Non avrei pensato di essere affascinato da un libro su Vasco Rossi, ma ancora più specificatamente sugli ultimi anni di Vasco Rossi e i suoi rapporti con Facebook.
Il libro parla del 2011, anno assai concitato per i devoti fans di Vasco e per il rocker emiliano stesso: analizzando minuziosamente gli avvenimenti e soprattutto le scorribande di Vasco su Facebook, gli autori tratteggiano un ritratto del Blasco, dei suoi fan e di alcune dinamiche prettamente italiane.
Vasco Rossi è una cosa tutta italiana e andrebbe studiato maggiormente da molte angolature, ma troppo spesso lo si bolla come buffonesco o drogato: Vasco Rossi è molto ma molto più di ciò, è il famoso ventre molle dell’Italia, è un fortino dove si nascondono per cercare protezione milioni di persone e lui stesso è da studiare.
Questo libro fortunatamente arriva a colmare, almeno parzialmente, alcune di queste lacune epistemologiche, e lo fa con uno stile brillante offrendo parecchi spunti di riflessione, sia sul cantante, che sull’uomo, sul suo entourage e su Facebook come mezzo di espressione suppostamente non mediato.
Vasco è un cantautore che negli anni è diventato l’unica vera rockstar italiana: a lui sono perdonati i guai giudiziari, le mattane, le canzoni francamente pietose a cui sta sottoponendo i suoi fan e tanto altro, ma considerarlo solo dal punto di vista prettamente musicale è un errore madornale, poiché il Sig.Rossi ha in sé tutto ciò che può essere considerato tipicamente italiano.
Come viene ampiamente descritto nel libro, Vasco mostra numerose contraddizioni e limiti, come tutti ovviamente, che in lui però diventano pregi all’occhio del suo pubblico; ed è infatti proprio questo il protagonista principale del libro: un seguito fedelissimo che, solo durante le vicende del 2011, ha mostrato qualche dubbio o cedimento, fugato subito con il ritorno del 2013.
Proprio in questo ritorno si è visto un Vasco cambiato, quasi che abbia inserito un pilota automatico, suonando e dicendo cose come se non ci fosse un domani, e il suo pubblico lo continua a difendere strenuamente vedendolo sempre come suo Komandante, come colui che indica la strada da seguire, fra emozioni e libertà.
A me questo spaventa un po’ e leggendo il libro mi è parso che qualcosa mi sfuggisse sempre. Ragionando su questo ed altro, Siamo Solo Io rivela proprio nel titolo la caratteristica principale del culto rossiano: c’è solo lui e basta.
In verità dietro di lui c’è un sacco di gente che potrebbe essere proprio la ragione per cui Vasco non si può fermare, poiché un carrozzone così è difficile da mantenere.
Io sono rimasto a bocca aperta su molti commenti dei fan e anche su Vasco stesso ho avuto un’idea molto più chiara dopo questa ottima lettura, che finalmente non è agiografica o eccessivamente critica, ma possiede un punto di vista bilanciato essendo scritto per di più molto bene, offrendo davvero molti spunti.
Soprattutto dando quella lettura critica di Vasco Rossi che finora è mancata in Italia a tutti, pubblico e stampa in primis.
pagine 315
15 Euro