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Recensione : Frank Sabbath – Telluric Wanderers

Le canzoni dei Frank Sabbath riportano ad una concezione totalmente psichidelica della forma canzone, con dilatazioni corporali ed immense vie di fuga.

Una immensa jam session, suonando la propria mente di fronte al caldo sole del sud della Francia, lo stesso astro che benediceva le profezie di Nostradamus.

Non ci sono generi, non ci sono barriere, è tutto uno scorrere fantastico e narrativo, sono storie viste da un altro mondo, che vie dentro noi. Il nome di questi tre francesi è allo stesso tempo fuorviante e preciso. Fuorviante nel senso che non sono perfetti epigoni di Frank Zappa o dei Black Sabbath, ma usano i loro registri musicali per una creazione davvero inedita. Prendete gli Om con più cose da dire, o i Bong che finalmente si possono sfogare, fondeteli con un pizzico di gusto medioevale, e arriverete nemmeno al dieci per cento di questo gruppo.
Le canzoni dei Frank Sabbath riportano ad una concezione totalmente psichedelica della forma canzone, con dilatazioni corporali ed immense vie di fuga. Come un gas si sale, si scende, ci si comprime, e ci si infila nei buchi delle proprie sinapsi mentali.
Il produttore Leo Minart ha dato un suono fantastico a questo gruppo, isolatosi in un piccolo villaggio francese del sud, Aveyron, per trovare quel sapore che possiamo sentire per tutto il disco. Questo loro secondo disco è davvero incredibile, mentre il primo lo potete trovare in download libero sul loro bandcamp.

TRACKLIST
I.Ascension / Subterranean
II.Terra Incognita
III.Inner doom / Outer doom / Ducks on drugs
IV.Interlude n.10
V.Flying Peacock
VI.Doumedilalune / Noisnecsa

LINE-UP
Guillaume Jankowski – bass.
Baptiste Reig – drums, vocals.
Jude Mas – guitar, vocals.

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