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Recensione : Flesh Rag – Flesh Rag

Un suono che farebbe rizzare i capelli ai puristi e cadere le barbe agli hipster ma che riempi i cuori impavidi di chi ama il vero rock'n'roll.

E’ opinione comune che la fruizione della musica, in questi tempi di tecnologica comodità, sia quasi completamente appannaggio dei computer, degli mp3 e delle chiavette contenenti centinaia di pezzi, opinione ahimè non troppo lontana dal vero.

Ma è vero anche che resistono, come fecero quei soldati giapponesi che si rifiutarono di abbandonare i loro avamposti anche ad ostilità concluse, sacche consistenti di pazzi romantici che alla freddezza di un pc preferiscono il suono rovinoso ma tremendamente vero del vinile, fra questi ci sono certamente il ed i tipi della Surfin’ki.
Questa etichetta infatti da alle stampe solo lp,10″ e 7″ e tutto quello che fa è contraddistinto da una qualità sempre ben al di sopra della media.
Non sfugge alla regola neppure questo omonimo album dei Flesh Rag, autori di un garage-punk molto incisivo privo di fronzoli ma ricco di energia e di un feeling inattaccabile.
I pezzi sono soltanto otto e la band li brucia in tempi piuttosto brevi non facendo, come si dice in gergo, prigionieri; ci sono le sventagliate punk-blues alla Oblivians (Blood on my mind e Burning sand), il suono roots suonato con attitudine settasettina (You fucked me up you put my down), la saturazione al limite del noise (Tombstone heart), il garage-punk spaccaossa tipico dei primi Makers o dei New Bomb Turks (Milk man), il sound minaccioso e oscuro (Running around e Too fucked up) per concludere con il rock’n’roll ai mille all’ora (Is the real).
Come avrete capito si sta parlando di un suono che farebbe rizzare i capelli ai puristi e cadere le barbe agli hipster ma che riempi i cuori impavidi di chi ama il vero rock’n’roll, quello che se ne frega bellamente della tecnica ma bada al sodo e fa venir voglia di urlare e di suonare finte chitarre con racchette da tennis o manici di scopa.
Questo gioiellino è acquistabile per euro 10.99, per noi liguri notoriamente parsimoniosi anche il centesimo è importante, e,se lo farete vostro, saranno i soldi meglio spesi degli ultimi tempi.
Orsù privatevi di due canne o di qualche birretta e fiondatevi senza indugio sui Flesh Rag!

Tracklist:
1- Blood on my mind – listen HERE
2 – You fucked me up, you put me down
3 – Tombstone heart – listen HERE
4 – Burning sands
5 – Milk man – listen HERE
6 – Running around
7 – Is this real
8 -Too fucked up

Line-up:
Matt Ellis – guitars and vocals
Nathan Burger – drums
Eric Felgner -bass

FLESH RAG – Facebook

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Marco Balestrino è una fucina di idee, lui vive, pensa e agisce sempre in base alle sue passioni; è un puro ed i Klasse Kriminale sono il suo credo in qualsiasi momento della sua vita.

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