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Recensione : “fahrenheit 451” Di Ray Bradbury

“Fahrenheit 451” di Ray Bradbury, edito da Mondadori

“Fahrenheit 451” di Ray Bradbury
“Fahrenheit 451” di Ray Bradbury

“Fahrenheit 451” di Ray Bradbury, edito da Mondadori

Fahrenheit 451 esce nel 1951 su una rivista e nel 1953 in volume. In questo romanzo Bradbury esplora il terreno dell’utopia negativa, cioè il genere nel quale l’autore non dipinge uno Stato perfetto ma anzi un regno d’incubo e terrore; in questo caso si tratta di uno Stato talmente autoritario che sente il bisogno di mettere i libri al rogo: Fahrenheit 451 è la temperatura a cui brucia la carta. Da questo romanzo è stato tratto un celebre film diretto da Francois Truffaut.

Potrete leggere passaggi come questi:

• Nessuno ha più tempo per gli altri.
• (la gente) Parla di una gran quantità di automobili, parla di vestiti e di piscine e dice che sono una meraviglia! Ma non fanno tutti che dire le stesse cose e nessuno dice qualcosa di diverso dagli altri.
• Un tempo, i libri si rivolgevano a un numero limitato di persone, sparse su estensioni immense. Ed esse potevano permettersi di essere differenti. Nel mondo c’era molto spazio disponibile, allora. Ma in seguito il mondo si è fatto sempre più gremito di occhi, di gomiti, di bocche. La popolazione si è raddoppiata, triplicata, quadruplicata. Film, radio, riviste, libri si sono tutti livellati su un piano minimo, comune, una specie di norma dietetica universale, se mi intendi. (…) Immagina tu stesso: l’uomo del diciannovesimo secolo coi suoi cavalli, i suoi cani, carri, carrozze, dal moto generale lento. Poi, nel ventesimo secolo, il moto si accelera notevolmente. I libri si fanno più brevi e sbrigativi. Riassunti. Scelte. Digesti. Giornali tutti titoli e notizie, le notizie praticamente riassunte nei titoli. Tutto viene ridotto a pastone, a trovata sensazionale, a finale esplosivo.
• Fatti e problemi sociali? una colonna, due frasi, un titolo. Poi, a mezz’aria, tutto svanisce. Il cervello umano rotea in ogni senso così rapidamente, sotto la spinta di editori, sfruttatori, radiospeculatori, che la forza centrifuga scaglia lontano e disperde tutto l’inutile pensiero, buono solo a farti perdere tempo.
• Più vignette umoristiche, più fumetti nei libri! Più illustrazioni, ovunque! La gente assimila sempre meno. Tutti sono sempre più impazienti, più agitati e irrequieti. Le autostrade e le altre strade d’ogni genere sono affollate di gente che va un po’ da per tutto, ovunque, ed è come se non andasse in nessun posto. I profughi della benzina, gli erranti del motore a scoppio. (…) la gente sempre più dedita al nomadismo va di località in località, seguendo il corso delle maree lunari, passando la notte nella camera dove sei stato tu oggi e io la notte passata.
• Si teme sempre ciò che non ci è familiare.
• (…) un libro è un fucile carico, nella casa del tuo vicino. Diamolo alle fiamme! Rendiamo inutile l’arma. Castriamo la mente dell’uomo. Chi sa chi potrebbe essere il bersaglio dell’uomo istruito?
• Domàndatelo anche tu: che cosa ci preme, in questo paese, avanti e soprattutto? Gli esseri umani vogliono la felicità, non è vero? Non è quello che sentiamo dire da quando siamo al mondo? Voglio un po’ di felicità, dice la gente. Ebbene, non l’hanno forse? Non li teniamo in continuo movimento, non diamo loro ininterrottamente svago? Non è per questo che in fondo viviamo? per il piacere e i più svariati titillamenti? E tu non potrai negare che la nostra forma di civiltà non ne abbia in abbondanza, di titillamenti…
• Se non vuoi un uomo infelice per motivi politici, non presentargli mai i due aspetti di un problema, o lo tormenterai; dagliene uno solo; meglio ancora, non proporgliene nessuno. Fa’ che dimentichi che esiste una cosa come la guerra. (…) Offri al popolo gare che si possano vincere ricordando le parole di canzoni molto popolari, o il nome delle capitali dei vari Stati dell’Unione o la quantità di grano che lo Iowa ha prodotto l’anno passato. Riempi i loro crani di dati non combustibili, imbottiscili di “fatti” al punto che non si possano più muovere tanto son pieni, ma sicuri d’essere “veramente bene informati”. Dopo di che avranno la certezza di pensare, la sensazione del movimento, quando in realtà sono fermi come un macigno. E saranno felici, perché fatti di questo genere sono sempre gli stessi. Non dar loro niente di scivoloso e ambiguo come la filosofia o la sociologia, affinché possano pescare con questi ami fatti ch’è meglio restino dove si trovano. Con ami simili, pescheranno la malinconia e la tristezza.
• Questo è il lato buono della morte: quando non si ha nulla da perdere, si può correre qualunque rischio.
• Chi non crea non può fare a meno di distruggere.
• Le parole son come foglie e dove più abbondano ben di rado si trova molto frutto d’intelletto.
• La nostra epoca prende sul serio più un idiota pieno d’orpelli che un santo vestito di stracci nella scuola della saggezza!

Volete sapere qualcosa di più di questo libro? Aldous Huxley commentò che si trattava di una delle opere più visionarie che avesse mai letto, ma da allora, purtroppo, la profezia di Bradbury si è avverata in più parti del mondo.

Marco Sommariva

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