Dopo un’apocalittica terza guerra mondiale che ha annientato intere città, propagato radiazioni incontrollabili e decimato l’umanità, la restante popolazione sopravvissuta al flagello atomico decide di riunirsi in un unico organismo di governo mondiale: la Società Ameuroasiatica.
Onde evitare la propria estinzione l’umanità si regola grazie ad un immenso parlamento mondiale, le cui prerogative sono la pace sociale e una serie di normative condivise.
Siamo nel 2286 e la società umana aborrisce ogni azione fisica che non sia indispensabile. Ogni attività dell’uomo è legata alla ricerca scientifica e alla speculazione mentale.
“La terra si era trasformata in un’enorme biblioteca, dove miliardi di menti pensavano, elaboravano dati, con l’unico scopo di raggiungere l’appagamento cognitivo e la conoscenza assoluta.”
Vedono la luce Archeofili e Psicoevoluzionisti, archetipi di condizioni sociali e movimenti di pensiero, pro e contro l’e/involuzione dell’uomo.
Un’equipe di scienziati diretta dall’ambiguo dottor Neumann studia nella struttura lunare denominata Amganco i prototipi dell’essere immortale: un ibrido tra l’anima umana e la potenzialità pressoché illimitata della robotica.
I personaggi vivono quindi circonfusi da una meccanizzazione esasperante, meccatronica casalinga e strutturale per ogni tipo di bisogno, industria informatica capillare e l’invasiva e distorta missione “social” dei computer.
L’ossessione informatica e lo studio di sempre nuove metodologie di controllo esistenziale ci porterà, ora e adesso, a una Amganco reale?
Quanta è fantastica la fiction di un mondo virtuale in cui vengono sperimentati modelli di menti immortali mediante “trapianti dell’anima” dal sentore di Matrice gibsoniana? E quanto lo è la vita in complessi futuristici cyber/orwelliani diretti da robot multitasking denominati Unità X?
Chi ha creato cosa?
Quanto di tutto questo si avvicina alla realtà della vita di adesso, nel 2015?
Se si attraversa la distopìa fantascientifica del libro, e ci si imerge nelle sue viscere, le pagine di questo romanzo ci obbligheranno a porci quesiti etici e sociali, come ogni buon libro di “fantascienza” dovrebbe fare.
Cosa è giusto, cosa è sbagliato?
La tecnologia e la fame di conoscenza fin dove ci possono portare? La ricerca di divinità fa sempre rima con dignità? D’intenti e d’azione?
“In pratica, una morte forzata seguita da una rinascita in un corpo bionico, che di umano non ha nulla. Una morte prematura, non voluta, dichiarata come “necessaria per la scienza”… Concetti quasi attribuiti al fanatismo religioso, una delle peggiori piaghe del passato: la scienza come la religione, lo splendore della ricerca e della conoscenza distrutto da un delirio di onnipotenza.”
Francesco B. Modugno ci regala un felice breve romanzo che si svolge in maniera scorrevole e con particolarismi narrativi e peculiarità tecniche che non mancano però di un certo pathos che sa di mosaico di opera cyberpunk e manga d’autore, raccontandoci della dicotomia scienza/natura, vita/morte, sanità/alienazione, e insinuandoci il pensiero che a forza di cercare di eludere il corpo per la ricerca di una presunta evoluzione interiore,“più alta”, forse si perde il contatto con l’umano, con l’Ecce Homo di cristiana memoria, e il tanto agognato miglioramento diviene mero azzardo basato su antideontologica tecnologia asettica.
Eris Edizioni ci regala questo romanzo nella sua collana “Atropo – Fantascienza” che, come uso nelle loro pubblicazioni, è impreziosito da accurati e visionari disegni (in questo caso della brava Erika Bertoli), proponendoci un’opera ben scritta, che attrae per la sua originalità, per l’esposizione dei fatti che sa rapire piano piano, creando in poche pagine un mondo e innumerevoli input trasversali.
I libri che sanno immergerti in una storia e che nello stesso tempo fanno pensare con e “oltre” essa non sono moltissimi. Amganco è uno di questi.
Spegnete i monitor e godetevi le pagine di questo romanzo, in qualunque mondo o dimensione voi siate.
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