Il faraone Ramses II ha due figli: il primogenito Ramesse è a capo dell’esercito ed ambisce a prendere il posto del padre, il minore Setna preferisce invece a diventare uno scriba e sacerdote del tempio di Ptah. Due figure contrapposte, dai caratteri completamente diversi che vengono a contrasto durante un episodio militare in cui Setna si dimostra abile anche nelle arti belliche.
La storia avviene principalmente nella ridente Menfi, dove vive anche il responsabile dei granai reali, Keku, la cui figlia Sekhet è bramata in sposa da Ramesse. Tuttavia il fato vuole che la fanciulla incontri per caso il giovane scriba e i due si innamorino, inasprendo ulteriormente la relazioni tra i due fratelli.
Nel frattempo un mago nero entra in una tomba maledetta e ruba il vaso di Osiride, uno strumento magico potentissimo in grado di ribaltare e minare completamente la pace e gli equilibri mantenuti dal faraone. Una minaccia incombe sul popolo egizio e Setna dovrà in qualche modo cercare di contrastare il male che si fa sempre più minaccioso e concreto.
Questo primo capitolo della quadrilogia sul giovane Setna, prosegue in qualche modo quanto presentato da Jacq nella precedente saga, quella di Ramses del 1995. Le competenze in qualità di famoso egittologo gli permettono di trasferire elementi di vita concreta, e di far percepire un senso di realtà all’interno del romanzo. La storia è di pura finzione, ovviamente, ma i personaggi sono verosimili, hanno delle caratteristiche, delle abitudini, degli usi che sono propri della vita vera di oltre 2000 anni fa. Non solo un giallo avvincente, ma anche una apertura culturale verso il mondo dell’antico Egitto.
Anno: 2016
Pagine: 258
Voto: 7.8