta l’iniezione letale?
(l’intervista è stata fatta prima che fosse ufficializzato il bill del concerto in questione che, purtroppo, nonostante sia comunque di altissimo livello, probabilmente non comprenderà gli Eye Of Solitude, ndr)

Hahahaha. questa sì che è una domanda !!!! E’ meglio sperare che il concerto di cui sopra si svolga al di fuori delle circostanze citate 🙂
Ci piacerebbe davvero suonare in Italia, finora non abbiamo mai visitato la vostra bella patria.

iye Mi dici quali sono i tre dischi funeral-death doom che hanno maggiormente influenzato la tua formazione come musicista e, in generale, quali sono le band che ritieni determinanti nell’averti spinto a diventare un musicista?

Il primo album doom che ho ascoltato è stato “Serenades” degli Anathema.
Questo è ciò che ha dato inizio a tutto: con il passare degli anni sono sempre stato più attratto dal doom e dai suoi sottogeneri.
Ci sono stati gruppi come Esoteric, Skepticism, Pantheist e così via, che hanno influenzato il mio range musicale. Ma, pur essendo un appassionato di doom metal, ho anche avuto un interesse verso il death ed il black metal. La musica è la mia passione da quando avevo 11 anni.

iye So che hai un bimbo piccolo: io sono un po’ più vecchio di te, mia figlia ha quasi vent’anni e ancora oggi mi accusa scherzosamente di averle creato delle turbe psichiche facendole ascoltare mentre era in culla i My Dyng Bride …
Dall’alto della mia “esperienza” ti consiglierei quindi di non fare altrettanto e soprattutto di non cantargli la ninna-nanna in growl …

Questo è davvero cool haha … Mio figlio è abbastanza freddo quando ascolta la musica.
Finora non è stato distrutto dal growl di papà, al contrario, sembra solo interessato e probabilmente si chiede perché papà stia urlando come un pazzo a volte.
Io, naturalmente, cerco di fare il meglio per lui ascoltando musica metal, ma alla fine la scelta sarà sua; potrò essere solo d’accordo e rispettare ogni sua scelta nella vita.

iye Ti ringrazio per aver risposto a tutte le domande, anche a quelle più scherzose.
Nel congedarci puoi dirci quali sono i programmi imminenti degli Eye Of Solitude e, in subordine, i tuoi?

Grazie per l’intervista così interessante: onestamente, è stato un vero piacere rispondere alle tue domande, seriamente non ricordo quando è stata l’ultima volta che ho mi sono divertito così tanto rispondendo ad un’intervista, quindi ti ringrazio per questo.
Come Eye Of Solitude, come detto, pubblicheremo lo split con i Faal, e ri-registreremo l’album di debutto “The Ghost”, quindi ci lanceremo in un mini-tour con i Saturnus ed i nostri buoni amici Marche Funebre, e terremo qualche concerto qui e là oltre a partecipare ad un grande festival dal nome prestigioso nel Regno Unito.
Personalmente, continuerò a scrivere musica per un paio di miei progetti ed aiuterò un buon amico a portare avanti il proprio personale progetto di vita, quindi sarà un anno molto impegnativo per me.
Ancora una volta, grazie per le tue gentili parole e la possibilità di far sentire la nostra voce in Italia! Grazie Mille!

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