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Recensione : Ferro Solo – Almost Mine: The Unexpected Rise And Sudden Demise Of Ferando (pt.2)

Bellissimo e tanto vi basti

Ferro Solo – Almost Mine: The Unexpected Rise And Sudden Demise Of Ferando (pt.2)

L’incipit sul nome da rapper – con annesse (invero blande) critiche – me lo sono già speso per il primo volume di questo lavoro di Ferruccio Quercetti che è doveroso ricordare, per chi non lo sapesse, suona in uno dei migliori gruppi rock’n’roll italiani i Cut.

Le mie recensioni nascono per la stragrande maggioranza mentalmente nel viaggio che faccio per andare a lavorare, quando il mio pilota automatico mi paracaduta sano e salvo a destinazione, per poi venire trasposte su carta quando faccio ritorno a casa.

In uno dei quei viaggi la mia mente fervida aveva partorito un’altra introduzione, mal nel frattempo mi sono interfacciato – purtroppo non personalmente – con l’autore del disco e l’ho abortita. Troppo “buffonesca” per il contenuto di questo album permeato da una situazione umana che lega il mio attuale vissuto con quello di Ferruccio.

Bene i convenevoli devono essere azzerati, hanno già rubato troppo spazio, per far posto alle mie sensazioni su questo prodotto (mai termine fu più limitante) perché, se il volume uno era bello assai, questo suo seguito lo è forse ancor di più. Apre il tutto Almost Mine (Reprise) una intro soffice, delicata e appena sussurata, ma è il suo seguito a stupire infatti Early Bird è un pezzo di robusto country/blues alla George Thorogood, quanto di più stupefacente ed inaspettato potessi prevedere!

Ziggy Pictures è canzone “quasi” soul, meno politica dei Redskins, meno sensuale dei Make Up ma molto più secca e diretta, (You Could Have Been My) Joan Jett parte piano per poi salire di giri sino a sembrare un pezzo glam, ma il pezzo forte – di un disco già di sé solidissimo, é How I Died in Brussels una canzone pop (drammaticamente pop), che parte con una chitarra smithsiana, o meglio marriana,per poi contorcersi su sé stessa in assoli brevi coincisi magici, ci potrebbero essere dentro i La’s ma molto probabilmente è una mia suggestione.

Il sesto pezzo a me ricorda un po’ i Pixies ed è 1234 Fuck You and Your New Lover quello che vorrei dire io, ma che, al momento mi fa ancora troppo male, lui lo dice ed è propedeutico e liberatorio, Resentment & Regret potrebbe sembrare una (murder) ballad alla Nick Cave ma poi prorompe un mood desertico che sa di Thin White Rope o di Died Pretty.

Se c’è una cosa che adoro è sentire le dita passare sugli accordi, è una sensazione di estatico abbandono se chi lo fa lo fa bene ovviamente, e Ferro Solo lo sa fare alla grande e lo dimostra da qui in poi. Ad esempio That Time of the Year suona umbratile come i Big Star del terzo album nel quale Alex Chilton ha capito che, nonostante abbia un talento mostruoso, non arriverà mai da nessuna parte ed allora che fa si arrabbia?

Macché si immalinconisce e scrive con un intimismo spaventosamente realistico, il brano di Ferruccio è la sua Jesus Christ ancor più spoglia dell’originale e ti fa quello che la ragazzina fa a Bart Simpson nel non ricambiare il suo amore, gli estrae il cuore dal petto e lo getta contro il muro, lui lo fa con il suo, con il mio e con il vostro, se ne avete uno.

Free To Love sembra essere una outtake di Rattlesnake (devo davvero dirvi che sto parlando di Lloyd Cole?) che chissà perché non compare nell’album, mentre The Time We’ve Never Had ricorda i Feelies meno cerebrali e più roots di Only Life, per inciso un album che a me piace tantissimo, chiude il tutto Airplanes che basta non vi dico più nulla perché DOVETE avere questo disco. Un album che parte con George Thorogood e si conclude con Lloyd Cole e in cui il tutto suona perfettamente sensato e credibile non può che essere un grande album e, attenzione, l’autore trae ispirazione dai suoi ascolti ma da al tutto un’impronta assolutamente personale.

Da bravo autistico e complessato loser sto già pensando alla top ten di fine anno , e patetico lo so, e con questo disco occupo una delle caselle. Questa seconda parte di Almost Mine è un album della Madonna e, se i credenti mi perdoneranno per aver scomodato piani così alti, gli agnostici come me capiranno che è solo un rafforzativo per dire e capire che lo si deve consumare di ascolti.

P.S.: Ferruccio sappilo un brano bruttino come One Man’s Heaven is Another Man’s Hell lo perdono solo a te.

Track List
1) Almost Mine (Reprise),
2) Early Bird,
3) Ziggy Pictures,
4) (You Could Have Been My) Joan Jett,
5) How I Died in Brussels,
6) You and Your New Lover,
7) Resentment & Regret,
8) One Man’s Heaven Is Another Man’s Hell,
9) That Time of the Year,
10) Free To Love,
11) The Time We’ve Never Had,
12) Airplanes

Etichetta Label: Riff Records

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